Creato da dea_mendicante il 27/03/2008
di latta. baffi di latta.

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Un pesce di nome B.

Post n°3 pubblicato il 11 Aprile 2008 da dea_mendicante

Di latta perché lei un giorno mi chiese di guidare un trenino di latta e allora ci voleva un macchinista di latta con dei bei baffi di latta che solo io potevo indossare, e così tutto divenne di latta ed io mi misi alla guida con un braccio fuori dal finestrino perché sui treni di latta si può e con una mano sulla leva della velocità una velocità moderata anch’essa di latta che non scomponesse i miei baffi di latta da lucidare ad ogni partenza e arrivo.
Di latta perché lei un giorno mi disse che sarebbe vissuta tutta la vita tra i pesci se avesse avuto due branchie e una coda decente, e allora fece un pesce di carta e me lo donò, poi prese una matita e segnò il punto di inizio del mare più che un punto era una linea e il bello era che non se ne poteva segnare la fine né con punti né con linee, il mare non ci sta a finire e lei voleva essere un pesciolino per stare in un posto che non finisce e avere come casa un’alga.
Di latta perché lei un giorno mi fece una promessa la promessa di un viaggio su binari disegnati da lei e poi disse no, faccio che disegno un ratto con una frusta ad anelli sul didietro, una coda, dico io, sì, dice lei, una bella codazza da ratto perché questa è la stagione dei ratti.
Perché questa è la stagione dei suoi incubi ma gli incubi svaniscono basta accendere una torcia basta avere le pile di riserva una matita per lei e un occhiale per me e si parte e si va.

Non sarà il mare non sarà sempre ma si va, e guido io coi miei baffi di latta e una mano fuori dal finestrino e una mano nella sua ché tanto il treno di latta lo sa, e va.

 
 
 

Scarti di lavorazione

Post n°2 pubblicato il 28 Marzo 2008 da dea_mendicante

Immagino di stare seduta sul bordo del letto, le gambe divaricate con dichiarata oscenità, la schiena leggermente reclinata all’indietro, mi appoggio sul materasso con la mano sinistra, l’altra si posa idealmente sulla tua testa.
La tua testa è tra le mie gambe, il tuo corpo accovacciato a terra in modo lascivo, visto da quassù, ma tu non puoi vederti, e questo mi eccita.
La tua bocca è aperta sulla mia fica, e la ghermisce come se fosse un gustoso boccone, da divorare con lentezza, come se fosse un frutto carnoso da consumare senza fretta, da ammorbidire da succhiare da leccare.
Sento i colpi della tua lingua sulla mia clitoride turgida e gonfia, i suoi scivolamenti, le sue rotazioni il suo affondare, riaffiorare, indugiare in superficie…
Non riesco a star ferma, l’istinto di imboccarti di riempire la tua bocca con la mia fica è irresistibile. Ti imbocco, ti ficco la mia fica in bocca, quasi non respiri cerchi di prendere un po’ d’aria tra un colpo e l’altro. Comprimo sempre più la tua testa tra le mie gambe, che stringo con forza attorno alla tua testa che apro fino a spaccarle.

 
 
 

Buccia di banana

Post n°1 pubblicato il 27 Marzo 2008 da dea_mendicante

Si afflosciò a terra con un tonfo
da lontano, stella già spenta,
suono in viaggio
demolizione organizzata.
La veste si gonfiò, con tutto quel taffetas che ricadeva su se stesso:
cadde il tonfo, e poi cadde lei,
seguendo la sua persona
le gambe cedono trovano il suolo
senza opporre resistenza
senza battito
Adagiata al suolo: le gambe diranno quando la risalita
in cima ai suoi tacchi di bachelite.
Inizio e fine di
cicli sempre uguali: centrifuga
con le dita,
primo strato: taffetas
senza opporre resistenza
come un pallone
perché era da fare
si gonfiò
anni luce prima.

 

 
 
 
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