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Valcavallina Superbike: difficile dimenticare...

Post n°116 pubblicato il 22 Maggio 2011 da mtbstefo

Valcavallina Superbike… un campo di battaglia vero e proprio...

La mia prima volta a Carobbio deglia Angeli… forse non l'ultima.
Questa edizione in ogni caso... sarà difficile da dimenticare!
Purtroppo i fotogrammi indelebili saranno quelli delle ultime massacranti discese: la stanchezza per le ripetute salite "spaccagambe"  si sono rivelate il peggior nemico in discesa: questi scoscesi single-track pieni di radici e sassi appuntiti affrontati a mente poco lucida possono trasformare una bella domenica di gara in un vero e proprio calvario... con conseguenze non trascurabili!
Come dimenticare quello stretto sentiero dissestato in cui mi sono trovato Paola dolorante reggersi un polso apparentemente fratturato e, pensiero che ancora non mi molla… quel ragazzo a terra, immobile, in attesa di soccorsi che non arrivavano. Difficile purtroppo è dimenticare l'arroganza e la stupidità di chi, pur vedendo simili situazioni, oltre a non accennare la benché minima intenzione di fermarsi a dare una mano, pretende che gli improvvisati soccorritori si facciano da parte per farlo passare…

Ma ripartiamo dall'inizio di questa torrida domenica di Maggio...
Alle 6:30, dopo aver caricato bici e biker, siamo già in carovana verso Mantova guidati dal pick-up di Marino: il termometro dell'auto segna già 20°C... per cui già si immaginano temperature "ostili", soprattutto su quelle salite divenute ormai leggendarie su varie recensioni e video...
Alle 8:15, dopo un breve tratto di autostrada tra Brescia e Bergamo, siamo già nei pressi di Carobbio degli Angeli: fatichiamo un attimo a trovare la strada, visto che pure in prossimità del paese la segnaletica è quasi assente...
Finalmente, dopo un paio di tentativi, raggiungiamo il "campo base", installato nel parcheggio del cimitero di Carobbio. Superfluo ogni commento, ovviamente.

La consueta vestizione e allestimento dei mezzi sono conditi dagli immancabili ritornelli da bettola del mitico Busco e dalle solite "frecciatine", vero e proprio innesco di "amichevoli" sfide interne alla nostra formazione... C'è anche chi, insieme a qualche dente della doppia, cercherà di togliersi pure qualche sassolino dalle scarpe... ne vedremo di belle!

Ore 9:30. Ci dirigiamo verso il centro del paese e, dopo un caffettino al bar, entriamo nell'affollata griglia allestita nella strada principale del paese.
L'aria comincia a scaldarsi, sia per il sole cocente che per la tensione che elettrizza gli ultimi minuti prima del via... Un'ultimo controllo alla pressione degli pneumatici, un "in bocca al lupo" ai compagni e lo sparo dello start riecheggia tra le strade del paesino bergamasco... partiti!
Dopo una serie di dolci su e giù asfaltati, trainati da un vero e proprio fiume in piena, inizia la prima salita su sterrato (Grena): una forestale con fondo compatto, molto regolare e con pendenze massime del 7-8%. Facile trovare il ritmo e... la presenza di "insidiose" maglie nere a destra e a manca mi fa cedere alla tentazione di aprire il gas, nonostante la gara sia ancora lunga e la parola d'ordine di chi l'ha organizzata sia «amministrare!». Rischio e, tra un tornante risalito all'interno, qualche pertugio fortuito tra i bikers ammassati nei tratti più ripidi e qualche posizione recuperata nei frequanti "ingorghi" dei primi 15 km, mi ritrovo alle spalle del Mitch, vistosamente affaticato.
Nonostante la prima salita affrontata non proprio all'insegna della prudenza e del risparmio di energie... sento che le gambe girano bene e che l'insidioso mal di gola che mi ha accompagnato per tutta la settimana non mi dà da fare più di tanto. Mi sforzo di sorseggiare acqua in tutti i tratti in cui posso staccare le mani dal manubrio (manovra tutt'altro che scontata, soprattutto nella seconda parte del percorso!), un po' per bagnare la gola secca e soprattutto per combattere l'inevitabile disidratazione che potrà aprire le danze dei crampi nelle ultime salite... I ristori saranno per questo l'occasione di rabboccare una borraccia quasi sempre vuota: non ho visto ristori particolarmente abbondanti, ma l'acqua era sempre presente... e pure fresca! Ottimo!
Siamo al 22° km e inizia il tratto più temuto e più chiacchierato tra i biker durante l'avvicimamento: «Adesso vedrai cosa ci aspetta...». E' la salita del Faeto, una cementata che si inerpica sul versante del monte omonimo con rampe dritte aventi pendenza pressochè costante del 22%: mostruoso.... ma meno lungo della salita a san Zeno di montagna affrontata solo una settimana fa...

Innesto il preziosissimo e immancabile "rampichino" e, fissando la ruota anteriore per evitare di lasciarmi distrarre dagli altri, trovo il ritmo giusto... quello che mi porterà, sui pedali, fino in cima. Una brevissima sosta al ristoro idrico, il tempo strettamete necessario per rabboccare la borraccia e infilarmi nella tasca posteriore una bottiglietta d'acqua fresca... e inizia il terribile 2° tempo di questa impegnativa partita...

Dopo un breve tratto di single-track più o meno in quota, inizia una serie di discese impossibili: radici, sassi smossi, rocce appuntite, pendenze importanti; non è tutto così... infatti, questi tratti tecnici sono intervallati da cementate pseudo-verticali caratterizzate dall'acre odore di "ferodo": se non vuoi schiantarti o scivolare sul ghiaietto che ricopre le curve devi frenare... e spesso... almeno io ci sono saltato fuori così!
Aldilà dei continui sobbalzi, delle strisciate contro i rovi, delle tre o quattro cadute "schivate" miracolosamente... la fatica più grande l'ho provata a livello di concentrazione: si arriva sfiniti e disidratati in cima al Faeto; chi imbocca quelle discese un po' troppo rilassato rischia l'osso del collo... Basta un attimo: come quando, in prossimità di un bivio dubbio (freccia a sx.... ma le strade che andavano a sx erano due!) mi sono girato un attimo per vedere dove andavano gli altri e mi sono ritrovato con la ruota anteriore infilata in una di quelle canaline di scolo assassine... Non so come ho fatto... fatto sta che sono riuscito a sganciare il piede sinistro e a buttarmi giù dalla bici prima che fosse lei a catapultarmi in mezzo a un roveto!

Tra il 30° e il 35° km avviene ciò che ha inevitabilmente infranto il clima goliardico pre-gara: nell'ultimo tratto di quel terribile single-track mi ritrovo Paola a lato del sentiero che si sorregge una mano, mentre Marino sta cercando di recuperare la sua bici; qualche metro più in in là ci sono alcuni biker fermi vicino alla scarpata, mentre un uomo del servizio sta urlando alla radio per chiamare i soccorsi. Un biker è steso a terra a fianco del sentiero; è coscente, ma non riece a muoversi. Mentre Marino cerca di aiutare Paola ad incamminarsi verso la vicina strada asfaltata, mi metto a segnalare l'incidente, invitando i biker a rallentare e scendere dalla bici. Arriva anche Davide. Inutile citare l'inciviltà di quegli "assatanati dal 500° posto assoluto in su" che, pure lamentandosi, hanno cercato di proseguire senza nemmeno scendere dalla bici...
Ci incamminiamo a piedi con Paola, quindi a poche decine di metri dalla strada Marino ci dice di ripartire perchè ci penserà lui ad aspettare l'ambulanza con l'infortunata.

Riparto con il dubbio di aver fatto tutto quel che potevo in quella situazione e, soprattutto, con l'amara consapevolezza che la festa sia comunque finita...
Mancano ancora circa di 10 km e un paio di centinaia di metri di dislivello: numeri modesti sulla carta... ma tutt'altra cosa sul campo! Ancora strappi spaccagambe, ancora discese non banali e, soprattutto, tanto tanto caldo.
Arrivano pure i crampi: su un sentiero particolarmente sconnesso, mentre spingo per scavalcare un masso, mi si "inchioda" il quadricipite destro... Scendo e di colpo mi si contrae il polpaccio... non so come stare... Cammino massaggiandomi energicamente la gamba: mi sento ridicolo... devo rimontare in sella al più presto, solo una pedalata regolare può ovviare all'inconveniente...
Mi rimetto finalmente in sella e ricompare il Mitch, con il quale percorro alcuni km... fino all'ultimo "dentello" della giornata (una bella cementata al 20%...): ingrano il rampichino e pian piano riesco a recuperare il Mitch, partito decisamente più allegro su quest'ultima salita... ma probabilmente sgasando l'ultima goccia di benzina...

Ultimo km... il cartello sembra quasi un miraggio! Catena sul "padellone" e via a spingere sull'ultimo pratone, quindi sulle vie lastricate di Carobbio... fino a tagliare il sudatissimo traguardo dei 45 km: 3h 22' che potevano essere 3h 15' senza la sosta... ma avrei decisamente preferito preferito metterci qualche minuto in più e sapere che tutti saremmo arrivati sani e salvi...

Che dire... un percorso veramente impegnativo, indubbiamente notevole sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista paessaggistico: fantastici i guadi e alcuni passaggi nel bosco... diciamo che la natura ci ha messo una buona mano!
Sinceramente su quelle discese "assassine" mi sarei aspettato maggior presidio: un ambulanza piazzata alla fine di quel tratto secondo me ci voleva...

 

Qui la traccia gps...

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LA PREMIATA SCUDERIA...

• Il "ferro" •
LYNSKEY PRO29 VF 2011
(in corso di allestimento)

Lynskey PRO29 VF 2011

 

• numeroventinove •
CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
(customized mtbstefo)

numerouno

• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
• Guarnitura: C'dale Hollowgram SI 36-22
• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
• Ruote: Mavic Crossmax SLR Disc 29er
• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

numerozero •
SPECIALIZED SIRRUS (1990)
"eterna"

Sirrus

 

VECCHIE GLORIE...

• numerouno •
CANNONDALE SCALPEL 1 2011
"Scalpitante"

numerouno

numerodue •
CANNONDALE TAURINE SL 2009
"Fedelissima"

tau1

SCOTT GENIUS TWENTY 2009
"numerounopersempre"

genius twenty

SCOTT GENIUS MC50 2007
"lamiaprimagenius"
genius mc50

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"laprimavolta"

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