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influenza suina,

Post n°34 pubblicato il 18 Luglio 2009 da monikemax

Nelle ultime settimane la televisione propone incessantemente i recenti avvenimenti in Messico relativi alla diffusione di un ceppo di virus della febbre suina. Questo ceppo virale sarebbe in grado di trasmettersi da uomo a uomo. 

La febbre suina denominata Swine influenza virus (SIV),  si trasmette da uomo a uomo per via aerea come le comuni influenze.

In realtà, la febbre suina infetta ogni anno diverse persone, per esempio negli Stati Uniti nel periodo da dicembre 2005 a febbraio 2009 sono stati osservati 12 casi. Quello che sembra preoccupare particolarmente, nel caso specifico del focolaio messicano, è l’incremento di persone infettate, nel giro di poche settimane. Ciò ha condotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a incrementare, cautelativamente il livello di allerta.

L’occorrenza dei casi è maggiormente rilevata tra quelle persone che sono state a contatto con i suini malati in condizioni igeniche molto precarie. L’alimentazione a base di carne suina non aumenta le probabilità di contrarre l’infezione. 

Negli Stati Uniti, a differenza del Messico dove vi sono molto zone igenicamente depresse con una vicinanza uomo-animale molto alta, i vari casi rilevati si sono risolti in modo abbastanza rapido o spontaneo (come una normale influenza) con una minima somministrazione di farmaci. 
Oltre a New York, gli altri Stati che hanno registrato casi di influenza suina sono Ohio, Kansas, Texas e California. Il Governo Usa procederà a breve alla distribuzione di 11 milioni di kit antivirali con i medicinali Tamiflu (La Roche) e Relenza (Glaxo SmithKline) che hanno effetti su questo tipo di virus.
Anche in Europa, si rilevano, come normale (dato l’enorme flusso di persone in spostamento), i primi casi riconducibili al ceppo di influenza suina.

I sintomi hanno tratti in comune con quelli della normale influenza, prevalentemente a carattere respiratorio e possono essere accompagnati da nausea, vomito, diarrea. Comunque, al momento non si conosce perfettamente né l’estensione né si hanno sufficienti informazioni sul particolare ceppo di influenza umana derivata da quella suina.

Per la cura sembrano essere utili i comuni antivirali come l’Oseltamivir la cui efficacia non è del tutto dimostrata poichè nell’ultima influenza invernale non ha dato buoni risultati nel 90% dei casi contrariamente al Zanamivir (ulteriori informazioni qui) che è stato risolutivo per sanare dall’influenza normale. Entrambi i farmaci raccomandati per l’influenza si sono dimostrati efficaci contro campioni virali della nuova malattia. Il Centro Novartis and Diagnostics di Siena assicura che il virus è stato isolato e si sta procedendo alla produzione di un vaccino che si pensa non potrà essere disponibile prima di ottobre 2009.

Il Ministero ha attivato un Call Center che risponde al numero telefonico 1500 e che fornisce informazioni alla popolazione ed agli operatori in caso di emergenze sanitarie. Il Call center risponde da rete telefonica fissa e dai cellulari.

Intanto, fermo restando le necessarie cautele e il consiglio di rispettare le fondamentali norme igieniche, la pressione mediatica che già ripropone lo spettro di una pandemia, rischiando di generare un caso riconducibile a quello dell’influenza aviaria di qualche anno fa. L’influenza aviaria pur manifestandosi secondo un nuovo sottotipo di virus in grado di infettare gli esseri umani, non si diffuse fra uomo e uomo, salvo soltanto rare e controllate istanze causate da stretto contatto.

La paura di una pandemia nel caso dell’influenza aviaria generò, in tutto il mondo, grosse perdite soprattutto per quelle aziende che fondavano la propria attività sull’allevamento di gallinacei, ecc., provocando un pesante crollo dei polli venduti macellati e preconfezionati, mangimi, ecc. D’altra parte il timore eccessivo indusse tutti gli Stati (inclusa l’Italia con eccessi non giustificati se paragonati con altri Stati) a ricorrere ad approvvigionamenti di quantità (spesso abnormi) di dosi di antivirali con enorme e significativi vantaggi per le case farmaceutiche a cui furono assegnate le commesse per la produzione del vaccino.
A titolo esemplificativo degli eccessi, si consideri che in totale, il Governo Usa, dispone di uno stock di 50 milioni di preparati anti-influenza virale (su 300 milioni di abitanti). L’Italia, come recentemente annunciato dal sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, dispone di 40 milioni di dosi di antivirali (su 60 milioni di abitanti).

In un periodo di grande crisi economica, con perdite significative anche per le stesse case farmaceutiche, la rievocazione dello spettro della pandemia, solleva alcuni dubbi, soprattutto alla luce del flop dell’aviaria.
Infatti, anche per la febbre suina, a partire dagli Stati Uniti e a causa di molta disinformazione, iniziano a riproporsi ingiustificati crolli dei prezzi di pancetta e mangimi, inoltre si annuncia già la necessità di approvvigionamenti di antivirali. Questi approvvigionamenti, ovviamente, sarebbero da attuare in termini preventivi.

Per il momento, ci si può limitare alle seguenti norme basilari:

  • ridurre i viaggi nelle zone a maggiore diffusione (in questo caso il Messico);
  • lavarsi frequentemente le mani, specialmente quando c’è stato contatto con altra gente o superfici potenzialmente contaminate può essere d’aiuto.                                                                                                                    

 

(questo articolo è stato tratto da un blog di medicina)

 

 
 
 
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