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SAPORE DI SALE: LA STORIA

Post n°4324 pubblicato il 22 Luglio 2022 da monellaccio19
 

 

 

 

Correva l'anno 1963 e Gino Paoli cantava quello che è ritenuto il suo più grande successo: “Sapore di Sale”. Molti all'epoca pensarono fosse stato ispirato e composto per una donna, presumibilmente la Stefania Sandrelli con la quale all'epoca, aveva un rapporto molto intimo.  In realtà come ammesso da Paoli in una sua intervista, la canzone nacque in un luogo della Sicilia, in prov. Di Messina vicino a capo D'Orlando, Borgo San Gregorio: un paesino piccolo e grazioso, non certamente meta di grande turismo e piuttosto riservato. Ebbene questo brano, magico, morbido, lento, sognante, di uno dei poeti della canzone italiana, diventato emblema e cult di un’epoca, fu scritto pensando al borgo San Gregorio, a questa spiaggia di piccole pietre smussate e rotonde, a questo mare cristallino”. Questo passo riportato da un articolo della giornalista Susanna La Valle, la dice lunga sul borgo che affascinò Gino in quei primi anni '60: si trattenne volentieri in quel luogo di pescatori perché affascinato, innamorato, sedotto dalla costa e del mare che ricordava quello dei Caraibi. “Tutto è giocato sui profumi, sui sapori, sui colori e le sensazioni. La sua donna in questo pezzo diventa un tutt'uno con il sapore del mare e del sale, ne assorbe l’essenza compenetrandosi in questo luogo d’idillio sensuale e materico”. La giornalista La Valle ha ripercorso quei luoghi magici che illuminarono Paoli e ha voluto vivere la spiaggia e il paese indicati dallo stesso cantautore. “ Qui è il tempo dei giorni che passano pigri e lasciano in bocca il gusto del sale”. Già, come si fa a scrivere questi versi e tutto il testo della canzone in una città, una grande città metropolitana?  E' evidente quanto il Borgo di S. Gregorio abbia influito sulla fantasia di Gino Paoli e sull'onda delle sue emozioni provate in loco, abbia scritto il brano che ha fatto sognare tante generazioni.


 
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g1b9
g1b9 il 22/07/22 alle 12:11 via WEB
Penso siano rimasti pochi,oggi, i luoghi di mare, dove le spiagge potrebbero ancora ispirare un Gino Paoli di oggi, ammesso che ci sia. Altri tempi, altro mare, magari lo stesso mare per anni, ma l'aria che si respirava allora se n'è andata col tempo, col cemento che ha mortificato le coste, cogli stabilimenti balneari, che hanno cancellato la poesia di quel mare cristallino, profumato di quell'odore tipico, che oggi il mare non ha più.Oggi il mare è la bagarre più assoluta dove il divertimento a tutti i costi deve esserci, dove lo sfoggio di nudità più o meno gradevoli alla vista va alla grande e certi luoghi sono diventati pure la certificazione ufficiale ad una certa appartenenza, costi, quel che costi. Amo il mare, ma sono anni che il mio mare, colla spiaggetta sotto casa, l'lo lasciato ai figli e ai nipoti. Troppo lontano per me da raggiungere ora, e poi troppi ricordi, tanta felicità e tanto amore, che preferisco lasciare là, tra le rocce rosse, i pini che sostituiscono l'ombrellone, la risacca che mi faceva addormentare felice tra le braccia del mio amore perduto, che sapevano di sale, come i suoi baci. Bel post, Carlo. Buona giornata e un sorriso;)
 
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