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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 18/02/2020
Sapete quanto il problema giustizia, per tante sue sfaccettature, stia facendo discutere il governo e noi italiani. Specie sulla prescrizione ci sono scuole di pensiero diverse e contraddittorie. Vedremo come si affronterà in aula la soluzione, intanto, a confermare come la giustizia in Italia funzioni male e convinca poco, vi sono fatti, avvenimenti e definizioni che nel lungo tempo esprimono conclusioni inaspettate, assoluzioni impreviste e trattamenti poco attinenti alla rigidità dovuta a soggetti poco affidabili. Leggiamo di tanti che ne escono puliti nonostante inchiodati da prove schiaccianti, di valutazioni giudiziali poco consoni alla realtà dei fatti, ma molto "amichevoli" nell'interpretazione dei fatti, insomma per non annoiarvi, conoscete bene il cattivo funzionamento della nostra giustizia non solo per i tempi biblici, ma anche per le aspettative di chi conta molto nelle condanne e rimane deluso per l'eccessivo garantismo e le sentenze emesse per "amici" che meritano interpretazioni fuori da ogni logica, ma esattamente congegnate dal giudice compiacente. Un episodio accaduto qualche giorno fa, forse passato inosservato per coloro che non approfondiscono e si contengono per comprendere fatti e storie di questo paese, ha meravigliato molto i lettori che si sono addentrati nella lettura. Giuseppe Graviano, boss del mandamento di Brancaccio a Palermo, in galera dal 1994 e condannato al 41 bis, è un grosso personaggio della mafia siciliana. Coinvolto in tanti loschi affari e sotto pressione per una serie di confessioni che centellina perfettamente con una lentezza esasperante, mentre era in collegamento video durante una fase processuale e sotto interrogatorio del procuratore, ha ammesso candidamente di aver concepito un figlio nel 1998 (era al carcere duro dal '94) e non ha voluto aggiungere molto a questa sua ammissione perché sono fatti personali. Orbene, la domanda nasce spontanea: "E' uscita una provetta con il suo liquido seminale dal carcere, oppure la moglie è entrata in "cella" per consumare un rapporto che seguiva il loro matrimonio? Lui su questo non risponde precisamente, quasi a beffeggiarsi dei giudici dice: "Non abbiamo dormito insieme in cella, non volevo che i miei figli nascessero in Italia e infatti sono nati in Svizzera dove mia moglie ha partorito". Insomma e in parole povere: Graviano era all'epoca rinchiuso all'Ucciardone, in pieno regime del 41 bis, pare che la donna sia entrata nel settore proibito chiusa in un cesto della biancheria e tutto questo, stando ad alcune dichiarazioni, sia avvento grazie alla complicità di alcuni agenti del GOM. Resta comunque un fatto certo: o sia entrata la moglie o sia uscita una provetta, resta la violazione del carcere duro. "Un medico ginecologo mi istruì sul modo per procedere". Oltre questa frase Graviano non va, non si sbilancia e ha messo in subbuglio la corte, il corpo delle guardie carcerarie e tutto il sistema del 41 bis. Non so come andrà a a finire: Graviano sta rilasciando importanti dichiarazioni, sta parlando molto su Berlusconi e dei suoi rapporti con lui. Sicuramente sono argomenti più importanti del concepimento di un figlio in carcere mentre è guardato a vista. Rammento infine uno slogan usato da tutti coloro che avversano il 41 bis e si servono da sempre, di uno striscione molto chiaro e garantista: "41 Bis = tortura". Sarà anche vero, però ci scappano anche i figli: o per una scopata o per una donazione seminale!
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