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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 18/05/2018
Come era facile prevedere, a un cratere attivo che sembri dormiente e per niente pericoloso, togliendogli il tappo, erutta lapilli, lava e...miasmi. Fabrizio Corona ha ricevuto la stura dal Tribunale per ottenere la tanto desiderata libertà di parlare liberamente, di rilasciare interviste e di usare il web.Cosa pensavano i giudici che avrebbe fatto di necessità virtù? Non ha perso tempo per godere della sua proverbiale verve e libertà di parole, di gesti e comportamenti. A "Stasera Italia" programma serale in onda su Rete4 (Mediaset), il conduttore Giuseppe Brindisi aveva avviato una conversazione con una ospite molto nota al pubblico TV: Alba D'Eusanio, opinionista, conduttricee giornalista. Fatalmente il discorso è caduto su Fabrizio Corona, quando improvvisamente, il buon Fabrizio non trovandosi presente e non essendo d'accordo con quanto sostenesse la signora Alba, ha telefonato in diretta e con tono brusco e incazzato, ha aggredito verbalmente la donna piuttosto spiazzata: "Alba D'Eusanio mi ha leccato il c**o per 5 anni". Lei, sorpresa, ha immediatamente replicato: “Guarda ciccio, io non ti ho mai leccato nulla perché mi hai sempre fatto schifo, nel vero senso della parola. Devo usarlo questo termine. Il fatto che io dica che tu sei un personaggio negativo non ti dà alcun diritto di mancare di rispetto alle persone. È questo è ciò che ha fatto dite un personaggio negativo. Hai mancato di rispetto a tua madre, a tuo padre, a tuo figlio e alle tue donne”. Beh, Il conduttore a questo punto voleva concedere una replica a Corona, invitandolo però ad un linguaggio più consono ed educato. Lui, purtroppo, da persone molto elegante, aveva già chiuso il telefono. Giudicate voi, io l'ho sempre detto e continuerò a dirlo: Fabrizio Corona potrà avere tutte le scuse e tanti argomenti per giustificarsi, ma come sostiene la D'Eusanio, lui è così e non cambierà mai e ne vedremo e sentiremo delle belle ancora. Ormai la libertà la ottenuta e rimane sempre un potenziale aspirante alla galera, l'unico posto dove sia un santo. So' i fedeli che stanno fuori!“
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Non mi sorprendono i dati relativi agli acquisti on line riscontrati per il 2017. L'Italia, a conti fatti, è tra le ultime nazioni europee a comprare in rete. Solo il 32% si serve dell'e-commerce e se pensiamo che il Regno Unito riporti un 85% è significativo, ancor più se altri stati della mittel Europa e del nord come Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Lussemburgo sono appena sotto con percentuali poco più basse. I tecnici sostengono che questo sia dovuto al notevole ritardo delle strutture informatiche che interessano il nostro paese cosi come quelle di Cipro, Bulgaria e Romania. Certo, è una ragione per la nostra bassa percentuale ma credo che non sia l'unica, infatti, subentra la cultura di un paese, la sua capacità, la sua evoluzione sociale e culturale a renderla competitiva. Non è un caso che siamo sotto con i paesi che ho appena citato, siamo diffidenti, siamo poco avvezzi a relazionarci con il virtuale, noi vogliamo persone e non video. A parte i tanti articoli disponibili in rete, le voci maggiori che riguardino quel 32% sono riferite all'abbigliamento, ai viaggi, alle vacanze e agli articoli casalinghi. Poi tutto il resto come libri, hardware, PC e comunicazione, sono tutti al di sotto del 10%. Sono convinto che per noi italiani, alla luce dei dati e della giovane età dei consumatori sul web, siamo levantini per DNA, siamo prudenti e attenti alle compere: noi siamo quelli del negozio con il personale, con il commesso; siamo quelli pronti a relazionarci non solo con l'articolo che vogliamo comprare ma con il commesso/a che deve servirci. Siamo troppo abituati a vedere, toccare e analizzare la merce, facciamo ispezioni sull'articolo che nemmeno i NAS potrebbero fare, tanto siamo precisi e puntigliosi. Come potremmo farci mai convincere da prezzi molto più convenienti in rete? Il prezzo troppo buono ci insospettisce, ci allarma, ci induce a pensare che vi sia il trucco. Ecco perché dobbiamo andare nei pochi negozi che ancora sopravvivono, abbiamo solo quel modo e sappiamo come servircene. Un capo che a casa riscontriamo difettoso oppure non indossabile perfettamente, lo riportiamo indietro a termini di legge, e dopo attenta e ulteriore scelta, riproviamo e lo portiamo a casa. Chi si metterebbe mai a comprare on line, ricevere l'articolo e poi, in caso di capo non gradito, rifaccia il pacco e rimandi indietro tutto aspettando il nuovo pacco magari con il pericolo di ripetere la sceneggiata? Infine, ci sarebbe il pagamento in rete che tiene sulle spine a causa delle cattive notizie che ogni giorno leggiamo circa i raggiri esperiti in tutti i modi. Su andiamo, siamo noi quelli che manchiamo in quella percentuale del 32%: noi dagli "anta" in su, noi un po' più avanti negli anni che ci limitiamo a ragionare con la testa ficcata nel reale e no nel virtuale: volete mettere una bella e sana discussione con un commesso/a contro una inutile e poco divertente litigata con una mail? ON LIVE è bello!
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