nero come la notte

SECONDA NOTTE - parte seconda


Un attimo di respiro, commetto un peccato, un peccato mortale…Abbracciare la morte e rifiutare la vita…Sola nel buio e nel freddo della mia prigione, lascio che i pensieri escano dalla mente e si arrotolino in lunghe spirali intorno a me. Mi abbraccio per trovare un po’ di conforto e un briciolo di quel calore che mi manca ogni attimo di più. Voglio alzarmi, scuotermi dal torpore che mi avvolge, ma ogni gesto è fatica; con grande sforzo mi sollevo dalla nuda pietra e il drappo di seta scura che mi avvolge, scivola dal mio corpo con un fruscio sommesso. Lasciando cadere le gambe nel vuoto, cerco di rialzarmi ma il mio corpo trema e ogni gesto è una lotta con me stessa. Finalmente riesco a stare in equilibrio sulle gambe e sempre tremando mi avvicino alle finestrelle per cercare di vedere fuori  da questa gabbia… Dalle fessure intravedo il cielo nero, poche stelle e una luna rosso sangue appena sopra l’orizzonte crea contrasto alle tante croci che allineate sono il paesaggio che mi appare. Croci? Cimitero? Si, il cimitero che ho visto dal ponte…Lo stupore e lo sgomento lottano nella mia testa e spalancando gli occhi nel buio cerco di vedere oltre il bosco crociato. Sono prigioniera in un cimitero e quindi questa è una cripta? Si certamente… E la pietra sulla quale ho giaciuto è quasi sicuramente una tomba. Rabbrividisco dal ribrezzo e mentre la pelle mi si accappona l’orrore della mia condizione mi entra violentemente nell’anima. Luna rossa, rosso sangue… Dove mi sono cacciata? In quale guaio? Perché ho cercato di porre termine alla mia vita? Per cosa? Per uno stupido amore perduto? Ma la mia vita ha molto più valore…Sto cambiando un’esistenza con…con niente…E per cosa poi? Ma le mie gambe non mi reggono più e devo per forza trovare un appoggio e lentamente tornare a coricarmi sul mio schifoso giaciglio. Morte vieni, portami via… Scrollo la testa e le mie ultime lacrime scorrono calde sulle guance aride e fredde di un volto che non sento già più mio.Non posso più pensare…Ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, mi avvicinano sempre più a quel destino che credevo di volere e che adesso rifiuto più d’ogni altra cosa. Mentre stanca mi addormento, sento nella veglia prima del sonno, che il mio signore entra e si lentamente si avvicina a me. Fruscio di abiti, odore di muschio…si ferma accanto al mio giaciglio e nel buio mi osserva senza parlare; non sento il suo respiro, non lo vedo, solo la sua presenza è reale accanto a me…