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Senza parole
Post n°44 pubblicato il 31 Marzo 2006 da mylla6
Vi racconto una storia accadutami proprio questa mattina. Dopo le ormai consuete ore di lezione, mi reco nella polverosa ma affascinante biblioteca della mia università. Appena entrata al suo interno, il bibliotecario mi chiede di posare la borsa nell'armadietto fuori la porta. Per poter usufruire dello stesso, però, bisogna consegnare un documento. Appena dato quest'ultimo, presa la chiave, aperto l'armadietto e posata la borsa, rientro nella biblioteca e faccio le mie dovute ricerche. Trovata la collocazione del libro di cui avevo bisogno, mi avvicino con garbo e gentilezza presso il bibliotecario affinchè potesse procurarmi il testo. Fin qui tutto normale (o quasi). Il bibliotecario mi guarda e dice "Signorina....il documento? " Ed io "Guardi gliel'ho appena dato." "No, io non lo vedo, dov'è?" "Ma come lei mi ha appena dato la chiave per l'armadietto ed io le ho dato la mia carta d'identità." "Ah, signorina, ci vuole un altro documento! Ed io che ne so lei chi è?". Al che io rimango di stucco (ma che sta dicendo questo qui? Può benissimo guardare i miei dati dalla mia carta d'identità). Non avendo con me un altro documento, vado da una ragazza e le chiedo di prestarmi la chiave del suo armadietto per poter riprendere il MIO documento e usufruire quest'ultimo per consultare il libro. Passata buona mezzoretta mi presento nuovamente da quell'uomo arcigno ed antipatico, nella speranza che possa procurarmi il testo agognato. Il suddetto, guardandomi dall'alto in basso (.....ma chi si crede di essere?????? ), si assenta per andare a compiere la sua missione. Tornato da quest'ultima, con un sorrisino sadico e maligno mi dice: "Il libro non c'è!" Ed io" Ma è sicuro?" "Certo che è sicuro! Cosa pensa che io non sappia fare il mio lavoro?" Ed io che realmente pensavo (e penso tuttora) che non sapesse fare il suo lavoro dico" Cosa posso fare allora? Io devo assolutamente avere quel volume!". Allora il tipo (cattivo!cattivo!) mi invita ad andare al 4 piano per effettuare una nuova ricerca e controllare bene la collocazione del testo. Salite numerose scale (ma dov'è l'ascensore?), giungo presso una nuova biblioteca ed effettuo la famosa ricerca. "La collocazione è giusta, non mi sono sbagliata!" penso. Scesi i 4 piani, ritorno presso il luogo del delitto e chiedo umilmente di riprovare a cercare il volume (..la collocazione è quella, stupido!). E lui (il bibliotecario maleducato e gretto) che è comodamente seduto sulla sedia, contemplando i libri che lo circondano (...saprà a cosa servono? ....si aprono, si sfogliano, si leggono...), impedisce ad un povero ragazzo, che si era offerto di aiutarmi (in quanto lavora lì), di ricercare il libro. Niente di fatto. "Signorina il libro nun cè sta! Oppure lei ha scritto male la cullucazione" (parafrasando il suo gergo). Io, nonostante ero certa di avere scritto tutto correttamente, con tranquillità risalgo i famosi 4 piani senza ascensore e chiedo ad un altro segretario di aiutarmi nell'ardua impresa. Tutto inutile la collocazione è quella!Con pazienza e buona volontà decido di recarmi presso il responsabile della biblioteca e chiedergli chiarimenti (sinceramente ero stufa di fare avanti ed indietro senza risultati….e poi in tutto quel tram tram erano passate 2 ore e un quarto!!!). Questo grande uomo non solo è riuscito a trovarmi in 2 minuti il famoso volume, ma con mio grande piacere decide di venire con me presso la reincarnazione di Hitler per sgridarlo ed incentivarlo a fare meglio il suo lavoro. Non potete capire con quale gioia ed orgoglio sono entrata in quella biblioteca.... Mister simpatia, appena ripreso dal suddetto segretario, mi guarda con odio e disprezzo, mentre io assaporavo la mia gloria. E io che dovevo fare? Dovevo dirgli “Invece di essere così antipatico e crederti il re del mondo, cerca di essere più umile e soprattutto più gentile con chi ti circonda!”. Avrei voluto farlo, ma ho preferito lasciar perdere. So soltanto che in giro ci sono tante persone maleducate ed arroganti che ti fanno saltare i nervi. Armiamoci di pazienza.
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INFO
"Ella provava il desiderio di gettarsi il passato dietro le spalle, e, come diceva a se stessa, incominciare di nuovo. Questo desiderio in realtà non era frutto dell'occasione presente; era familiare come la pioggia che batteva sui vetri della finestra, e l'aveva condotta a ricominciare un gran numero di volte".
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il 17/04/2009 alle 08:55
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