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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Vi confesso che mi sento svuotato, ogni giorno, ogni minuto che passa, sento che mi manca qualcosa. Ci penso spesso, qualunque cosa stia facendo, c'è una piccola parte di me che scivola via e ne avverto la mancanza. Una inarrestabile perdita di cui ho cominciato a capire cosa fosse, sin da quando abbiamo tutti avuto contatti aleatori e poco significativi, con gli algoritmi. La situazione poi, è peggiorata da quando con insistenza, ingegneri, ricercatori e matematici hanno scoperto come "migliorare" in breve tempo, la nostra vita e corrisponderci il massimo dell'impossibile che potessimo sperare. In realtà, non sempre hanno azzeccato, non spesso ci sono venuti incontro, o meglio, ci sono venuti incontro, ma nel peggiore dei modi disattendendo le nostre migliori aspettative. Oggi siamo ostaggi, vittime semi incoscienti del maledetto "orpello digitale" che posizionato abilmente nelle apparecchiature su cui smanettiamo da mane a sera, ci fornisce suggerimenti, scelte, posizioni e preferenze che mai ci saremmo sognati. Gli algoritmi ci stanno manipolando, scelgono loro per noi, ci fanno credere che abbiamo a disposizione un sacco di opzioni, ma sono loro che suggeriscono quello che ci deve piacere. Ormai sono troppo vecchio per queste stronzate e a proposito della sensazione di vuoto, di minuscole parti di me che perdo e scivolano via da me, credo di averle individuate: immaginazione, fantasia e ironia.
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