nero come la notte

Post N° 11


PRIMA NOTTE SECONDA PARTE            Svegliarsi, destarsi, emergere dalle acque nere e profonde dell’oblio…No, resto nel mio limbo sicuro, ne viva, ne morta…in transito tra Caronte e la Vita. Le mie spalle nude, assorbono il ghiaccio della fredda pietra che mi penetra la pelle. Cosa mi importa ormai? Vivere, morire, rinascere? Niente ha più importanza se non fuggire dal dolore che mi attanaglia il cuore…che come filo spinato penetra il rosso muscolo di vita, che taglia una parte ormai inutile di me…Malinconia, rimpianto, inutilità, perduto amore…Non sei più mio…Sono sola…Tornare alla realtà fa più male di una coltellata in pieno petto…Cosa mi è successo? Mi sono lanciata dal ponte…Non ho sentito lo schianto…qualcuno mi ha afferrata al volo…Ma cosa veramente è accaduto stanotte? Con una mano mi sfioro la fronte umida, la passo dietro al collo e mentre cerco i toccarmi il mento, con le dita sento una ferita a lato del collo, dove inizia la spalla…premo delicatamente e una scarica dolorosa parte dalla ferita ed arriva fino al cervello…Chi mi ha fatto questo? Apro gli occhi ed è come se fossi immersa con la testa in un secchio di pece…Non vedo nulla…Con fatica cerco di vedere dove mi trovo, ma la vista non arriva oltre la mia mano, debolmente illuminata da un raggio di luna che penetra dall’alto. Non sono cieca ma l’oscurità che mi avvolge pesa su me come una coltre di neve oscura; spalanco gli occhi per cercare di vedere e mentre le mie pupille si adattano al buio pesto, un leggero fruscio mi avverte che non sono sola.            “Non sei morta…Non morirai stanotte, ne mai…” Dal nero più nero del nero, un’ombra muove un passo verso me…due…si avvicina lentamente…e mentre mi appoggio sui gomiti per cercare di vedere meglio, finalmente scorgo nelle tenebre, Lui, il mio salvatore…             Figura indistinta, nera nel nero…Solo gli occhi risaltano nel buio, rosse pupille di brace brillano in un volto cereo di morte. La paura mi attanaglia il cuore e la mente allontana da se la visione che le trasmettono gli occhi; ma non si può rifiutare la realtà e a malincuore accetto l’inevitabile. “Finalmente…ti sei svegliata…….” Mentre continua ad avvicinarsi a me, mi parla con voce suadente ed i miei occhi si perdono nei suoi in un incantesimo perverso di attrazione e repulsione…Per pochi istanti oso distogliere lo sguardo ma non posso, Lui non me lo concede.Allora voglio sapere….”Chi sei? Cosa mi hai fatto?E cosa vuoi da me?” Lacrime di paura ed impotenza scorrono calde sulle mie guance mentre la sua bocca si allarga in un sogghigno di scherno. “Piano…Una domanda alla volta…” risponde avvicinandosi con movimenti lenti e fluidi a me. “Sono Lukas….Padrone di questo posto e di…te…”