(Dal mio vecchio blog):VIOLENZA SULLE DONNE:" E' ORA DI DIRE BASTA " !
Purtroppo é un argomento troppo attuale e
REALE per non parlarne.
Argomento delicato,che fa male da leggere e da sentire.
Senza poi nemmeno immaginare il male che avverto quando vengono da me per
raccontare le loro storie:
storie di donne consumate dentro dal dolore,dalla vergogna,ma soprattutto
dall'abuso.
La maggior parte delle violenze viene subìto in ambiente domestico.
Oggi se ne parla molto,ma in realtà si sa veramente poco.
Capiamo e analizziamo ogni parola prima di assegnarne il giusto senso.
La violenza può essere
psicologica,fisica e sessuale.
(Nella maggior parte dei casi tutte e tre le violenze vengono messe in atto
quasi contemporaneamente.)
VIOLENZA: forza
impetuosa,incontrollata.
Azione volontaria esercitata da un
soggetto su un altro,in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà.
Quindi violenza e maltrattamento sono
sinonimi.
Psicologico:
che riguarda l'apparato psichico.
Violenza
psicologica: quell’insieme
di insulti, minacce verbali, intimidazioni, denigrazioni, svalutazioni, che il
soggetto esprime nei confronti del proprio partner, nell’ambito di una
relazione di coppia conflittuale.
Violenza
fisica:
passaggio all’atto di un impulso aggressivo
eterodiretto.
Violenza
sessuale:
passaggio all’atto di un desiderio sessuale
attraverso la costrizione, le minacce e i ricatti.
Maltrattamento: dimostrazione di
arroganza, prepotenza e violenza nei confronti di una o più persone
soggettivamente od oggettivamente inferiori.
In che senso un soggetto adulto può essere inferiore ad un altro?
Può esserlo fisicamente (più alto, più basso, più forte, più debole), può
esserlo intellettivamente (come nel caso dei deficit mentali), oppure può
esserlo soggettivamente, se si percepisce come mancante di qualche attributo,
prerogativa di altri.
Questo è il caso della maggior parte delle donne che subiscono violenza e
maltrattamenti in ambito domestico e che permangono a lungo, talvolta per
sempre, in questa situazione.
Fatta
eccezione per le differenze oggettive e misurabili con scale di
valutazione, l’inferiorità tra adulti
corrisponde ad una percezione distorta
dell’Io e della propria immagine
corporea.
L'
Acting-out,o passaggio all’atto, presuppone che il soggetto non abbia un
controllo attivo sulle proprie
pulsioni. Un soggetto che utilizza l’altro a fini meramente strumentali, per
scaricare una tensione, utilizzando modalità arcaiche di risoluzione dei
problemi.
Per
colui che effettua l’acting out, al contrario
il partner è privo d’individualità, è un oggetto complementare a se stesso che
deve essere posseduto per mantenere l’illusione dell’onnipotenza narcisistica.
Da quanto sopra esposto, emerge che il partner maltrattante e quello
maltrattato sono caratterizzati da una complementarietà psichica riassumibile
nel binomio sadismo/masochismo. Colui che agisce l’aggressività è portatore di
una struttura narcisistica con scarse capacità di sublimazione e spostamento
delle pulsioni sessuo/aggressive e quindi con scarse capacità di instaurare
relazioni oggettuali.
Chi subisce la violenza (o maltrattamento) è pervaso da un
profondo senso di colpa inconscio e da un vissuto di inadeguatezza che lo
spinge
a collezionare umiliazioni e sofferenze a prezzo di angoscia intollerabile, in
un escalation di tensione e violenza che può portare, in casi estremi, anche ad
esiti letali. (Depressione maggiore,suicidio)
La
violenza ci porta a trattare il concetto di
trauma.
Dobbiamo distinguere il trauma fisico da quello psichico.
Trauma: proviene dalla parola greca
“trauma”, vuol dire
ferita.
In certi contesti esso si riferisce piuttosto alle conseguenze sull’insieme
dell’organismo di una lesione risultante da una violenza esterna.
La
psicoanalisi ha ripreso questo termine trasponendo sul piano psichico i suoi
tre significati: quello di shock violento, quello di lacerazione, quello di
conseguenze sull’insieme dell’organismo.
Il trauma psichico è
un evento della vita del soggetto che è
caratterizzato dalla sua intensità, dall’incapacità del soggetto di rispondervi
adeguatamente.
E’ chiaro che i traumi possono essere di varia
natura e di diversa entità e possono provocare risposte di tipo diverso in
ognuno di noi.
IL MIO CONSIGLIO é di recarvi presso
le ASL più vicine e parlarne con uno psicologo,il quale sicuramente saprà
indirizzarvi dallo specialista più adeguato al vostro caso.
(Potete scegliere di recarvi anche presso i consultori familiari!
Le visite sono
gratuite e in totale anonimato!)
L' IMPORTANTE E' NON RIMANERE CHIUSI
IN VOI STESSI CREDENDO CHE NON CI SIANO VIE D'USCITA.
BASTA VOLERNE USCIRE DAVVERO.