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27/04/2006
Diario del 1986... Cernobyl
Un luogo tanto lontano che, normalmente, né m'interessa né mi colpisce quello che succede da queste parti. Ed ora che noi umani ci serviamo di tali invenzioni che non padroneggiamo, con una catastrofe del genere la distanza diminuisce e le conseguenze giungono fino alla mia vita quotidina.
Del tutto contro le mie abitudini prendo l' ombrello quando piove. E i fiori sul prato e sul ciglio della strada - posso mai coglierli ancora?
Prima mi piaceva tanto stare rannicchiata tra loro, guardarli, toccarli e coglierne alcuni per metterli in un vaso o seccarli tra le pagine di un libro.
Il prato ai margini del bosco, dove ho preso sole per la prima volta quest' anno - come ero contenta di starci sdraiata ancora spesso nei prossimi giorni - non ci vado più. La mia vitalità appena ridestata è frenata; e penso, forse Cernobyl è solo l' inizio.
seconda parte
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