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Bosnia

Post n°705 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da luppo2

L'AIA (Reuters) - Il più alto tribunale dell'Onu ha stabilito oggi che il massacro di musulmani bosniaci perpetrato nel 1995 a Srebrenica ha i requisiti per essere considerato un genocidio, ma che la Serbia non ne è direttamente responsabile, nonostante abbia violato il suo obbligo di evitarlo e punirne gli autori.

Il presidente della corte internazionale di giustizia Rosalyn Higgins ha detto: "La corte ha stabilito per 13 voti a 2 che la Serbia non ha commesso genocidio".

La Bosnia aveva chiesto alla Corte internazionale di Giustizia di stabilire se la Serbia avesse commesso un genocidio durante la guerra 1992-95.

E' la prima volta che uno stato viene processato per genocidio, fattispecie di reato riconosciuta dopo l'olocausto nazista in base alla convenzione Onu del 1948.

Una sentenza a favore della Bosnia avrebbe costretto Belgrado a pagare milioni di dollari di indennizzo.

Benché l'uccisione di 8.000 bosniaci musulmani a Srebrenica costituisca genocidio, la Serbia non è direttamente responsabile del massacro, ha detto il giudice Higgins, e quindi condannarla a pagare un risarcimento sarebbe inappropriato.

La sentenza ha stabilito che la Serbia "ha dato supporto finanziario e militare" ai serbi di Bosnia senza sapere, però, che questi avevano intenzione di compiere un genocidio.

Per il genocidio di Srebrenica, il tribunale dell'Aia ha già condannato alcuni individui e la Bosnia ha utilizzato le stesse prove per cercare di dimostrare il coinvolgimento diretto anche dello stato della Serbia.

In Bosnia, che ora è divisa secondo linee di appartenenza etnica fra una federazione musulmano-croata e una repubblica serba, i cittadini di origini musulmane speravano che la corte dell'Aia bollasse la Serbia come aggressore.

Nell'aprile del 1992, i musulmani e i croati di Bosnia seguirono la Slovenia e la Croazia nel chiedere l'indipendenza dalla Yugoslavia contro il volere dei serbi di Bosnia, che si trasformarono di colpo in una minoranza etnica in una repubblica che prima era parte della federazione yugoslava che era governata direttamente da Belgrado.

Supportati dall'esercito yugoslavo, dopo la dichiarazione di indipendenza i serbi di Bosnia conquistarono due terzi del territorio della repubblica secessionista e misero Sarajevo sotto assedio . Decine di migliaia di non serbi morirono negli scontri in Bosnia e furono forzati ad abbandonare le proprie case.

 
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Commenti al Post:
DocGull
DocGull il 27/02/07 alle 10:24 via WEB
ciao, anche io ho postato un analisi sulla notizia. Credo che la sentenza sia giusta, considerando soprattutto, che a commettere la strage furono i serbi di bosnia, seppur solo formalmente, ma è così. La Serbia era di fatto fuori da quel conflitto. Anche la Croazia si è macchiata di gravi crimini, ma non per questo un intera nazione può essere processata. Tanto più in questa occasione in cui effettivamente a decidere sono stati altri, seppur della stessa "etnia".
(Rispondi)
 
luppo2
luppo2 il 28/02/07 alle 20:06 via WEB
Il Kosovo è una regione autonoma, formalmente facente ancora parte della Serbia. Esso è la culla della civiltà serba, tuttavia, circostanze storiche hanno trasformato radicalmente l'area ponendo i serbi come piccola minoranza. Prima dell'intervento Nato in Kosovo i serbi erano ormai solo il 10% della popolazione, al 90% albanese. L'intervento militare della Nato appare però ancora oggi ingiustificato tenend conto che diversi dei massacri verso citadini albanesi, di cui erano accusati i serbi, si sono rivelati del tutto inventati. Dopo l'intervento i serbi si sono ridotti al 2-3% della popolazione e subiscono ogni tipo di intimidazione da parte della maggioranza albanese che per molti anni aveva dovuto sopportare la loro prepotenza. La Nato oggi è presente in Kosovo, tra loro non mancano i soldati italiani. Sostanzialmente l'attività è oggi di difesa della sparuta minoranza serba e della cultura serba nell'area. Molte chiese e monasteri sono stati infatti distrutti da estremisti albenesi che sono, nella loro maggioranza, di fede islamica. La Comunità internazionale ha, dai fatto, illsuo pienamente la comunità albanse della prossima indipendenza del Kosovo, ma oggi ha a che fare con una Serbia democratica che pretende di vedere rispiettati anche i propri diritti. L aresponsabilità della situazione si deve a chi, con troppa fretta, si è schierato troppo apertamente per una delle due parti in causa. L'assoluzione della Serbia sbloccherà proibabilmente il contenzioso, sblocco che, in un primo momento, potrà portare a n uove violenze.
(Rispondi)
 
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