Vorrei. Incontrarci in un luogo né mio né tuo. Giungervi insieme e insieme ripartire. Questo mi risparmierebbe il supplizio di dover restare.Sono sempre io a restare; tu sei quello che parte. Che arriva dimora sbrana presidia a volte invade, e poi se ne va. Percorri il perimetro della mia stanza dando una fugace occhiata alle mie cose - come se non fossero un riverbero di me; scompigli coperte e lenzuola del mio letto – come se non fosse la mia umida alcova; riempi le sedie e il pavimento dei tuoi panni – fino a far scomparire i miei; in un minuto sei già nudo e mi attiri a te. Letto sfatto, biancheria sparsa tra camera bagno e soggiorno, biancheria sporca, pregna di umori, biancheria da raccogliere e ficcare nel cestello della lavatrice, al più presto senza troppo aspettare. Altrimenti gli odori satureranno l’aria, e masticherò odori nei giorni a venire, quegli odori sessuali così incolpevoli e così devastanti, annidati negli anfratti, che esalano dai recessi del mio corpo e mi inchiodano al ricordo, alla fustigazione del ricordo, al vuoto e alla solitudine del presente, e all’esorcismo non riuscito della mancanza. Non sono sicura di poter resistere all’impatto con gli odori. Gli odori sono così resistenti.La stanza i vestiti, e la pelle, poi: ogni sua sporgenza cavità anfratto è impregnato di odori. Gli odori divaricano le gambe della memoria e non puoi sottrarti dallo sprofondare in essa.Gli odori sono segni di una assenza e spesso tracce di un dolore. Gli odori di questa stanza in questa mattina tarda già quasi meriggio sono un’istigazione alla violazione della propria integrità fisica.
Odori
Vorrei. Incontrarci in un luogo né mio né tuo. Giungervi insieme e insieme ripartire. Questo mi risparmierebbe il supplizio di dover restare.Sono sempre io a restare; tu sei quello che parte. Che arriva dimora sbrana presidia a volte invade, e poi se ne va. Percorri il perimetro della mia stanza dando una fugace occhiata alle mie cose - come se non fossero un riverbero di me; scompigli coperte e lenzuola del mio letto – come se non fosse la mia umida alcova; riempi le sedie e il pavimento dei tuoi panni – fino a far scomparire i miei; in un minuto sei già nudo e mi attiri a te. Letto sfatto, biancheria sparsa tra camera bagno e soggiorno, biancheria sporca, pregna di umori, biancheria da raccogliere e ficcare nel cestello della lavatrice, al più presto senza troppo aspettare. Altrimenti gli odori satureranno l’aria, e masticherò odori nei giorni a venire, quegli odori sessuali così incolpevoli e così devastanti, annidati negli anfratti, che esalano dai recessi del mio corpo e mi inchiodano al ricordo, alla fustigazione del ricordo, al vuoto e alla solitudine del presente, e all’esorcismo non riuscito della mancanza. Non sono sicura di poter resistere all’impatto con gli odori. Gli odori sono così resistenti.La stanza i vestiti, e la pelle, poi: ogni sua sporgenza cavità anfratto è impregnato di odori. Gli odori divaricano le gambe della memoria e non puoi sottrarti dallo sprofondare in essa.Gli odori sono segni di una assenza e spesso tracce di un dolore. Gli odori di questa stanza in questa mattina tarda già quasi meriggio sono un’istigazione alla violazione della propria integrità fisica.