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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 08/01/2020
Oslo, la capitale della Norvegia, conta circa 680.000 abitanti. Sapete quanti morti per incidenti stradali, durante l'intero anno 2019, ha contato la bella città di Oslo? Un solo morto, peraltro un uomo che si è schiantato contro una recinzione perdendo la vita. Un caso? No, inoltre nessun giovane sotto i 16 anni, ha compromesso la sua vita nella capitale norvegese nell'ultimo anno trascorso. Giusto per capirci, sapete in questi giorni tra fine anno e inizio anno, quanti sono morti in Italia per tragici incidenti stradali in città? Undici persone in tre diverse circostanze e le vittime erano tutti giovani. Siamo affranti, non sappiamo più a quale santo votarci, visto che chi abbia figli in grado di uscire per passare serate fuori casa, si sa quando escono ma non si sa...se rientreranno. E' inutile che siamo lì pronti a mettere la mano sul fuoco per i nostri ragazzi, non sappiamo niente di loro e quando malauguratamente accade la tragedia, stentiamo a crederci. Orbene, tornando a Oslo e confermando che non si tratta di un colpo di fortuna, questi risultati che vengono riscontrati con poche persone che perdono la vita in incidenti stradali in città, sono il frutto di un lavoro preciso, architettato alla perfezione e studiato nei minimi dettagli. Il piano norvegese si chiama "Vision Zero": entrato in vigore agli inizi del duemila e in seguito adottato da altri paesi europei, consiste nell'investire molto sul trasporto pubblico e strutture come piste ciclabili, marciapiedi per pedoni e ciclisti, pochissime auto nel centro delle città e imposizione di limiti bassissimi di velocità. Vi sembra poco? E se invece pensassimo che tutto ciò potrebbe veramente essere il giusto rimedio, essere il freno per tutti, attuando regole restrittive, controlli massicci e pene severe? Gli ultimi morti li piangiamo perché poteva capitare a chiunque, sono morti per cause che coinvolgono autisti e pedoni: in Alto Adige, a Senigallia a Roma, dove si contano le undici vittime (spero si fermi la soglia), sapete tutti che qualcosa non ha funzionato, non mi sento di accusare solo una parte, ma credo di poter coinvolgere un po' tutti. Ebbene, si faccia il possibile per uscire da questo tunnel senza luce, un brutto incubo che ci coinvolge tutti direttamente e indirettamente. E' poi, è così difficile "copiare" gli altri? Ci vogliono titoli particolari per pensare a soluzioni semplici ma vere e concrete? Città europee hanno saputo affrontare questa emergenza, questa piaga cancerogena e sono a mostrare cifre meno drammatiche delle nostre. Noi invece, ne parliamo e basta, per avere una soluzione dobbiamo sperare in qualche amministratore (politico) che prenda a cuore la morte, la morte che non avverte, quella che arriva silenziosa e subdola e prende chi vuole come fosse un gioco a...perdere. Imitiamo gli altri se non siamo capaci di evitare stragi, morti e giovani vite spezzate. Non ne avete abbastanza di questi bollettini di guerra?
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