13 Marzo 2007 - 21:24
Emozione ragione e mente. Parte 1
La ragione contrariamente a quanto comunemente appare non è “pura” e distinta dai sentimenti e dall’emozione considerati come intrusi disturbatori entro le sue mura.. Questi invece potrebbero essere intrecciati nelle sue reti. Sia nell’evoluzione sia in ogni persona le strategie della ragione umana probabilmente non si sono sviluppate senza la forza guida dei meccanismi di regolazione biologica dei quali emozione e sentimento sono espressioni notevoli.
In questo senso certi aspetti del processo dell’emozione sono indispensabili per la razionalità. Nei casi migliori i sentimenti ci volgono nella direzione giusta, ci conducono al luogo per noi appropriato di uno spazio decisionale nel quale possiamo fare bene operare gli strumenti della logica. Quando dobbiamo formulare un giudizio morale, decidere sull’andamento di una relazione personale, scegliere come non trovarci privi di mezzi nella veccchiaia, o semplicemente decidere che cosa fare negli anni che verranno, siamo di fronte all’incertezza. Emozione e sentimento, insieme ai processi fisiologici che ne costituiscono la base nascosta, ci assistono nello scoraggiante compito di prevedere un futuro incerto e di pianificare in sintonia le nostre azioni.
L’essenza di un sentimento non può essere una qualità mentale elusiva legata ad un oggetto, ma piuttosto la percezione diretta di un paesaggio specifico, quello del corpo. La neurologia ha avanzato l’ipotesi che le reti critiche su cui si fondono i sentimenti comprendono non soltanto la collezione di strutture cerebrali nota come sistema limbico, ma pure alcune delle cortecce cerebrali che integrano i segnali provenienti da tutto il corpo e ne generano le mappe del se corporeo.
L’essenza dei sentimenti può essere descritto come qualcosa che possiamo vedere attraverso una finestra che si apre direttamente su un’immagine –continuamente aggiornata- della struttura e dello stato del corpo. Se si immagina quel che si vede dalla finestra come un paesaggio, allora, la “struttura” del corpo è analoga alla forma degli oggetti in uno spazio, mentre lo “stato” del corpo assomiglia a luci, ombre, movimento e suoni degli oggetti in tale spazio. Nel paesaggio del corpo gli oggetti sono i visceri (cuore, polmoni, intestino, muscoli); luce, ombra, movimento e suono rappresentano un punto nell’ambito di funzionamento di tali organi, in un dato istante. Nell’insieme, un sentimento è la “veduta” momentanea di una parte di quel paesaggio del corpo.
Poichè il senso di tale paesaggio del corpo è affiancato, nell’esperienza temporale alla percezione ed alla reminescenza di qualcos’altro che non è parte del corpo –un viso, una melodia, un aroma- i sentimenti finiscono per essere “qualificatori” di tale qualcos’altro. In tale senso i sentimenti sono i sensori per l’accoppiamento o meno tra natura e circostanze. Intendendo per natura sia quanto abbiamo ereditato come pacchetto di adattamento geneticamente organizzato, sia quello che abbiamo acquisito nello sviluppo individuale, attraverso interazioni con l’ambiente fisico e sociale in modo consapevole e voluto oppure no. I sentimenti, insieme con le emozioni da cui provengono non sono un lusso: essi servono come guide interne, ci aiutano a comunicare agli altri significati che possono guidare anche loro.Sono il risultato di una straordinaria sistemazione biologica che ha fatto del cervello l’avvinto uditorio del corpo. Essi sono cognitivi come le altre percezioni.
I sentimenti ci consentono di dare un’occhiata all’organismo in pieno fervore biologico, di cogliere un riflesso dei meccanismi della vita stessa nel loro operare.
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