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I NOSTRI DIALETTI TUTTI DA TUTELARE

Post n°4836 pubblicato il 07 Marzo 2024 da monellaccio19
 

 

 

 

 

 

 

I dialetti italiani, patrimonio esclusivo di un paese come il nostro che vanta antiche radici culturali e profondi innesti di civiltà che rendono l'analisi esclusiva, pertinente e ricca di dettagli non irrilevanti. Il prof. Gobber, preside della "Facoltà di Scienze Linguistiche presso l'Università Cattolica di Milano", è un grande esperto della materia e giustamente tiene a puntualizzare molti aspetti per cui un qualunque nostro dialetto, ne contiamo tantissimi per come siano distribuiti sul nostro territorio, abbia la necessità di essere protetto perché le sue radici antiche e storiche, sono degne di studi e approfondimenti. L'Unesco ha provveduto a mettere sotto tutela, a suo tempo, sette ceppi principali da cui partono decine e decine di dialetti che si diramano lungo i vari percorsi delle regioni italiane. Ognuno con le sue prerogative, le sue chicche lessicali, le sue origini profondissime.  Ecco, perché il professore, tiene a presentare un quadro preciso e inappuntabile della nostra estesa rappresentanza di dialetti che nessuno escluso, può essere smarrito se non protetto e salvato opportunamente.  Mi fermo perché non è il caso di prolungarmi: il tema è questo, preoccuparci di tutte le minoranze per salvaguardare i loro dialetti e sappiate che siamo il paese che ne vanta moltissimi, tutti meritevoli di studi e analisi, soprattutto quelli che cambiano da una zona all'altra, da una città all'altra e distanti solo pochi kilometri. Una spiegazione che è difficile dare, ma che è tutta da scoprire.

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 07/03/24 alle 17:27 via WEB
AhAhAhAhAhAh!!!!!! Spero che per amore del quieto vivere, si siano incontrati al punto giusto...della metà!!!! E' dappertutto così, ossia, basta allontanarsi da Bari, solo per una manciata di metri e cambiano i dialetti. Belle serata cara Simo.
 
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