Creato da: luppo2 il 24/01/2006
"Dobbiamo fare attenzione a non indietreggiare sempre di più davanti alla paura di fondamentalisti violenti", Merkel .

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Berlino

Post n°398 pubblicato il 28 Settembre 2006 da luppo2

Merkel: inaccettabile che l'Islam cancelli Mozart
Mercoledí 27.09.2006 14:31

Angela Merkel ha definito "inaccettabile" la decisione della "Deutsche Oper" di Berlino di togliere dal cartellone l'"Idomeneo, re di Creta", di Wolfgang Amadeus Mozart, per timore di irritare la suscettibilita' islamica con la scena della testa mozzata di Maometto. In un'intervista al quotidiano "Neue Presse" di Hannover, il cancelliere tedesco ha spiegato che "l'autocensura dettata dalla paura non e' accettabile".

"Dobbiamo fare attenzione a non indietreggiare sempre di più davanti alla paura di fondamentalisti violenti", ha avvertito. Per la Merkel "un'autolimitazione e' ammissibile solo nel quadro di un autentico, totale e non violento dialogo delle culture".

Anche il borgomastro di Berlino, Klaus Wowereit (Spd) ha dichiarato che "una volontaria autolimitazione offre a quanti combattono i nostri valori" il regalo di "una vittoria anticipata". Il ministro dell'Interno bavarese, Guenther  Beckstein (Csu) vi legge "la triste conferma che le agitazioni islamistico fondamentaliste contro la liberta' di opinione hanno gia' raggiunto il loro effetto nella nostra societa'".

 
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luppo2
luppo2 il 02/10/06 alle 16:01 via WEB
di Mauro Barilli La paura di ritorsioni da parte dell'Islam non conosce più limiti. Questa volta ha colpito la capitale tedesca, dove l'autocensura preventiva ha fatto una vittima illustre: Mozart. Su indicazione dell'ufficio anticrimine di Berlino (LKA), l'Idomeneo di Mozart è stato eliminato dal cartellone della Deutsche Oper per evitare di esporre ad un "incalcolabile rischio" pubblico e interpreti. Ma che ci saraà mai di cosiì blasfemo in un'opera scritta nel 1780? La scena finale, nella quale il regista Hans Neuenfels fa entrare in scena il re con un gruppo di teste mozzate. Tra queste ci sono quelle di Cristo, di Maometto e di Budda. Quella che per noi è una semplice espressione artistica, ha invece spaccato la comunità islamica tedesca: a fronte di qualcuno, che si è dichiarato pro in nome della libertà dell'arte, la maggioranza si è espressa contro, definendola qualcosa, che può ferire i musulmani. E se ferisce i musulmani, ormai si sa, il morto può scapparci e i responsabili del teatro non hanno esitato un attimo ad eliminarla dal cartellone. Viene però da chiedersi: di questo passo dove arriveremo, se già ci autocensuriamo per non offendere, chi ha deciso di essere ospite nei nostri Paesi?
(Rispondi)
 
luppo2
luppo2 il 03/04/07 alle 13:39 via WEB
Basta terrore, armiamoci! Il multiculturalismo ha fatto cilecca. Bisogna resistere all'islamizzazione con mezzi violenti. Lo sostiene un arabista democratico. E chiede alle democrazie di svegliarsi dal torpore. Che ne pensi? Un grande arabista chiede alla democrazia di armarsi contro il terrore di Liberali per Israele Li abbiamo in casa, li stiamo crescendo e coccolando senza nessuna prospettiva. Qualcuno grida il pericolo, ma la nostra incosciente vigliaccheria non ci permette di sentire. Quanto durerà questo profondo sonno della ragione?Un grande arabista chiede alla democrazia di armarsi contro il terrore di Liberali per Israele Li abbiamo in casa, li stiamo crescendo e coccolando senza nessuna prospettiva. Qualcuno grida il pericolo, ma la nostra incosciente vigliaccheria non ci permette di sentire. Quanto durerà questo profondo sonno della ragione? “La democrazia deve resistere all’islamizzazione usando mezzi violenti”. Se a pronunciare queste parole fosse stato Geert Wilders, il nuovo Pim Fortuyn piegato a un’esistenza di caserme e prigioni, nessuno si sarebbe scandalizzato. Ma a lanciare l’allarme, dalle colonne del settimanale Opinio, è stato il più celebre arabista d’Olanda, Hans Jansen, docente all’Università di Utrecht: “Non abbiamo capito che la minaccia della violenza può essere fermata solo attraverso l’uso di maggiore violenza. L’élite sostiene il multiculturalismo e bolla di fascismo chiunque dissenta”. A lui è toccato l’epiteto “razzista” e l’accusa di incitare allo scontro etnico. Sono anni che Hans Jansen, che ora chiede al governo di creare un dipartimento dei servizi segreti dedicato solo al terrorismo e all’estremismo islamico, si batte per risolvere i “due grandi misteri” che avvolgono ancora il caso di Theo van Gogh, il regista assassinato nell’autunno di due anni fa mentre andava in bicicletta al lavoro. Si sa che venne ucciso da Mohammed Bouyeri, un giovane islamista ben integrato, dall’olandese fluente e collaboratore del giornaletto della scuola. Meno noto è il fatto che due mesi prima che entrasse in azione, Mohammed si era nutrito dell’ideologia dell’imam Fawaz Jneid in una moschea wahabita dell’Aia. In un sermone, che Bouyeri ascoltò, Fawaz esortò i fedeli alla punizione dei “blasfemi” Van Gogh e Ayaan Hirsi Ali. Sebbene il testo possa essere letto sul sito del quotidiano Volkskrant, l’imam è ancora libero di predicare il Corano in Olanda. L’altro mistero riguarda il “siriano”, il guru di Bouyeri. Si faceva chiamare Mohammed Bassem, Redouan, Issa, Abu Khalid e Hassan. Scomparve il giorno dell’omicidio del cineasta. “La nazione fu scossa da una breve ondata di violenza. Moschee furono bruciate e le chiese attaccate. Ma il governo non ha reso noti i numeri dell’escalation. Bisognava ‘tenere uniti gli animi’”. Jansen dice che “la libertà religiosa deve valere solo per coloro che sono disposti a desistere dall’uso della violenza. Chi non si conforma a questa prescrizione e usa lo scritto sacro come licenza di uccidere, quello è il vostro nemico”. A dimostrazione di quanto la situazione nel paese di Anna Frank sia diventata intollerabile c’è il caso di Paul Cliteur, il più noto teorico del liberalismo olandese. Dopo l’uccisione di Van Gogh, Cliteur annunciò che per l’incolumità della propria famiglia non avrebbe fatto ulteriori commenti critici sull’islam. Oggi si schiera a difesa di Jansen contro chi, come l’opinionista Rohan Jayasekera, definisce Van Gogh un “fondamentalista della libertà di parola” che aveva “cercato il martirio”. Esattamente la stessa accusa che Ian Buruma, Stuart Sim e Timothy Garton Ash rivolgono ad Ayaan Hirsi Ali, esule negli Stati Uniti. Tre giorni fa il Volkskrant ha reso noto che le è stata raddoppiata la scorta anche a Washington, dove vive da un anno, a causa dell’aumento di minacce di morte (in Olanda era costretta a vivere in una base militare). Insieme a Jansen, Cliteur accusa Buruma e Garton Ash di essere la “quinta colonna” del terrore islamico. “La risposta del postmodernismo culturale è sempre la stessa: trattieniti dal criticismo” ci dice Cliteur. “Lascia che la riforma venga da dentro, evita le provocazioni. La difesa della democrazia e dei diritti umani deve essere sostituita dalla glorificazione dell’‘altro’. C’è solo scontro fra ‘fondamentalismi’, nessuno mai superiore all’altro”. Se per Ian Buruma il terrorista Bouyeri difende l’“islam radicale”, Hirsi Ali è dalla parte dell’“illuminismo radicale”. “Buruma dice che sono entrambi ‘guerrieri’. Ma Bouyeri è un guerriero la cui spada ha cercato di decapitare Van Gogh, Ayaan è una guerriera della penna. Sarebbe come dire che Sayyid Qutb, ideologo dell’islam radicale, è come il padrino dell’illuminismo radicale Baruch Spinoza. Ha ragione Jansen, questa posizione suicida e nichilista trasforma le società occidentali in prede dell’islamismo. Se l’ideologia è quella per cui la democrazia non è superiore alla teocrazia, non c’è motivo di difendersi dall’assalto dell’islam radicale”. Due giorni prima dell’uccisione del “porco” Van Gogh, il re giordano Abdullah tenne un discorso ad Amsterdam di fronte alla regina e al primo ministro. I musulmani presenti erano marocchini e se parlavano una lingua straniera, quella era il francese, non certo l’inglese. E se c’erano dei turchi, capivano il tedesco. Il discorso in inglese del re non disturbò nessuno dei presenti. Era il migliore dei mondi possibili. Giulio Meotti
(Rispondi)
 
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