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Un blog creato da Mule1968 il 17/10/2005

The Mule

Magnifico Giganticus

 
 

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Vero o Falso?

Post n°102 pubblicato il 23 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Riporto fedelmente la rubrica “Vero o falso” della Settimana Enigmistica n° 154.675 di venerdì 23 gennaio 2099, che mi è per caso capitata fra le mani. La rubrica, credo sia nota a tutti, cita una serie di assurdità, una più strampalata dell’altra, ma che occasionalmente possono essere realmente accadute, per quanto surreali possano apparire.

1)Bibite gassate? Vade retro! - Poco prima delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, il percorso della fiaccola olimpica subì una battuta d’arresto quando il sindaco di un piccolo comune montano si rifiutò di fare transitare i mezzi di trasporto della Coca Cola. La causa non ci è nota, forse apparteneva ad una setta che demonizzava le bibite gassate.

2)Verde o non più verde? - Tra l’inizio del secolo e la fine del secolo scorso, quando le automobili venivano ancora guidate “a mano”, nella città di Torino venivano registrati tempi di attesa per la partenza al semaforo verde, a volte, addirittura superiori ai 5 secondi.

3) Democrazia in erba – La popolazione di poche migliaia di abitanti di una valle montana fu in grado di impedire per anni la partenza di lavori infrastrutturali della Comunità Europea.

4) Tecnologia probabile - Si chiamava TAV ed era un complesso sistema di transito su rotaia inventato nelle zone pianeggianti della Francia centrale. All’inizio del secolo si pensò che potesse essere utilizzato anche per l’attraversamento delle zone alpine rivelandosi il più grande sperpero di denaro pubblico nella storia del nostro paese (oltre tre anni di bilancio di allora). L’opera rimase incompiuta, infatti per terminarla sarebbero occorsi molti più anni di quanto si sia impiegato ad acquisire i primi sistemi di teletrasporto. Si pensa che si sia trattato di un classico caso di “interesse privato”, tipico dell’epoca, anche se le dimensioni dell’errore lo rendono improbabile.

5) Il Grande Festival - Nel duemilasei, il primo tifoso accorso all’apertura delle olimpiadi invernali di Torino, viste le decorazioni stradali e i lunghi stendardi rossi che campeggiavano in ogni angolo della città, esclamò “E le salsicce alla piastra?”

 
 
 

Evoluzione della Specie...Match Point.

Post n°101 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Un anno fa circa è scaduto il contratto che ha legato Woody Allen alla casa di produzione di Steven Spielberg; non ci è dato di sapere, ma è probabile che il secondo abbia tentato di trattenere il primo, tanto che (non solo a causa degli ultimi film non proprio di successo) produrre negli Stati Uniti, per Woody,  è diventato apparentemente impossibile. La "costrizione" a lavorare in Inghilterra aggiunge la ciliegina ad una torta che succulenta lo è già per suo conto. La torta si chiama "terza età" di Woody Allen e la ciliegina è quello straordinario modo in cui gli americani di una certa cultura leggono l'ambiente britannico (la cultura "madre"). Neanche Mike Newell sarebbe stato capace di una londra così asettica e silenziosa (40 minuti senza colonna sonora...) ed elitaria, senza traffico ma ricca di teatri, mostre ed eventi mondani, ritratta rigorosamente con il sonoro in presa diretta. Ma torniamo alla torta. La prima età di Woody ha corrisposto con la critica satirica della società contemporanea negli anni 70, la rivoluzione sessuale, la guerra del Vietnam, l'impero americano; è stata accompagnata da una colonna sonora rock contemporanea. La seconda si è occupata dello stile di vita delle varie classi sociali e dei loro tic, degli scheletri negli armadi, delle nevrosi; la chiamerei era "manhattan" ed è stata sottolineata da una meravigliosa colonna sonora Jazz. Ed eccoci alla terza: in sottofondo musica operistica italiana, Woody ci introduce all'età dell'esame dei punti cardine dell'esistenza. Il soggetto è elevato, dimostrazione ne sia la assenza (per la prima volta) di un personaggio di religione ebraica, a questo punto diventato inessenziale al racconto: di personale non c'è più quasi nulla. Quel che conta è il tema: il Caso, dominatore della maggior parte degli eventi umani. La pallina da tennis che, decidendo se cadere da una parte o dall'altra del nastro, trasforma il tennista in campione o in secondo classificato. Non aggiungerò altro per non togliere il piacere del finale a chi desideri vederlo. Molti altri sono i temi che viaggiano secondari nella narrazione, uno mi inquieta su tutti: l'affresco delle personalità maschili, una debacle, su tutta la linea! Il bellissimo protagonista (occhio ragazze, ho detto bellissimo, speriamo poi impari anche a recitare...) impersona una generazione, tanto tristemente vera, quanto grande è la piega pessimistica che inaugura questa nuova era del grande, ultimo satiro, Woody Allen.

 
 
 

I post che non ti ho scritto...

Post n°100 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Bene, il momento è giunto! Lo aspettavo con timore - è un bel pò che voglio scriverlo - ora devo,  il 100° post lo impone, non che rivesta tutta questa importanza, in effetti, ma è giunta l'ora: uno per tutti! Questo post a dedica e ricordo di tutti i post che ho cominciato e non ho inviato. Prosit!

La bloggherina in crisi espone il dubbio esistenziale adolescenziale? Ma è ovvio, dille che..NO! Il tale ha scritto che... invece i documenti dicono, beh scrivigli...NO! La tizia si strugge perchè coso l'ha presa in giro, beh...se rileggesse il suo Blog capirebbe che....NO!

'Scolta Ciccio, non sarebbe ora che tu....

NO!

 
 
 

Storie d'inverno

Post n°99 pubblicato il 10 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: questa mattina

Attraverso lo steccato e una pallottola mi sibila vicino. I russi ci tengono d'occhio. Corro e busso alla porta di un'isba. Entro. Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz'aria. «Mnié khocetsia iestj» dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Nessuno fiata. C'è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d'ogni mia boccata. «Spaziba» dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. «Pesausta» mi risponde con semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell'ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra è venuta con me come per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco.

M.Rigoni Stern, Il sergente nella neve

 
 
 

Storie d'inverno

Post n°98 pubblicato il 10 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: questa mattina

Ho ancora nel naso l'odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don. Ho ancora negli occhi il quadrato di Cassiopea che mi stava sopra la testa tutte le notti e i pali di sostegno del bunker che mi stavano sopra la testa di giorno. E quando ci ripenso provo il terrore di quella mattina di gennaio quando la katiuscia, per la prima volta, ci scaraventò le sue settantadue bombarde.

M.Rigoni Stern, Il sergente nella neve

 
 
 

Cinque mie strane abitudini

Post n°97 pubblicato il 09 Gennaio 2006 da Mule1968
 

Regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.

 

Mi stavo chiedendo: “chissà quanti bei post nuovi leggerò dopo un po’ di giorni di assenza (le mie scuse a chi addirittura ho lasciato a metà con i commenti…)”, neanche il tempo di aprire il blog che vengo affranto da tre segnalazioni tre! di altrettante adorabili ficcanaso (possiate scoppiare di salute e felicità…) alle quali non me la sento proprio di rifiutare un post (direttamente) personale, che di norma “aborro”. Sia chiaro che le abitudini sono e restano 5, indipendentemente dal numero di persone che le chiede… La vera difficoltà credo sia nel fatto strettamente culturale e di addestramento mentale, che purtroppo mi coinvolge, di essere refrattario istituzionalmente alle abitudini: in modo sistematico (questa potrebbe essere un abitudine…) quando mi accorgo di ripetere sovente dei gesti, me ne disfo, che so… cambio strada per andare sul luogo di lavoro, non mi alzo mai alla stessa ora, non faccio mai le ferie nello stesso periodo (non faccio mai le ferie, va…), non vado al cinema il 26 di dicembre, al mare a ferragosto e non faccio il pic nic il 25 aprile. Penso di poter elencare dei tic, dei vizi, piuttosto che delle vere e proprie abitudini, delle intime necessità, forse, ma nel momento in cui scoprissi di avere un abitudine, questa verrebbe "terminata". Confesso di essermi consultato con mia moglie, (20 anni di sopportazione, mica cotica…) indicata più di me per questo genere di riflessioni.

 

Cominciamo:

 

1)      C’è una cosa per cui sono noto, famoso e famigerato, da alcuni addirittura temuto: non metto MAI le calze. Non le sopporto, non sopporto nulla che mi stringa, nessun indumento aderente (anche solo appena giusto), ma se ogni cosa può avere un limite di fronte alle necessità formali e professionali, questa non l’avrà mai, le calze no!

2)      In casa cammino solo a piedi scalzi (lo facevo anche prima di avere il riscaldamento a pannelli radianti), anzi diciamo che ho la tendenza a farlo ovunque si presenti un accenno di possibilità. Sfortuna mia, vivo in lidi piuttosto freddi e distanti dal mare…

3)      Prima di mettere in bocca qualsiasi cosa, l’annuso profondamente. Così come annuso le dita che hanno toccato una pietanza un alimento o uno dei miei adorati sigari o del tabacco da pipa.

4)      Non sono in grado di tagliarmi le unghie con le forbici o, per lo meno, non l’ho mai fatto; quando giocavo, si presentava spesso la necessità di accorciare un unghia in tempi brevissimi e così ho sempre usato i denti. Non le mangio, semplicemente le taglio e le butto via.

5)      Da quando posso scegliere di farlo (10, 11 anni) non mi asciugo i capelli dopo essermi fatto la doccia (è escluso il parrucchiere che, con quel che costa, ha il permesso anche di farci i ricamino, se vuole), inverno estate, macchina o a piedi, lascio che si asciughino da soli.

 

Questo è quanto, credo. Ora mi tocca destinare altre cinque anime a sta disgrazia. Eccole qua! 

 

Nomino:

La mia omonima “Deliziadelirante”

La mia concittadina “Sally”

“Streghella”, se non è stata bruciata in questi giorni

Gioia di bimba

I miei “antipodi” (parlando di sensibilità e geografia…)

Naturalmente, tutti liberi di declinare.

 

 
 
 

Colori d'Inverno

Post n°96 pubblicato il 03 Gennaio 2006 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: questa mattina

 
 
 

Il conforto del progresso

Post n°95 pubblicato il 28 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: PORN-O-MAT sulla tangenziale il giorno di Santo Stefano

Qual'è il più grosso problema da risolvere il giorno di Santo Stefano? Ma le pile! Certo, le pile per i giochi che sono appena arrivati e che sono uno dei più importanti indicatori di crescita dei nostri figli: 1-3 anni solo AA o AAA, 3-5 anni AA o C, dai 5 in su anche D (la vecchia mitica "Torcia") che costa mediamente molto, ma mooolto di più del giocattolo. Idea! Un distributore sulla tangenziale! In quei bazar c'è di tutto, intanto così ho l'occasione, con la scusa, di tagliarmi la terza abbuffata enogastronomica (tanto quanto...) e parentale (soprattutto) consecutiva. Giusto il tempo di scoprire che, beh... non sei stato certo l'unico ad avere avuto quell'idea, è tutto chiuso e prima di te ci hanno pensato i fumatori di sigarette, i ritardatari dei regali del giorno dopo, i turisti, i forzati del trasporto alimentare, i sette nani, Shrek ed anche qualche puffo sciatore. Ok, è abbastanza deprimente, ma la macchina trova posto solo in terza fila davanti alla toelette (cesso) Ma eccolo apparirmi dinnanzi! L'idea! L'intuizione geniale! Il progresso che rischiara la cupa giornata con i suoi passi diretti verso i nostri bisogni! Mi appare come in un sogno, il meccanismo che cambia la vita! La macchina al servizio dell'uomo (ehm, beh..) la tecnologia che viene (è proprio il caso di dirlo) incontro al nostro tempo libero! Il

DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI DVD PORNO!

Hai un bisogno improvviso? I sexy shop sono già tutti chiusi? Le rumene hanno l'afta? Le videoteche automatiche sono state tutte svaligiate? Non c'è problema! 10 euro e ti porti a casa (se hai il lettore dvd per l'auto, 7.010 euro, bon pat) un dvd pornografico nuovo di pacca (o di patta), tutto tuo, senza doverlo restituire e senza dovere attendere il mattino successivo l'apertura dei negozi, che poi durante la notte non si sà quegli ormoni cosa potrebbero combinare! Salvate le vecchiette, i termosifoni, i tombini e tutti gli altri buchi che rischiano la vita durante gli tzunami ormonali! Tutti al PORNOMAT! Cosa sarebbe il mondo...senza progresso!

 
 
 

Ok, Winter (s'era capito)

Post n°94 pubblicato il 22 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: questa mattina

 
 
 

Hotel California - 1974 i "songfacts"

Post n°93 pubblicato il 20 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Come per i film c'è il "making of", per le canzoni (famose) c'è il "songfacts", ecco "Hotel California"

Il brano riguarda materialismo e senso dell'eccesso, la collocazione In California è simbolica, ma qualsiasi altro posto in America andrebbe bene lo stesso.

Don Henley:" Noi eravamo tutti ragazzi della middle-class dell'america centrale. Hotel California era la nostra interpreazione della High-life di Los Angeles".

Il brano vinse il Grammy per la canzone dell'anno nel 1977, ma la band non lo ritirò mai poichè Henley dichiarò di non credere alle competizioni musicali.

Il termine "Colitas" nel verso "warm smell of colitas", viene di solito interpretato come fiore piuttosto che riferito alla sfera sessuale. In realtà è un termine ispanico tradotto a Henley dal manager del tour, di origine messicana, che letteralmente significa "Little Buds" (amichetti), metafora delle dosi di marijuana.

Ci sono volute tre sessioni per registrare il pezzo in studio, per la difficoltà di accordarlo alla chiave vocale di Henley.

Nel testo Glenn Frey si è ispirato agli episodi di "The Twilight Zone", dove si salta da un evento all'altro senza alcuna correlazione apparente.

Il verso "They stab it with their steely knives but they just can't kill the beast" si riferisce a Steely Dan, con cui condividevano lo stesso manager ed una simpatica rivalità. Dan, l'anno seguente, restituì il gesto nel verso "Turn up The Eagles, the neighbors are listening" della canzone "Everything you did".

L'assolo di chitarra è suonato in contemporanea da Don Felder e Joe Walsh.

Molti pensarono che nel verso "She's got the Mercedes Bends" ci fosse un errore di stampa ( Mercedes Benz) e chiesero a Henley di correggerlo ufficialmente, ma invano, poichè doveva essere un gioco di parole.

Glenn Frey: "Quel brano esplora, sotto le campane del successo, il lato oscuro del Paradiso.Che poi altro non era che la nostra esperienza a Los Angeles in quel periodo. Così diventò una specie di metafora del mondo e di ciò che ne sapevamo noi. Abbiamo deciso di farne Hotel california, una specie di microcosmo di ciò che ci stava accadendo."

L'Hotel sulla copertina dell'album è il famoso Beverly Hill's Hotel, da sempre frequentato dalle Stars di Hollywood, più noto come Pink Palace.

Sebbene si tratti di un Hotel piuttosto reale e, al tempo stesso, di una metafora, le fantasie dei fans sul "vero Hotel California" sono le più diverse: un'antica chiesa occupata da adoratori di satana, un ospedale psichiatrico, una locanda gestita da cannibali o la casa di Aleister Crowley, in Scozia.

I Jethro Tull, nel 1969, scrissero "We Used to Know," che ha un assolo di chitarra identico a quello di Hotel California. I Jethro Tull suonarono in tournè con gli Eagles prima che incidessero Hotel California.

A Chicago, all'epoca della massima popolarità del brano, la gente cominciò a chiamare la prigione "Hotel California", poichè si trovava in California street. Si chiama così ancora oggi.

Durante un'intervista alla BBC, Ian Anderson, dei Jethro Tull, disse ridendo che stava ancora aspettando le Royalties.

 
 
 

Making Movies, in tutte le lingue del mondo...

Post n°92 pubblicato il 19 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Non sono abituato a commentare nulla riguardo i film che vado a vedere su desiderio degli altri, per amore o per stare in compagnia. Ma stavolta non mi trattengo, un pò perchè sono toscano anch'io (come l'autore) un pò perchè mi piace, eccome, il cinema totalmente disimpegnato e senza temi. Mi chiedo: ma che cosa sarebbero certi film se venissero oltretutto fatti 1) con una sceneggiatura "cinematografica" 2) con una colonna sonora di respiro un pò più ampio 3) con un montaggio un pò meno dipendente dagli attori 4) con una fotografia indipendente dalla regia, che parli, che so, anche del luogo. Cioè, se venissero confezionati anche meramente "a prodotto" cinematografico, senza ulteriori pretese e non solo con lo scopo dichiarato di commettere l'estorsione del biglietto natalizio, ma quanto potrebbero essere belli?

 
 
 

September, 11..... (1297) - Stirling 

Post n°91 pubblicato il 17 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Sons of Scotland! I am William Wallace! And I see a whole army of my countryman here in defiance of tyranny. You’ve come to fight as free man and free man you are! What will you do without freedom? Will you fight?
-Against that? No, we will run, and we will live!
Aye. Fight and you may die.
Run. And you’ll live.
At list a while.
And dying in your beds, many years from now, would you be willing to trade all the days from this day to that for one chance, just one chance, to come back here and tell our enemies that they may take our lives, but they’ll never take our freedom!

 Figli di Scozia! Sono William Wallace! E ho dinanzi agli occhi un intero esercito di miei compatrioti decisi a sfidare la tirannia. Siete venuti a combattere da uomini liberi e uomini liberi siete! Senza libertà cosa farete? Combatterete?
- Contro quelli? No, fuggiremo e resteremo vivi!
Certo. Chi combatte può morire.
Chi fugge resta vivo.
Almeno per un po’
Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare, tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà

 
 
 

Iterazioni

Post n°90 pubblicato il 16 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

La memoria e' una delle facolta' piu' stupide in assoluto, funziona per associazioni meccaniche, prive di qualsiasi elaborazione, e' quella parte di te cosi stupida che quando ti trovi in un luogo per la seconda volta pensa che sia ancora la precedente, vede le cose che c'erano, e si aspetta le cose che accaddero. E' proprio quella stupidita' che spesso aiuta a dare un senso anche alle cose che non ne hanno. La memoria e' una parte fondamentale della curiosita' di ascoltatore. Che qualcuno possa suonare o scrivere qualcosa per la prima volta e' una pia illusione, una stupida bugia alla quale possono in mala fede credere solo i soci SIAE: ci sara' sempre stato qualcuno che l'ha scritta prima, detta, suonata e cantata, e ballata, senza registratori, senza stampanti e senza bollini.

 
 
 

Private Investigations

Post n°89 pubblicato il 15 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

It’s a mystery to me
The game commences
For the usual fee
Plus expenses
Confidential information
It’s in a diary
This is my investigation
It’s not a public inquiry

I go checking out the report
Digging up the dirt
You get to meet all sorts
In the line of work
Treachery and treason
There’s always an excuse for it
And when I find the reason
I still can’t get used to it

And what have you got at the end of the day ?
What have you got to take away ?
A bottle of whisky and a new set of lies
Blinds on the window and a pain behind the eyes

Scarred for life
No compensation
Private investigations

 
 
 

Blog Games - Il G.I.G.O.

Post n°88 pubblicato il 14 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Magari sarà un errore, ma non è che la materia ed il modo di trattarla siano tanto diversi nei Blog rispetto a tutte le altre sedi in cui transa materiale comunicativo. Non generalizziamo, ma l'intento di portare a termine la transazione è molto forte, anche il più intimistico dei diari, si accende di nuova luce quando viene letto o commentato. Non si esime, dunque, il Blog-universo, dai vizi che i Blog-autori hanno anche nella loro comunicazione personale. Certo, c'è qualche curiosa differenza. Uno dei vizi più comuni allo scoperto, rimane tra i più diffusi anche nel Blog: il G.I.G.O.

Lungi dall'essere un cartone giapponese con parti anatomiche che si scagliano a razzo contro il nemico, il G.I.G.O. è un acrostico inglese mutuato dal linguaggio informatico: "Garbage In, Garbage Out" (letteralmente porcheria in ingresso, porcheria in uscita). Si riferisce alla spietata capacità matematica di elaborare informazioni delle macchine logiche, tra le quali il nostro cervello sfortunatamente è parzialmente annoverabile: sbagliati i dati inseriti, sbagliate le soluzioni. Si parla di modalità G.I.G.O. negli esseri umani quando, ovviamente, è assente l'elaborazione critica, quando il cervello viene lasciato lavorare in "default". In espressione cara all'analisi filologica, diremmo che gli individui si esprimono attraverso "performazioni perdute", ovvero esprimendo concetti ricevuti chissà dove, chissà quando e chissà da chi, ma mai realmente elaborati. Normalmente le "performazioni perdute" sono prive di soggetto (mettere un semplice "secondo me", è talmente compromettente da costringere poi effettivamente ad elaborare) e suonano più o meno così: "non camminare scalzo o prenderai il raffreddore" (i famosi batteri pedestri), "chiudi che entra aria" (e meno male!), "fascista" o "comunista" (a meno che non abbiate più di ottant'anni...). Il Blog, però, spesso induce ad un senso di libertà maggiore, nel Blog il G.I.G.O. somiglia molto più a "Gospel In, Gospel Out", ovvero, se si inseriscono verità bibliche, verità bibliche si otterranno. "Passavo sotto la cupola dell'impero del male" (cremlino?SanPietro? no, Mediaset!), oppure "Nessuno in cucina è bravo come un uomo" (a patto che ne esista ancora qualcuno), "la vita è fatta di alti e di bassi" (e di grassi, di magri, di biondi...).

O no?

 
 
 

Istruzioni per rendersi infelici

Post n°87 pubblicato il 14 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Ho ritrovato un vecchio libro di quando ero ragazzo (ho cominciato a cercarlo quando ho scritto il post n° 55) non spenderò mai abbastanza tempo a predicare il concetto dell'abbaglio clamoroso che prendiamo nella ricerca della felicità, come scrive il buon vecchio Paul Watzlawick.
Come utilizzare l'intelligenza critica per non farsi abbagliare dalla rincorsa alla falsa felicità.

Il libro
È giunta l'ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità.

Basta con i dissennati consigli di guru e sessuologi, con i decaloghi fumosi di tecnocrati e maestri di vita, con le prediche sulla pace interiore e le paralizzanti esortazioni alla spontaneità.

Watzlawick mobilita tutti gli espedienti argomentativi, tutti i mezzi a sua disposizione, dall'intelligenza critica allo humour nero, mettendoci di fronte uno specchio ironico, tenendo viva una costante tensione tra il divertimento e il disagio di riconoscerci, ma non privandoci del piacere di interpretare il messaggio: come rendersi felicemente infelici?

Comunque io, oggi più che in passato, tendo a preferire la saggezza che si può ricavare dalla studio della grande letteratura.
Non a caso, in questo intelligente manualetto di Watzlawick, molti sono i riferimenti ai classici, antichi e moderni.
Il volume si distingue per fornire, ironicamente, delle dritte per raggiungere la più sicura e perfetta delle infelicità.
Watzlawick è un insigne psichiatra, studioso delle strategie di cambiamento oltre che esperto di comunicazione umana, della quale ci illustra, con amabilità divulgativa, spirito e spregiudicato garbo, i buchi neri, i paradossi, gli inciampi cognitivi capaci di rendere la nostra vita confortevolmente lastricata di infelicità.
Watzlawick non risparmia le critiche alla psicanalisi, che ritiene in sostanza colpevole di incamerare ricchi introiti, sfruttando pomposi concetti.

 
 
 

Voilà Le Soleil!

Post n°86 pubblicato il 06 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Foto: questa mattina

Oggi siamo l'unico posto in italia con il sole! dopo settimane e settimane di freddo e bruma, salutiamo il ritorno agognato del SOLE!!!

 
 
 

...About Funerals

Post n°85 pubblicato il 06 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent the dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.

Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message He Is Dead.
Put crepe bows round the white necks of public doves,
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.

He was my North, my South, my East and West.
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last forever; I was wrong.

The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.

Meglio morire...

 
 
 

...About Weddings

Post n°84 pubblicato il 06 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

"Ho sempre sognato di incontrare una ragazza spigliata, gentile, dall'aspetto gradevole, che non mi trovasse repellente. Io le chiederei di sposarmi e vivremmo felici e contenti per tutta la vita. Tra i miei genitori è funzionato.
Beh, a parte il divorzio e tutto il resto. "
Spiritoso santo                

Non sposarmi

 
 
 

Riscaldamento del pianeta

Post n°83 pubblicato il 02 Dicembre 2005 da Mule1968
 
Foto di Mule1968

Hanno voglia a dire che non c'è correlazione tra attività umana e riscaldamento del pianeta, certe prove sono inconfutabili....

 
 
 
 

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