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COME ERAVAMO

Post n°4914 pubblicato il 06 Giugno 2024 da monellaccio19
 

 

 

 

 

Come eravamo e...come siamo? A prescindere dai dati anagrafici, cosa c'era nella testa di questi ragazzi che negli anni '50 avevano da percorrere strade perigliose e indirizzate allo studio e alla cultura per affrontare, ognuno, il proprio futuro? Beh, io ho una confusione tale che spesso, all'improvviso, mi sovvengono quelle dannate poesie che in quegli anni erano materia basilare per l'italiano. Inoltre, tenete conto che noi alle medie, si studiava anche il latino. Orbene, su quelle poesie voglio intrattenervi, citandole ma, non essendo in grado di ricordarle tutte come allora, vi metterò alla prova, e vediamo se mi date una mano, ma soprattutto, se avete ancora buona memoria. 


La nebbia agl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi

e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;

Entro, e ti trovo un pieno di soldati,
di que’ soldati settentrionali,
come sarebbe Boemi e Croati,

Ma in quella che s’appresta il sacerdote
a consacrar la mistica vivanda,

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

Soffermati sull’arida sponda
Vòlti i guardi al varcato Ticino,
Tutti assorti nel novo destino,
Certi in cor dell’antica virtù.


 


 

Ecco, questo "fritto misto" poetico, io lo cito così come lo leggete e lo declamo appassionatamente come voleva la mia prof. d'italiano. Ero (e lo sono ancora) attore nato e leggevo anche alle superiori, poiché la prof. voleva che ci mettessi cuore e arte. Resta la confusione, mischio le carte e nulla è preciso. Ditemi voi se le ricordate queste grandi opere dei nostri illustri poeti...citati alla rinfusa. 


 
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Rispondi al commento:
monellaccio19
monellaccio19 il 06/06/24 alle 18:55 via WEB
AhAhAhAhAhAh!!!!! Stai serena, l'importante è che tu scriva con...parole tue!!!! Ci sono casi di idiosincrasia verso certe situazioni, certe dinamiche e molte avversioni verso termini ormai desueti e fuori da ogni contesto attuale. Pensa te, come dicevo nel post, io con quei spezzoni di poesie ci campavo alla grande come Tognazzi, in "AMICI MIEI" che giocava con la supercazzola e parole buttate lì a regola d'arte. Quello era con i tre amici ormai insieme da circa sessantacinque anni. Mai divisi e sempre insieme, anche ora che uno di noi purtroppo, è seduto su una sedia a rotelle e inibito in tante azioni. Gli stiamo vicini ogni sabato pomeriggio per un paio di ore ed è un impegno minimo per un...fratello. Giravmo con le nostre signore e ovunque fossimo, quando doveva scattare qualche trappolone prendendo qualcuno in contropiede, partivo io con la tiritera delle poesie mischiate e declamate in modo da sembrare racconti di fatti fantasici, ma campati in aria. Ne abbiamo fatte tante in sessantanni e ora siamo a ricordare il passato e tutte le cazzate fatte insieme. E intanto i cipressi che a Bolgheri... Buona sera carissima.
 
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