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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi di Giugno 2017
Voglio rendere omaggio e coinvolgervi per festeggiare i settant'anni della gonna a "ruota". Intuizione e realizzazione dovuta nell'immediato dopoguerra al magico Christian Dior, fu presentata nella maison dello stilista nel 1947. Detta a "corolla" o a "ruota" questo abito non mostra la sua età, ancora oggi e soggetto di moda attualissima e la sua forma base resta immutabile nel tempo. Quanti ricordi, quante belle gambe si cominciarono a vedere grazie alle folate di vento: per strada era uno sventolio, la donna avvertiva a naso che i tempi cambiavano, la società finalmente dopo gli anni bui della guerra, si apriva alle novità e con gli inizi degli anni cinquanta era una conferma per la personalità delle donne giovani e frettolose di abbandonare il vecchio guardaroba da educandato per qualcosa di frivolo e leggero: con vita alta era un turbinio moderato di ruote e corolle, e non solo il passo e l'andatura ne provocavano il movimento, ma anche la malizia immancabile di chi sa cosa voglia mostrare. A quei tempi le auto non avevano le portiere antivento e fatalmente noi ragazzi, appena un'auto si fermava per far scendere una donna, eravamo tutti pronti a sbirciare. Specie se aveva una vestito bello largo, la visuale appena sopra il ginocchio era assicurata e noi eravamo affascinati per un solo pezzo di gamba appena sopra il ginocchio! Con scarpe basse o con tacchi alti, lo spettacolo era assicurato e le versioni a seguire si sbizzarrirono per soddisfare tutti i gusti. Oggi si producono ancora e per tutte le occasioni, grazie alla sua versatilità va bene per tutti i look. Ogni mise particolare è un must e anche se conserva un po' del suo sapore retrò, non ci stancheremo di apprezzarla. Le mode cambiano ma la classica gonna o vestito a ruota, specie a vita alta, resta un "allure bon ton" alla francese.
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Se il "Time Magazine" ha ritenuto opportuno inserire Bana Alabed, una bimba siriana di sette anni, tra i venticinque personaggi che più contano al mondo, grazie ai twetter che postano sui social, una buona ragione deve esserci. Lei ci crede, nella sua ingenuità, nella sua semplicità di bambina che alla sua età dovrebbe essere spensierata e vivere con leggerezza la sua tenera fanciullezza, lei twitta così: "Mi chiamo Bana, ho sette anni e parlo al mondo da Aleppo est". Miglior biglietto da vista questa bella bambina non poteva presentarlo: vive il dramma della guerra e informa tutto il mondo, come lei e tutti i bambini di quella terra martoriata senza pietà con bombe e guerra a volontà, che la vita continua, sono ostaggi di tutti e di nessuno e non si fermano, hanno coraggio e compiono gli stessi gesti quotidiani, quelli che ogni giorno farebbero in un contesto di pace e normalità. "Non posso uscire di casa, stanno bombardando, per favore fateli smettere". Già...io lo scrivo, voi leggete, 360 mila persone da settembre seguono su twitter la piccola Bana che intanto ha festeggiato i suoi otto anni, eppure da allora, da quando abbia conquistato con la sua lucida ingenuità, qualcuno è mai riuscito a farli smettere? Qualcuno ha mai tentato di fermare l'orrenda guerra che per Usa e Russia sembra un gioco da maschiacci a chi "Ce l'ha più grosso" l'armamentario? Bombe chimiche? Certo, a piacere, come e quando vogliono, con Assad che fa il bello e il cattivo tempo. "Vorrei vivere come gli altri bambini, ma mi sento inquieta. Aleppo è una grande bella città, ma abbiamo bisogno di pace". Da Dicembre, la piccola Bana e la sua famiglia sono stati portati via da Aleppo e trasportati come profughi in Turchia. Vivono nella speranza di tornare a casa e dimenticare in fretta ciò che i loro occhi e i loro cuori hanno visto: la guerra, la maledetta guerra!
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