Creato da: luppo2 il 24/01/2006
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Africa

Post n°855 pubblicato il 03 Luglio 2007 da luppo2

Rifugiati Kenya: Onu, e' emergenza
Spaventoso tasso di malnutrizione tra i bambini, anemia
 
(ANSA) - NAIROBI, 2 GIU-Emergenza nei campi profughi del nord del Kenya, una zona estremamente arida, affollati soprattutto da rifugiati somali e sudanesi. Un allarme molto forte e' stato lanciato oggi a Nairobi in un appello congiunto dalle tre compagnie Onu: Unhcr, Pam ed Unicef.I profughi sono circa 237.000, accalcati a Dadaab e Kakuma. Il tasso di malnutrizione tra i bimbi al di sotto dei 5 anni e' spaventoso: 22,2% a Dadaab, e 15,9% a Kakuma. Diffusissima l'anemia tra bambini e donne.

 
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luppo2
luppo2 il 14/07/07 alle 16:30 via WEB
Delegazione italiana in missione in Darfur Una delegazione della Commissione esteri della Camera parte per una missione in Sudan con l’intento di constatare la gravità della situazione di crisi nella regione del Darfur. Questa iniziativa segue l’audizione di alcune settimane fa a Montecitorio di Ong internazionali, tra cui Oxfam, International Crisis Group e la Caritas, che hanno lanciato l’allarme dell’aggravamento delle condizioni dei campi profughi e della sicurezza nella regione. La delegazione parlamentare, guidata dal presidente della commissione Umberto Ranieri, è composta dai deputati Tana De Zulueta, Ramon Mantovani e Marco Zacchera. La missione si svolge alla vigilia della conferenza internazionale sul Darfur che le Nazioni Unite e l’Unione africana hanno convocato congiuntamente in Libia per il 15 e il 16 luglio, a cui è stata invitata anche l’Unione europea. Nella sua prima giornata, lunedì 9 luglio, a Khartoum, la delegazione avrà incontri con il presidente dell’Assemblea nazionale sudanese e il ministro degli esteri, nonché con i vertici dell’Unione africana e con il Sudan People’s Liberation Mouvement (ora membro del governo di unità nazionale). Nella seconda giornata, la delegazione si trasferirà nel capoluogo del Darfur, El-Fasher. Sono previsti incontri con la missione AMIS, con i rappresentanti dei gruppi locali e una visita ad un campo profughi ed una riunione con il governatore del Nord Darfour. L’intenso programma consentirà alla delegazione di formarsi un ampio quadro delle posizioni relative alla situazione, in vista della predisposizione di una risoluzione che la Commissione esteri della Camera potrebbe approvare al ritorno dal Sudan. La Commissione stessa, al momento, ha ritenuto di non procedere all’autorizzazione alla ratifica di un accordo italo-sudanese per la reciproca promozione degli investimenti, in attesa di accertare l’atteggiamento di Karthoum nei confronti del Darfour. In particolare, si intende verificare i termini della disponibilità di recente manifestata dalla parte sudanese circa l’accettazione della forza ONU di peace-keeping, purché a prevalente composizione africana. La visita è altresì collegata al fatto che, in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’Italia presiede pro-tempore il Comitato per l’applicazione delle sanzioni. “L’emergenza umanitaria in Darfur è più grande che mai – sottolinea in una nota Italians for Darfur, movimento ispiratore delle iniziative parlamentari intraprese finora - E’ noto che oltre 2 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case e che 4 milioni dipendono dall’assistenza umanitaria. Ma si aggiunge che il conflitto va assumendo una dimensione sempre più regionale e che la frammentazione delle parti sta rendendo la regione sempre più instabile e senza legge. La comunità internazionale deve perciò mobilitarsi. La giornata mondiale per il Darfur ha confermato la sensibilità dell’opinione pubblica. La Francia ha ripreso l’iniziativa con il neo-ministro degli esteri, Kouchner, convocando il 25 giugno a Parigi il gruppo di contatto allargato. Peccato che il governo sudanese non vi abbia partecipato. Il gruppo tornerà a riunirsi a settembre a New York. Si impone oggi la necessità di dare piena attuazione alle risoluzioni dell’ONU, avviando il negoziato tra governo e fazioni ribelli sulla base dell’iniziativa congiunta delle Nazioni Unite e dell’Unione africana. In effetti, è da valorizzare il contributo che sta venendo dall’UA che vive una fase di potenziamento della sua struttura politico-istituzionale tale da configurare finalmente una diretta assunzione di responsabilità continentale. Positivo, ma non ancora sufficiente, appare l’impegno finanziario per ulteriori 71 milioni di euro preannunciato dall’Unione europea, che dovrebbe invece assumere soprattutto un’iniziativa politica più accentuata". "Si ricorda, infine - conclude il portavoce di Italians for Darfur - che secondo il segretario generale dell’ONU, la crisi nasce dalla catastrofe ecologica della desertificazione per cui si lega alla questione globale dei cambiamenti climatici”.
(Rispondi)
 
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