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Un blog creato da museodelfango il 01/02/2010

Museo del fango

arti visive, cinema, poesia, teatro, letteratura, musica, fotografia - a cura di Michele Cannaò

 
 

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ERNESTO ACHILLI dona una sua opera per la costituzione del Museo del Fango

Post n°86 pubblicato il 18 Aprile 2010 da museodelfango
 
Tag: achilli
Foto di museodelfango

Ernesto Achili, nato nel 1938 a Santa Maria La Versa, inizia a dipingere negli anni Sessanta e sviluppa una pittura ricca di materia. Con gli anni l'artista è incline ad accogliere le varie sollecitazioni dell'ambiente artistico, smembra il paesaggio e le figure per giungere alla totale  rottura dell'immagine , annulla la staticità fotografica, approdando ad un'iconografia informale. I soggetti da lui rappresentati richiamano i paesaggi agresti della pianura padana e le immagini ingrandite di silenziosi utensili di vita quotidiana assumono un'aria monumentale e poetica.

 
 
 

MARTINA BASILE

Post n°85 pubblicato il 16 Aprile 2010 da museodelfango
 
Foto di museodelfango

 TEMA

L'alluvione del 1° ottobre

 

Il 1° ottobre 2009, come tutti ben sappiamo, è accaduto un fatto molto tragico: l'alluvione che ha colpito violentemente le zone di Giampilieri Superiore, Altolia, Molino e Scaletta. Io come abitante di Giampilieri provo a raccontare un pò cosa è successo quel giorno. C'è da dire che era una cosa già avvenuta due anni prima, nel 2007, certo allora non fu molto grave come quella di quest'anno ma bisognava prendere delle misure di sicurezza ched non sono state prese. Noi in questi ultimi anni abbiamo sollevato proteste ma non sono state ascoltate e ora ci troviamo in questa spiacevole situazione. Io fortunatamente non ho avuto danni e la mia famiglia sta bene ma purtroppo molti cari amici non ci sono più. E' piovuto per ben 9 ore con una precipitazione di circa 300 mm di acqua. Tutto è iniziato con una semplice giornata di pioggia come tutte le altre, ma dopo qualche ora mi sono accorta che non era così, ma molto peggio. A questa pioggia si unirono tuoni fortissimi e lampi spaventosi. mi sono spaventata tantissimo.


 
 
 

VAL VENOSTA

Post n°84 pubblicato il 14 Aprile 2010 da museodelfango
 
Foto di museodelfango

Val Venosta: anche qui il fango tracima.

"Eravamo con il fango alla bocca" dicono i sopravvissuti alla tragedia avvenuta in val Venosta. Anche in questa zona d'Italia dove il paesaggio urbano è mantenuto rigorosamente in ordine, in una dimensione quasi asburgica, il fango la fa da protagonista. Nove vittime e ventotto feriti. E' quetso il bilancio della sciagura ferroviaria avvenuta nel Meranese: una frana di 400 metri cubi, causata dalla rottura di un impianto di irrigazione, ha investito in pieno, provocandone il deragliamento un treno regionale, molto utilizzato da studenti e pendolari. " Dal treno usciva gente piena di fango e i morti, immersi nella terra ormai solida, non erano più seduti ma distesi." In Val Venosta intanto, dove la tragedia è accaduta, quasi tutti hanno un morto da piangere, che sia un parente o un conoscente perché nei paesi si conoscono tutti. Tra le vittime Micaela Zoeschg, 34 anni:      < Stava portando il latte per il suo bambino nato prematuro all'ospedale di Bolzano, ma non c'è l'ha fatta>

Ai curiosi che si fermano a guardare quel costone dall'altra parte dell'Adige, lo scenario che si presenta intanto è una discesa di fango viscido; un vagone ferroviario disteso sui binari, e un altro in bilico tra gli alberi e il fiume che è invece un ammasso di terra e ferraglia.

 
 
 

LINO MARZULLI

Post n°83 pubblicato il 14 Aprile 2010 da museodelfango
 
Foto di museodelfango

Lino Marzulli (1930/2008) artista singolare, non appartiene ad alcuna corrente precisa, ma segue solo le proprie tematiche e le proprie ispirazioni. Ha sviluppato uno stile personalissimo, con riferimento ad elementi fiabeschi, dove l'armonia tra i colori ha un ruolo dominante.

 
 
 

ALESSANDRA BOTTARI

Post n°82 pubblicato il 08 Aprile 2010 da museodelfango
 
Foto di museodelfango

TEMA

 

L'uomo davanti alla forza della natura può diventare piccolo e indifeso. Scrivi se, secondo te, sia possibile trovare strategie che portino al benessere di tutti.

 

In questi giorni sentiamo parlare nei vari telegiornali e su tutti i giornali, di un tragico fatto che ha colpito le province di Messina e in particolare quelle di Scaletta e Giampilieri: la disastrosa alluvione. Da abitante di Giampilieri provo a raccontare la situazione. Intanto c'è da dire che era una cosa già avvenuta due anni prima, nel 2007, certo non fu grave come quella di quest'anno ma, ovviamente, bisognava prendere delle misure di sicurezza efficaci. Come tante persone, posso ritenermi miracolata perché, fortunatamente, io sono viva e la mia famiglia sta bene. Purtroppo però molti cari amici oggi non ci sono più. Tutto è iniziato con qualche tuono o lampo e una leggera pioggerellina che man mao si è fatta più fitta fino a diventare fortissima. Io che abito nella parte più nuova del paese di Giampilieri Superiore, ho cominciato a vedere la collina di fronte alla mia casa che franava, e il fiume vicino ad essa che si ingrossava sempre di più e con quelle onde terrificanti piene di fango metteva molta paura. Non potevamo immaginare quello che stava accadendo in paese. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Lì c'era l'inferno. Scene apocalittiche, pianti, urla. Questo era quello che si sentiva nella parte interna del paese. Nel frattempo mi arrivavano messaggi da una mia amica che mi diceva che questa volta non era come quello che era successo nel 2007, stavolta era qualcosa di più: un intero paese distrutto e tanti, troppi morti. Il giorno dopo ci siamo accorti che la situazione era davvero grave per come si temeva: intere case trascinate via dal fango caduto dalla collina che, con moltissima violenza, andava sempre più impetuoso per tutto il paese. Oggi ci ritroviamo qui dicendo che era una cosa che si poteva "prevedere" ma preferisco non pensarla così perché mi fa più male considerare il fatto che molte persone, se lo Stato avesse preso misure di sicurezza, ora sarebbero qui. Sentiamo dire anche che è colpa delle case "abusive", secondo lo Stato, che sono state costruite sulle rive del fiume. Invece non è proprio così perché quelle case che sono state costruite, perlomeno a Giampilieri, hanno tutte l'autorizzazione. Sicuramente, la montagna non ha resistito perché è poco coltivata e, quel poco di verde che c'è , viene incendiato da persone incivili durante i periodi estivi. Quindi non credo proprio che le montagne crollino perché ci sono case "abusive". L'altro giorno, pensando, mi sono venute in mente un sacco di domande: Firenze e Venezia non sono forse costruite sulle rive dei fiumi? Oppure Roma non è piena di case sul Tevere? E se quello che è successo qui a Messina succedesse lì, darebbero la colpa alle case "abusive". Purtroppo a queste domande non riesco a dare una risposta ma so soltanto che se quello che è successo qui fosse successo a Milano, sicuramente tutta l'Italia e non solo si sarebbe mossa per dare una mano di aiuto. Mi sembra un'ingiustizia e penso come mai per Messina neanche un numero sul quale poter donare qualche soldo mentre ci mobilitiamo anche per il terremoto in Indonesia? E la cosa che mi fa più rabbia è che nessuno se ne rende conto. Ora siamo famosi solo per questo, per le case "abusive" e non per la bellezza della nostra terra. Secondo me è possibile trovare strategie che portino al benessere di tutti: intanto, come ho già detto, si dovrebbero prendere misure di sicurezza efficaci e si dovrebbe evitare di incendiare le coltivazioni.

 

Giampilieri, 12 ottobre 2009                          

                                                                  Martina Basile e Alessandra Bottari

 

 
 
 
 

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