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Messaggi del 13/03/2020

"E PER DOPO CHE PROGRAMMI AVETE?"

Post n°3505 pubblicato il 13 Marzo 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Sapete quella classica domanda, banale e scontata che si rivolge generalmente a parenti e/o amici? "Per la Pasquetta che programmi avete?", oppure: "Oh, l'ultimo dell'anno che fate?". Odiose e insopportabili, buttate giù così tanto per conoscere gli orientamenti degli altri. In fondo, a chi pone la domanda non interessa molto sapere cosa faranno gli altri, lui il richiedente, ha già i suoi impegni e degli altri, frega poco. In realtà credo vi sia una occasione, una circostanza, per la quale vorremo porre la domanda ovvia e consunta dal tempo: una curiosità legittima e personale che presumo di condividere con voi e azzarderei sostenere che parlarne tra noi, potrà solo farci bene iniettandoci speranzoso ottimismo per un "dopo" che prima o poi dovrà...deve arrivare: "E dopo il dramma del covid-19, quando tutto sarà tornato alla normalità, cosa contate di fare?". Ci sto pensando, darò un calcio alla negatività e farò entrare la positività nei miei pensieri. Vediamo se vi coinvolgo e spazziamo, sgombriamo il campo da quel pessimismo torbido che ci deprime un bel po'! Quando sarà passata la buriana e metterò il naso fuori di casa, la prima cosa che farò sarà riprendere il solito giro mattutino intorno al mio quartiere: prenderò il solito caffè a casa, scenderò e lentamente, dopo aver acceso il solito mezzo sigaro appena fuori il portone, mi avvierò per la mia passeggiata. Con una piccola differenza però: al contrario di quando lo facevo prima che il virus inibisse me e le mie abitudini quotidiane, vorrò incontrare tutte le persone che incontravo prima perché abitudinarie come me, e salutarle con gioia e con un sorriso sulle labbra. Una stretta di mano e un saluto cordiale a suffragare una vecchia ma semplice conoscenza. Prima era una tortura, un rottura di scatole: "Ehilà Carle', come va?". Me l'hanno fatta odiare quella domanda fatta nel lungo tempo: molti me la ponevano continuando a camminare dopo esserci incrociati, altri invece mi fermavano per scambiare due parole, ma io tagliavo corto e speravo che mi mollassero subito! Farò questo con molto piacere, anzi quasi non vedo l'ora di procedere come ho detto. Un'altra cosa che farò, sarà chiamare i miei tre vecchi amici e prenotare uno dei nostri incontri speciali: non vedo l'ora, è da tanto che non ci vediamo per una serie di impegni, poi il virus ha messo tacitamente il sigillo per un allontanamento necessario e pressante. Le telefonate o i "va' zapp" sventagliati a mitraglia non ci bastano più. Dopo un primo incontro da soli e al cazzeggio, passeremo a qualche cena con le signore anche loro stufe della comunicazione digitale. Speriamo di non incontrarci arrugginiti dalla inoperosità e di riprendere il ritmo che abbiamo sempre sostenuto da oltre cinquanta anni di frequentazione. Infine vorrò fare un follia, una iniziativa che non prendo da quando ero giovanotto e che da lungo tempo, mi ha sempre infastidito: immergermi nella folla, tra la gente che nella mia città riempie strade del centro e buona parte della città vecchia. Una movida che non ho mai amato, ma dopo la penitenza da clausura, non vedo l'ora di stare gomito a gomito tra la gente, tra risate e schiamazzi, tra persone che incedono senza una meta precisa e che vanno come acqua trasporta dalla corrente. Non so quante volte potrò farlo, ma una volta almeno, avverto la voglia di stare con gli altri. Senza conoscere nessuno, un ciao detto così tanto per salutare qualcuno, ma sono certo che sarà il ciao più importante della mia vita. Dopo questa brutta esperienza e sperando di mantenere la "buona salute", questa sarà la risposta a chi vorrà pormi la domanda: "Carle' e dopo che programmi hai?". In altri tempi lo avrei mandato affan'cucolo, ma oggi quelle che vi ho riferito saranno la mie cortesi risposte. E ora chiedo a voi: "E per dopo, che programmi avete?".

 
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