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Messaggi di Marzo 2019

FEMMINISMO? ROVINA DELLE FAMIGLIE

Post n°3157 pubblicato il 08 Marzo 2019 da monellaccio19
 
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Pensate che sarà un otto marzo diverso dal solito, melenso e logoro otto marzo come avvenuto in questi ultimi anni? I presupposti non lasciano ben sperare: invece di inventarsi qualcosa di nuovo, scossoni e/o provocazioni clamorosi per scuotere quel senso definitivo di sfiducia che abbia depresso tutti noi, sarà ancora una soporifera festa della Donna. Non cambieranno le mimose, non cambieranno le serate da passare in pizzerie e nei locali per festeggiare le donne, ma iniziative incisive, proposte e lotte per arginare l'ondata maschilista e politica avversa, non sembra ve ne siano in programma. Però proprio oggi, guarda caso, si svolgeranno scioperi generali del trasporto pubblico: fermi i mezzi un po' dappertutto con grossi disagi. Beh una bella porcata direi, un modo elegante per snobbare la festività e mettere ancora una volta elegantemente, le donne da parte. Poi, uno strano caso è stato creato dal manifesto politico della Lega calabrese promosso a Crotone: in tale manifesto (Salvini ovviamente si è dissociato) il suo fido Giancarlo Cerelli  esprime il suo pensiero personale sulle donne: "Il ruolo naturale della donna è in famiglia". E giù tutta una serie di visioni fuori da ogni logica sulla posizione delle donne. Scoppiato il casino, tutti si sono schierati contro questo offensivo documento che taglia definitivamente ogni aspirazione delle donne. E' eloquente la vignetta in alto che sta circolando in rete in questi giorni: è esattamente quello che accade al gentil sesso oggi...a prescindere dal proclama che comunque va stigmatizzato aspramente.  Tuttavia è tutta una montatura, i modi sono talvolta signorili, suadenti, ma la"malacarne" di certi uomini, non ci sta proprio ad accettare la donna sullo stesso piano, con pari dignità e uguali diritti. "Il femminismo ha sotterrato la famiglia" per il leghista avventuroso, lui ora cerca rattoppi per salvare faccia e culo, ma la frittata l'ha fatta grossa e ben visibile. Tutte le scuse addotte non lo tirano fuori dai guai e le donne se ne sono accorte. Comunque, il clima è questo, nulla di nuovo sotto il cielo, sempre le solite chiacchiere e il problema è fermo da troppo tempo. Le donne sono là ad aspettare che cambino aria e clima e che la battaglia vera e propria si scateni per conquistare ciò che doveva essere a loro appannaggio già da tempo: parità assoluta di diritti.  


 

 

 
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PIOVE? COLPA DEL SINDACO

Post n°3156 pubblicato il 06 Marzo 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Abbiamo alcune elezioni da affrontare: vi sono regionali, amministrative e europee che coinvolgeranno più o meno l'elettorato italiano. Molti guardano con interesse questi avvenimenti politici nell'immediato: anche se non sono elezioni politiche, si cerca di trarre elementi e/o spunti da cui trarre considerazioni significative. Ebbene, chi è interessato a queste tornate elettorali, per presentarsi, per riproporsi e quindi essere pronto per le urne, si sta attivando per approntare in tempo la propria campagna elettorale. Avete notato che non sono più le campagne elettorali di un tempo? Il "concorrente" faceva il suo bravo giro di comizi, visitava i circoli dei partiti interessati, incontrava la gente nei quartieri per coinvolgere più persone possibili. Lo scopo era quello di pescare voti non solo nel proprio bacino politico ma magari, sottrarre voti agli avversari convincendo elettori con programmi innovativi e interessanti. Il comizio nelle piazze era la massima espressione per misurare favore e popolarità: più le piazze erano colme e più si sperava in urne prosperose. Oggi è cambiato tutto e lo vediamo, lo tastiamo e lo subiamo assorbendo tutto tramite la comunicazione esondante visiva e scritta. Tra rete e tv è tutto un comunicare, un tracimare di personaggi che hanno il dono dell'ubiquità: su un canale li vedi in un posto tra un nugolo di persone e strette di mano e poco dopo in un altro posto più lontano. Potere della comunicazione visiva e i risultati sono eccezionali e fondamentali. Sappiamo come i due partiti al governo, grazie alla nuova comunicazione, abbiamo pescato voti a tappeto, la gente vuole toccare l'unto che scivola addosso a questa gente che sta pochissimo nei ministeri e moltissimo per strada tra la gente. I partiti cerchino di mettere a frutto questa muova esperienza e capiscano che se non si vive in rete e in tv, non c'è trippa per nessuno! Detto questo io mi auguro che le opposizioni mettano in pratica le lezioni imparite da lega e M5S e si mettano sullo stesso piano per misurarsi più equamente e con gli stessi mezzi che tutt'ora stanno usando: non serve solo alla campagna elettorale, ma serve per governare e credo che questo dettaglio lo abbiano capito in pochi! Il sindaco di Bari De Caro, ha imparato la lezione evidentemente: alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, lui sarà ancora in campo per una eventuale rielezione, quindi sta già facendo la sua brava campagna. Pertanto, non solo il vecchio sistema, ma si pone all'attenzione dei suoi elettori, affidandosi alla comunicazione. Ecco quindi l'idea di un video intrigante, accattivante e "alla barese" visto che si rivolge alla città. Il video ha i sottotitoli per essere seguito anche al nord. Nel caso qualcuno fosse attirato dall'idioma di casa, dal un termine dialettale o altro, mi ponga una domanda e cercherò di rispondere. Il sindaco De Caro, si presenta come un..."rapper" e gli fa da pilota Renato Ciardo, figlio del noto attore, cabarettista Gianni Ciardo. Gianni è un mio amico da cinquantanni, Renato giovanotto che ho visto crescere, è il suo erede artistico...naturale. Spero vi divertiate. 

 



 
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QUANDO E' LA DONNA CHE DECIDE

Post n°3155 pubblicato il 05 Marzo 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Ecco, questo dettaglio ci mancava e ora possiamo veramente, adeguandoci ai tempi che viviamo, alla quotidianità del nostro vissuto, porci una bella domanda: "Ma una donna può decidere liberamente di fare la puttana o la escort di lusso?". Domanda forte, diretta e istintiva! Domanda che magari, non tutti abbiamo avuto mai il coraggio di porre, visti gli esempi da cui siamo circondati. Meglio tacere, farsi un'idea ma non discettare in pubblico di simili argomenti: le due scuole di pensiero opposte, creerebbero un arco voltaico ricco di scintille. Oggi, nell'ambito del processo che coinvolge il barese Tarantini, colpevole di aver procurato le famose escort di lusso per i famigerati Bunga Bunga di Berlusconi in quel di Arcore, la Consulta dovrà decidere se la legge Merlin non sia incostituzionale per la parte che preveda una pena per chi reclutasse ragazze che arbitrariamente siano state spinte e convinte a prostituirsi. In tal caso, se la Consulta decidesse che non vi fosse stata reità, Tarantini e altri uomini e donne fulcro del grosso movimento pro Silvio, vedrebbero cadere le accuse che li inchiodano alle loro responsabilità. Mi sembra molto chiara la mossa scelta dalla difesa dell'imprenditore barese e degli altri già condannati in primo grado: se le venticinque ragazze (circa) coinvolte nel giro dei festini, hanno scelto di partecipare liberamente e di prostituirsi altrettanto liberamente, che reato sarebbe? Una donna non è forse libera di fare quel che vuole? E la legge Merlin perché dovrebbe punire chi nel pieno della sua sacrosanta libertà, decidesse di partecipare a festini dove proporsi ad oltranza? Tutto qua, siamo arrivati al punto d'arrivo: le case chiuse a cui ambisce Salvini e che metterebbe (forse) ordine in un segmento della nostra società molto incasinato (passatemi il termine) e poco regolato. Ma resta il problema delle donne: è mai possibile che una donna decida, senza alcuna costrizione, di fare la puttana di mestiere? E' vero, spesso, molto spesso, parliamo di induzione, di disperazione, di forti pressioni, ma quante volte vediamo, sentiamo e leggiamo di donne che scelgono il benessere, il lusso, la vita in società facendosi mantenere da facoltosi uomini? Quante, di contro, scelgono questa aberrante strada solo per indigenza assoluta, per un figlio che abbia bisogno o per mantenersi dignitosamente? Una bella patata bollente e se la Corte Costituzionale accettasse di intervenire sull'articolo delle induzione e liberasse il mercato, cosa accadrebbe mai? A cosa andremmo incontro?

 
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QUESTIONE DI BORSA...

Post n°3154 pubblicato il 04 Marzo 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

E mi pareva strano che niente di particolare mi avesse colpito in questo periodo quando, le anticipazioni della moda internazionale, si inseguono tra Milano e Parigi, le due capitali indiscutibili che dettano tempi, ritmi e ultime novità, partorite dai grandi stilisti mondiali. Mi ha voluto accontentare il giovane talentuoso ed emergente Simon Porte Jaquermus: in occasione della Fashion Week parigina, finalmente qualcosa di cui...sparlare! La vedete in alto? No la modella, la borsetta rossa in tono con l'abito? Quella piccola fetecchia così minuta che nessuno nota perché magari, la confonde con un anello  pendente  infilato al dito. Carina vero?  Una    nano borsa che ha stupito tutti gli interessati: così minuscola da non poter contenere un package di fazzolettini, ma solo un profilattico, se occorresse. Non ci sono indecisi: la fetta degli estimatori ha fronteggiato la parte dei critici. Vie di mezzo non ve ne sono e non è bello quel che bello, ma piace molto la novità di Jaquermus. Credo che la maggior causa di discussione sia dovuta al costo della nano bag: appena 400 euro, maniglie comprese! Come dice signora Clotilde? E' un furto? Sì, potrebbe essere oltremodo costosa, ma tant'è, c'è chi la compra e non si pone problemi di soldini. Roba da ricchi certo, ma questa storia poi, una volta per sempre, la dovremo pur definire: dove sta scritto che una persona ricchissima debba essere cosi pazza da spendere senza ritegno? Il possedere tanti soldi perché dovrebbe essere correlato alle spese folli e inutili? Io se fossi ricchissimo e facoltoso, non spenderei mai quattrocento euro per un oggetto farlocco e inutile. Il punto è questo: cosa spinge la gente ricca a spendere in modo scriteriato e senza una precisa necessità? Una borsa così piccola non può solo che...figurare, ovvero, richiamare l'attenzione e basta!!!! Comunque c'è già un'acquirente sicura: Mary Poppins! Ha dichiarato che comprerà la nano bag per scrollarsi di dosso la leggenda metropolitana che la opprime da decenni: la cara vecchia e spaziosa borsa che conteneva di tutto e di più! Via tutto e smettetela di dire sempre: "Mo'  e...keddè????? La borsa di Mary Poppins?". Quante donne sono state criticate per le loro borse che ricordavano la mitica "valigia" di Poppins? Ora farete altri esempi o accostamenti, la Mary spenderà 400 euro e si sottrarrà alla comparazione irriverente. Mentre inviterei lo stilista Simon...Porte...il culo e la tua creazione da un'altra parte, qui c'è disperazione e fame!

 
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SPADA E BILANCIA

Post n°3153 pubblicato il 03 Marzo 2019 da monellaccio19
 
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Chiunque nel tempo ne abbia realizzato una rappresentazione grafica o scultorea, ha sempre posto due oggetti nelle mani della Dea della  Giustizia: in una la spada e nell'altra una bilancia. Due distintivi, due eloquenti segni che connotano l'operato della Dea. Punizione (spada) ed equità (bilancia): due principi fondamentali perché si abbia fiducia nella sua somma imparzialità e nella giusta applicazione delle leggi. Il tempo, al di là della mitologia, ci ha sempre fatto visualizzare in tal modo l'applicazione e l'interpretazione delle Giustizia e la "figura" maestosa, generalmente posta dinanzi ai palazzi di giustizia, ci ricorda come avvengano e si svolgano i processi. Olga Matei (46 anni) e Michele Castaldo (57 anni) si conobbero nel 2016 e si piacquero subito. Durò circa un mesa la loro relazione, giusto il tempo che servì ad Olga per capire che l'uomo non fosse proprio come lo aveva immaginato. Decise di lasciarlo e non frequentarlo più a causa della sua ansiosa gelosia. Fu proprio quel senso di appartenenza che prende un po' gli uomini, quel diritto di proprietà indissolubile che animò tragicamente il Castaldo: non ci stava a perdere la "sua" donna e così alla prima buona occasione, accecato dalla rabbia, la strangolò ammazzandola come una bestia. Un tempesta ormonale che lo portò al gesto estremo: "Ho perso la testa, lei non voleva stare più con me, doveva essere mia e di nessun altro. L'ho stretta a me e l'ho strangolata". Niente di nuovo, gli ultimi tempi la cronaca ci riporta con frequenza casi analoghi e siamo avvezzi a sentire le solite cantilene...dettate dagli avvocati difensori. Ebbene, in sede giudiziaria il Castaldo si  è beccato trentanni di carcere. La Signora fuori al tribunale, con bilancia e spada, non ha mosso un muscolo (come avrebbe potuto?) la legge aveva fatto il suo corso. Ma....all'italiana in sede di appello, il giudice ha ritenuto, dopo arringhe opportune e ficcanti, dimezzare la pena e portarla a sedici anni: la gelosia, in fondo, è una attenuante e il cinquantasettenne fu posseduto da una pressante tempesta emotiva e passionale...". Con una pena già ridotta in prima istanza per aver patteggiato, ora si dimezza e potete giurarci, nel tempo scenderà ancora e così avremo un omicidio bello e buono, giudicato...ops...interpretato alla grande da due personaggi determinanti: un avvocato difensore che si è guadagnato alla grande la sua parcella e un giudice che a modo suo e "legittimamente", ha avuto una visione personale e criticata moltissimo in questi giorni, ritenendo la gelosia una attenuante e no una causa scatenante. Beh, credetemi, c'è  qualcuno che giura di aver visto la statua fuori al tribunale, fare smorfie indicibili e ha mostrato segni di insofferenza: poverina, altro non potrebbe fare per come vanno le cose da noi. Sappiamo tutti come funziona il giocattolo giustizia in Italia, ma ora si esagera e di questo passo ogni cavillo giuridico sarà utile. Povera DEA: secoli e secoli passati a star lì ferma e immobile per capire che in fondo... non è nulla, non è altro che sciocca rappresentazione e basta. 

 
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