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« E' STATO FESTEGGIATO E...E' TUTTA 'NA FINTA! »

UNA VOCE POCO FA...

Post n°4825 pubblicato il 22 Febbraio 2024 da monellaccio19
 

 

 

 

 

 

 

A proposito di stereotipi e noiosi luoghi comuni che si rincorrono perpetuamente, Gigi D'Alessio è uno dei più perseguitati: preso sempre di mira sui social e sempre sotto pressione per le sue canzoni e le sue esibizioni canore, partecipa ai programmi tv e grazie al suo manager, è lì pronto a lavorare come è giusto che sia.  Ebbene, io invece, devo molto a Gigi D'Alessio: eravamo intorno alla fine del primo decennio del terzo millennio e purtroppo giacevo in un letto d'ospedale. Ero ricoverato e passavo i giorni per curare una patologia piuttosto grave che mi aveva colpito pesantemente. Sopportavo cure, medicinali e altro ancora, ero sempre sedato e spesso cadevo in lunghi e pesanti letarghi. Spesso mi dovevano scuotere per svegliarmi o perchè non fossi sempre in quello stato comatoso. I medici, specie il Prof che mi seguiva personalmente poiché era un grande amico, mi tenevano d'occhio e tutti speravano che alcuni medicinali mi tirassero fuori dal grave malore che mi aveva colpito. Un giorno capitò che sul comodino frapposto tra il mio letto e quello del paziente accanto a me, la  radio era accesa e andò in onda una canzone di Gigi D'Alessio. Non so esattamente cosa accadde, riconobbi Gigi e mi destai di soprassalto, mi guardai intorno e...spensi la radio! Credo avrei dovuto dargli la vita in quel momento e invece...mi riaddormentai!

 
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Vince198
Vince198 il 22/02/24 alle 09:07 via WEB
Esistono casi, come questo tuo, che lasciano evidenti tracce nella propria vita non cancellabili. Nel mio exscursus vitae sono finito sotto i ferri otto volte (95 punti tutti visibili) per strapazzi malcurati con voglia di stare alla larga dagli ospedali, esagerazioni giovanili che ho pagato con l'andare del tempo e le uniche cose che ricordo sono l'orologio e la lampada scialitica sopra il mio capo. E un certo freddo sulla pelle.
Quel colore così impersonale e deprimente, per nulla fastidioso in una camera operatoria. Guardavo in giro e vedevo medici, infermieri girarmi intorno, ho lottato psicologicamente per non addormentarmi: cuffia sul capo, mascherina sul volto, un crocevia di tubicini il cui ago era infilato sul dorso della mano sx, il misuratore di pressione sull'altro braccio e il solito saturimetro nel dito indice. Eh .. dopo 5-6 minuti son volato nel mondo dei sogni. Al risveglio ho guardato istintivamente l'orologio e il tempo più lungo in quella camera è stato qualche anno fa di circa quattro ore.. Ho ringraziato Lui per esserci ancora, mentre e con tono dolce, andava una musica molto piacevole, dall'effetto rilassante: penso a una sonata per pianoforte di una sinfonia di Mozart. Si, è come risvegliarsi alla vita e la soddisfazione dentro l'anima l'ho esternata con un sorriso verso l'anestesista. Vita un pò spericolata la mia.. Oggi assaporo con vero paicere il fatto di essere ancora vivo e di avere il cuore da qualche tempo in fiamme...
Buongiorno Carlo, Vince ^___^
 
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