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26/04/2006
Diario del 1986 - dopo la catastrofe nucleare
di Cernobyl
Cernobyl è nell' aria. Solo a poco a poco acquisisco consapevolezza delle dimensioni e delle conseguenze che ha questo avvenimento in realtà. Non è solamente nell' aria, ma allora particolarmente sulle piante, al suolo, nell' acqua.
Con lo spuntare di verde tenero in varie sfumature e di fiori selvatici a colori luminosi, anche io avevo appena cominciato a svegliarmi ed a nutrirmi della luce del sole e della natura, dopo un periodo di letargo e di gioia di vivere diminuita. Esteriormente quella bellezza c' è ancora davanti alla finestra, sui prati, nel bosco - come ogni anno quando la primavera si manifesta con tutte le sue forze - ma, all' improvviso questa bell' immagine ha qualcosa di sinistro, inconcepibile e minacciosa.
Non sono più in grado di goderla senza nubi.
Ogniqualvolta i miei occhi colgono questa bellezza, mi viene in mente il pensiero che tutto quello che vedo - anche se invisibile ed inimmaginabile per me - contenga delle particelle radioattive che provengono da Cernobyl.
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