La ragazza coi baffi

Tu che mi chiami Tulipano


È che manco a me stessa, è che spunta improvviso il tulipano, ma il tulipano è solo, si guarda attorno e non si riconosce; è che ciò che per te è improvviso e inatteso per me è un movimento già noto già abusato è un movimento consumato, ma tu le mani spellate non le vedi e non vedi nemmeno i gomiti sbucciati e le toppe messe sulle ginocchia: io mi muovo così, spunto quando meno te l’aspetti e tu ti diverti e fai una piccola deviazione e modifichi la traiettoria e pensi: che forza, che bel movimento inatteso, e invece io me l’aspettavo proprio, io faccio così, è che io faccio sempre così; e tu non vedi che mi manca la terra sotto lo stelo, e tu non vedi che sono semplicemente senza radici, per quanto tulipano, tulipano spuntato all’improvviso tra le spighe. È che vorrei essere spiga, spiga tra le spighe, una spiga ben piantata una spiga che cresce piano una spiga non improvvisa.