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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 07/10/2020
Hanno fatto di tutto, hanno escogitato modalità alternative e nuove proposte pur di non fermare le loro attività. Le grandi firme della moda mondiale, gli stilisti più noti e più richiesti, hanno adattato le loro sfilate alle esigenze del momento imposte dal covid. Pertanto già per le collezioni primavera/estate 2020, avevano pensato di evitare le classiche passerelle per le sfilate e hanno organizzato un po' ovunque gli scenari per mostrare i nuovi modelli. All'aperto in particolare, preferendo contesti artistici o scorci memorabili in località marine, hanno ridotto il pubblico presente e hanno ottenuto ottimi risultati. Altrettanto hanno deciso per far sfilare modelle e modelli per le collezioni autunno/inverno 2020 e altre soluzioni sono state proposte: chi ha scelto la tv, chi luoghi semichiusi, chi ha evitato il pubblico presente e ha mantenuto luoghi chiusi, ognuno ha fatto la sua parte con successo. Ebbene, ricordo molto bene, seguendo le vicissitudini per organizzare le loro sfilate, che molti noti stilisti prevedevano di fornire una visione diversa dai soliti canoni stilistici: la necessità, a sentire loro, era avvicinare il grande pubblico, quello che alla fine veramente consuma con prezzi abbordabili, la moda e gli abiti al "normale abbigliamento", per esempio, di una donna fermo restando eleganza e originalità. Gucci addirittura ha lanciato la modella che ha infiammato la rete (scrissi un post) proprio per smontare i concetti fondamentali che riguardano le modelle: se sono belle e bone, tutto ok, ma se sono racchiette, decisamente no! Fu il caso di Armine Harutyunyan che pose in imbarazzo i pirati del web. La ragazza era particolare e non rispettava i canoni di quella bellezza che tutti ci aspetteremmo. Ma apostrofarla con apprezzamenti e battute poco consone, fu un'esagerazione. Quindi una svolta epocale per contenere tutti, belli e brutti, smilzi e grassi, in unica collezione con taglie più comode e aspetti poco vicini alle fate, ma alle donne tutte interessate con capi per niente appariscenti e pronti per essere indossati senza remore da chiunque. Ho dato un'occhiata in giro: a Parigi, ci sono state tante sfilate e più o meno siamo al solito: capi improponibili che anche possedendo soldi per acquistarli, una donna o un uomo, non porterebbero mai in giro. La foto in alto credo sia più eloquente delle mie parole. Il primo a destra sembra vestito "normalmente", mentre gli altri...non so, giudicate voi! E così tanti altri casi più o meno discutibili. La sorpresa grossa è arrivata proprio da Gucci che sosteneva di voler produrre moda più vicina alle esigenze delle donne e degli uomini che vogliono indossare il prestigioso marchio per andare in strada e passeggiare come fanno in tanti.
"Si torna indietro alla società patriarcale e alla identità del genere maschile intrisa di luoghi comuni e stereotipi tossici e violenti". Dice Alessandro Michele direttore creativo di Gucci. Beh...io non mi intendo di moda, ma se lo dice lui...dovremmo tornare bambini, tutti uguali e romantici.
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