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100 km dei Forti: Brevetto Nobili 2011 molto sofferto...

Post n°120 pubblicato il 21 Giugno 2011 da mtbstefo

Levataccia alle 4:00… e già qui partiamo scomodi…
L'appuntamento è fissato per le 5:15 all'area di servizio di Pegognaga, ma ci riuniremo con il resto del Team per una "seconda colazione" solo al primo Autogrill dopo Affi. Il sole comincia a splendere e questa domenica di gara si accende con le immancabili battute e con gli azzardati pronostici del "Club Vintineuv" (29")…
Arriviamo a Lavarone poco prima delle 8:00: il tempo di parcheggiare, scaricare le bici e siamo già in fila per il ritiro dei pettorali e del sontuoso pacco gara (bottiglia di vino, pezzo di formaggio Vezzena, marmellate, bavette, funghi secchi e pure una maglietta!). I tempi sono strettissimi e si respira abbondantemente la tensione di chi, in fila per la regolarizzazione, deve ancora vestirsi e magari preparare la bici…
Da una parte la fretta mi fa temere di dimenticare qualcosa di importante, dall'altra invece mi aiuta a risolvere i dubbi: non ho avuto molto tempo da dedicare alla bici durante la settimana e sabato ho sfruttato le uniche due ore a disposizione per improvvisare un cambio gomme sulla Taurine. L'idea è quella di correre con le Karma 1.95" davanti e dietro… ma il fondo battuto dalla pioggia nel corso della notte non mi lascia tranquillo… Se avessi avuto mezz'ora in più probabilmente avrei cambiato l'anteriore con la fida Nevegal 2.10"… ma il tempo non c'è stato… e il dubbio si è risolto da solo!
Ore 9:00. Siamo tutti in griglia, nella bellissima conca verde di Pian Palù; l'elicottero dello staff televisivo si alza e il giudice sparla lo "start". Si parte subito con un bel "tappo" sulla salita erbosa che ci riporta sulla strada asfaltata: innesto il "padellino" e, scartando i biker a piedi e lasciando sfilare i più assatanati, risalgo con calma la prima erta. Sento da subito di non essere "in bolla": fatico a spingere e sento le gambe già gonfie… Da questo momento fino agli ultimi sofferti km non farò altro che "dosare" le non ben definite risorse a disposizione per questa prova alpina…
I primi 20 km sono veramente duri, non per le pendenze, non per difficoltà del percorso… ma per questa sensazione di pesantezza aggravata dal pensiero costante degli 80 km da percorrere. Mi hanno sempre spiegato che nei "lunghi" occorre un gran lavoro "di testa" oltre che "di gambe"… ora non posso che confermare!
A queste prime difficoltà si aggiungono due aggravanti: il dubbio di aver azzardato un po'  troppo con un pneumatico 1.95" all'anteriore (con conseguente tensione nelle prime discese sassose); la solitudine, interrotta solo da qualche km pedalato insieme a "Niger", da un paio di passaggi con lo scalpitante Gallo poco prima dl bivio e con un paio di biker della Bulgarnò al primo ristoro dopo il bivio…
Insomma… tutti gli elementi per rendere efficace questa "sfida" personale su un percorso "lungo" (o almeno più lungo del mio solito…) erano al posto giusto…
Al fatidico bivio svolto con riverenza verso il percorso marathon: scambio un paio di battute con alcuni biker più rassegnati di me, quindi continuo a ripetermi di andare avanti con calma, che l'importante è arrivarci in fondo… La fame lasciata da una colazione troppo distante (erano le 4:00…) comincia a far lampeggiare la spia della riserva, ennesima insidia di questa avventura. Al primo ristoro mi rifocillo con pane e marmellata e comincio a stare decisamente meglio. I volontari che curano i ristori ci riempiono pure di complimenti e di incoraggiamenti… la gratuità e la gentilezza di queste persone lascia sempre una bellissima sensazione!
Inizia la famosa salita del Cherle, che alcuni biker hanno battezzato "il mostro" pochi km prima: una salita lunga ed estenuante, ma che con la parola d'ordine "dosare" riesco ad affrontare con una certa "scioltezza". In cima al passo Coe guardo il Garmin: 64 km circa e 1.750 m di dislivello superato… Ma come è possibile che a 20 km dall'arrivo si sia già affrontato tutto il dislivello positivo della gara??? C'è qualcosa che tocca… Chiedo al servizio e mi sento rispondere che mancano ancora 16 km, ma che il più della salita è fatto, a parte una salitella in località San Sebastiano… Procedo fiducioso, correndo su scorrevoli discese interrotte ogni tanto da qualche insidioso "dentello". Al 73° km, pedalando su una breve sailtella, mi accorgo di una sospetta cedevolezza del retrotreno, quasi come se pedalassi su una bi-ammortizzata: butto l'occhio sulla ruota posteriore e vedo ciò che non avrei mai voluto vedere… almeno oggi! Decido di procedere, illudendomi di poter coprire gli ultimi km con la poca pressione rimasta nella camera d'aria… Quando però realizzo che le salite sono tutt'altro che finite e che questa lotta contro la perdita di pressione rischia di essere vana, mi fermo e tento di risolvere con il gonfia-ripara. La gomma si gonfia e tutto sembra a posto, tant'è che non mi preoccupo nemmeno di verificare le cause della perdita di pressione. Riparto di gran carriera e riesco a pedalare tranquillo per altri 3 km circa, finchè, con immenso sconforto, non mi ritrovo con la gomma nuovamente a terra. Mi fermo e, mentre medito sul da farsi, scorgo la punta di un poderoso chiodo che fuoriesce dal fianco del pneumatico… Inizia il calvario.
Il gigantesco chiodo che subito non avevo visto (!) ormai ha lacerato pneumatico e camera in maniera tale da comprometterne definitivamente la tenuta... Non mi resta che tentare di cambiare la camera d'aria... ma non ho la pompa e l'unica bomboletta di CO2 (la seconda l'ho prestata a LadyGaga una 50ina di km prima) è praticamente scarica... Imploro una bomboletta ai passanti… ma nessuno ne ha (?!)... l'unico "buon samaritano" impietosito dal mio rassegnato trekking è un generoso biker del Cesena Bike (alias Felix1 su MTB-Forum), che non esita a regalarmi una bomboletta di gonfia-ripara. Non ho molta fiducia, ma tento ugualmente il tutto per tutto per rianimare la ruota posteriore...
Alla fine, a parte qualche (raro) tratto non sconnesso degli ultimi 3-4 km pedalato con la ruota a terra... me la sono fatta a piedi fino al traguardo, mettendoci circa un'ora in più del previsto, ma comunque arrivando!
E' andata così… ma non sono bastati quei 4-5 km a piedi per rovinare una bella giornata e, soprattutto,  una bella gara, comunque sia, portata a termine!

 

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LA PREMIATA SCUDERIA...

• Il "ferro" •
LYNSKEY PRO29 VF 2011
(in corso di allestimento)

Lynskey PRO29 VF 2011

 

• numeroventinove •
CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
(customized mtbstefo)

numerouno

• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
• Guarnitura: C'dale Hollowgram SI 36-22
• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
• Ruote: Mavic Crossmax SLR Disc 29er
• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

numerozero •
SPECIALIZED SIRRUS (1990)
"eterna"

Sirrus

 

VECCHIE GLORIE...

• numerouno •
CANNONDALE SCALPEL 1 2011
"Scalpitante"

numerouno

numerodue •
CANNONDALE TAURINE SL 2009
"Fedelissima"

tau1

SCOTT GENIUS TWENTY 2009
"numerounopersempre"

genius twenty

SCOTT GENIUS MC50 2007
"lamiaprimagenius"
genius mc50

SCOTT ELITE RACING 2004
"laprimavolta"

Scott Elite Racing

 

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