Pensieri e parolacce

Nadine accolse quell'offerta con un sorriso e bevve a piccoli sorsi dalla borraccia del ragazzo. Mentre la guardava bere nella foresta vi furono movimenti e rumori, il piccolo cacciatore non vi fece caso pensava che fossero i guerrieri del suo gruppo. Improvvisamente capì che qualcos'altro si era mosso nella jungla.

Gli occhi del ragazzo strabuzzarono dalle orbite e mentre prendeva coscienza che non erano solo i suoi compagni a muoversi spirò emettendo  un copioso fiotto di sangue dalla bocca e dal petto.

Nadine rimase esterefatta dal fiore rosso che comparve nel petto del cacciatore improvvisamente. Egli cadde in ginocchio sostenendosi alla lancia mentre la punta di un razzo di balestra come quello che le era stato lanciato addosso due giorni prima spuntava inesplosa dalla cassa toracica.

Con un grido strozzato Fenice si riprese dallo sgomento mentre un'esplosione scuoteva la collina vicina alla sua posizione. Dalle sua mani cadde l'otre e le sue dita impugnarono nuovamente il calcio della pistola.

Nadine rotolò e strisciò lontano dal corpo del ragazzo che come un penitente era rimasto nella posizione inginocchiata. Il dolore che le provocò tale manovra fu una nuova sensazione, una soglia che non aveva mai raggiunto prima. Un potente flash bianco la accecò la vista. Fenice continuò imperterrita ad allontanarsi dal razzo che poteva esplodere da un momento all'altro.

Un furore di spari e ed esplosioni fu colonna sonora dello strisciare della canadese che oramai sentiva tutto ovattato. Nadine percepì che stava nuovamente per perdere i sensi e prima che ciò accadesse allungò la mano verso la siringa ipodermica contenente le anfetamine.