CARICO A CHIACCHIERE

Non credo che si possa definire scrittura di un grafomane, se mai, proprio perché questi scarabocchi un senso non ce l'hanno, i migliori studiosi, psicologi e specialisti, hanno voluto dedicarsi all'interpretazione dello scarabocchio buttato giù così senza una ragione. Li abbiamo fatti tutti, li facciamo tutti, è un modo per ingannare il tempo mentre attendiamo di fare qualcosa di più utile e importante. La maggior parte, tuttavia, li buttiamo giù quando siamo impegnati in lunghe conversazioni al telefono: un modo come un altro per ascoltare pazientemente, attentamente magari, mentre la penna o la matita scorre condotta dalla nostra mano slegata dal cervello e portata a scrivere o disegnare qualunque cosa decida di realizzare. Sono generalmente sgorbi, magari avranno un loro senso per il nostro subconscio, non lo sappiamo, lo facciamo e basta. In realtà vi sono ragioni più precise e dettagliate ed è questo ciò che gli addetti ai lavori hanno scoperto nel tempo. Innanzi tutto essi rappresentano, no nell'immediatezza, i nostri stati d'animo: gioia, allegria, angoscia, cattivi pensieri e ogni nostro stato interno del momento. I periti desumono dalla pressione della penna o matita e dalla forma degli scarabocchi, esattamente il nostro stato d'animo. Se predominano linee rette con qualche figura geometrica, traspare dai segni energia, fermezza, il predominio della attività mentale, autocontrollo e buona predisposizione a risolvere i problemi. Ogni figura geometrica, al di là delle rette, rappresenta uno stato d'animo e in tal caso vi sono quadrati, triangoli, croci, cerchi ecc.ecc. Invece quando il tratto è lento, malfermo o troppo ricalcato, si denota ansia, insicurezza, aggressività; c'è pure una ragione per quanto riguarda la posizione dello scarabocchio, ossia, se lo si fa a centro del foglio oppure ai limiti. Come vedete c'è una spiegazione più o meno attendibile ricavata dallo studio di periti calligrafi e da psicologi che indagano nello spirito di chi scrive e scarabocchia. Vi ricordo inoltre che oltre a segni e figure senza senso, ci sono coloro che alternano a tutto ciò, la loro firma ripetuta più volte, come se fosse un esercizio per migliorarla. La materia è vasta e pensavo che in fondo appartenesse ad un recente passato. Oggi viviamo altre emozioni, altre situazioni e spesso reagiamo in maniera diversa specie se ci facciamo aiutare dalla immensa quantità di "emoticon" che ormai non sono più una dozzina come qualche anno fa, ma centinaia e centinaia che vanno ad ingrossare ogni giorno, un catalogo estesissimo. Un bel balzo in avanti: tecnologia e digitalizzazione sono dalla nostra parte e ci conducono verso un futuro immediato ricco di sorprese. O no? Ma vuoi vedere che ci stiamo sbagliando? Non sarà che stiamo tornando al passato? Non vorrei sbagliarmi ma...