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Post n°788 pubblicato il 29 Aprile 2007 da luppo2
29 aprile 2007 - 16:50Vincenzo e la diossina Vedi Napoli e poi muori. Letteralmente. A Nord del capoluogo campano si vive in mezzo a letali miasmi. E' questo il regno della "rifiuti connection" dove i becchini della camorra, impuniti, seppelliscono e incendiano rifiuti. E dove uomini e animali s'amm testo e foto di Eduardo Castaldo Una decina di giorni fa mi hanno chiamato da Roma; vogliono girare un documentario sulla vita di Vincenzo Cannavacciuolo, sulla lotta che da anni porta avanti insieme alla sua famiglia per ottenere giustizia; giustizia per il suo gregge avvelenato da diossina e decimato dai tumori, per le sue pecore malate, malformate, cieche, storpie oltre ogni immaginazione; giustizia per il suo lavoro, per quello di suo padre, di suo nonno e generazioni prima di loro; giustizia per una terra massacrata, che pochi hanno ancora il coraggio di amare. Alessandro, il nipote, me lo aveva anticipato a telefono: “Eduà, o’zì Viciénz’ sta morendo.”; di tumore, lo stesso che colpisce le sue pecore. Contemporaneamente sembra ormai ufficiale che dopo anni di lotta, denunce, arresti, occupazioni, fra una ventina di giorni le sue pecore verranno abbattute; su pressione di Bertolaso, pare che il consiglio dei ministri abbia firmato l’ordinanza. Vincenzo, suo fratello Mario, i loro figli, le loro pecore, sono le uniche persone ad Acerra che davvero si sono opposte, negli anni, al disastro nel quale continua a sprofondare la nostra terra, violentata dalla politica e dalle ecomafie. Quando infine, insieme a Vincenzo, anche le sue pecore se ne saranno andate, in questo deserto che è Acerra, in questa fossa nella quale l’Italia ha vomitato e continua a vomitare i suoi veleni, non rimarrà altro che la vergogna per avere permesso che tutto ciò potesse accadere.
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