Creato da najim il 13/08/2007

un tè alla menta

storie dal mondo arabo...

 

 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 20 Settembre 2007 da najim
 

Gli altri possono indicarvi la via, ma ognuno deve percorrerla da solo

call 1

                                                                     Calligraphie © Hassan Massoudy

 
 
 

Giuha ed il capretto costoso

Post n°9 pubblicato il 12 Settembre 2007 da najim
 

Giuha aveva una vicina di casa anziana che possedeva un capretto denutrito, deperito e deturpato. Un giorno lo voleva vendere a Giuha, ma lui aveva rifiutato di comprarlo.

 La vecchia tornò a proporre il capretto a Giuha e ripeté questa proposta numerose volte, poiché aveva un enorme bisogno di denaro.

Giuha che aveva pietà di lei, se ne andò meditando un modo per vendere il capretto ad un prezzo tale da soddisfare la sua necessità.

Il giorno seguente, Giuha tornò dalla vecchia e disse: "Domani vai al mercato e porta con te il capretto per venderlo".

La vecchia gli disse: "Hai un compratore per lui?"

 Giuha disse: "Io sarò presente al mercato, contratterò con te il suo acquisto, ma non accettare un prezzo inferiore a cento dinari, e . . . attenta a non esitare finché sarà terminata la sua vendita".

La vecchia si meravigliò delle sue parole, e prese l'iniziativa dicendo: "Oh Giuha, cento dinari? Che somma enorme! Le mie mani non hanno ricevuto niente per anni e anni, ma dimmi, perché lo vuoi comprare per cento dinari al mercato quando posso vendertelo qui per molto meno di quel prezzo?"

Giuha disse: "Fai ciò che ti ho chiesto, e non esitare finché ti sarà possibile vendere il capretto". La vecchia disse gioiosa ed allegra: "Il nostro appuntamento è domani al mercato, Giuha".

Il giorno seguente la vecchia andò al mercato, portò il capretto con sé ed eseguì ciò che aveva concordato con Giuha, propose il capretto in vendita, ma nessuno si avvicinò a comprarlo.

Dopo un po' si presentò Giuha, la vecchia lo vide arrivare da lontano ed aveva con sé un bastone per misurare.

 Giuha girava tra i venditori con il bastone per misurare, poi si avvicinò alla vecchia come se non la conoscesse e le chiese: "E' in vendita questo capretto?" "Sì signore" disse la vecchia.

Giuha prese a misurare la lunghezza del capretto, la sua larghezza e l'altezza numerose volte fino ad attirare gli sguardi della gente.

La gente si meravigliò e si raggruppò intorno a Giuha ed al capretto. Poi Giuha cominciò a contrattare con la vecchia il prezzo del capretto, cominciando da un dinaro, mentre la vecchia gli chiedeva di aumentare il prezzo. Allora lui cominciò ad aumentare il prezzo.

A questo punto la gente partecipava con Giuha ad alzare il prezzo del capretto finché il suo prezzo arrivò a trenta dinari. La vecchia disse: "Non lo venderò poiché vale molto più di quello".

Giuha prese ad alzare il prezzo, la gente pure, fino a che Giuha giunse a novanta dinari, ma la vecchia disse: "Non lo venderò per meno di cento dinari".

Qui Giuha manifestò il suo dispiacere e disse: "Magari avessi questa somma, se l'avessi lo comprerei immediatamente e senza esitazione". Poi la lasciò mostrandosi dispiaciuto e camminò per il mercato.

Uno dei mercanti vide ed ascoltò ciò che era successo, e pensò che nel capretto ci fosse un gran segreto e lo comprò per cento dinari.

Il commerciante si precipitò dietro a Giuha, lo fermò e gli disse: "Ti prego di farmi sapere il segreto del tuo interesse a comprare questo capretto e l'utilità che speravi avere dal suo acquisto".

Giuha afferrò il capretto e cominciò a misurare la lunghezza e la larghezza, poi disse: "Se fosse stato più lungo di due pollici e più largo di uno, la sua pelle sarebbe servita per un tamburo per la festa di matrimonio di mia figlia".

 Poi salutò l'uomo sorridendo e si allontanò. 

 

 

www.arab.it

 
 
 

Giuha ed il capretto costoso   ( arabo)

Post n°8 pubblicato il 12 Settembre 2007 da najim
 

   كانتْ لِجُحا جارَةٌ عَجوزٌ الَّتي تَمْتَلِكُ جَدْيًا أَعْجَفَ مَهْزولاً مُشَوَّهًا. أَرادَتْ ذاتَ يَوْمٍ أَنْ تَبيعَهُ إِلى جُحا، ولَكِنَّ جُحا رَفَضَ شِراءَهُ.

أَعادَتِ العَجوزُ عَرْضَ الجَدْيِ على جُحا، وكَرَّرَتْ هَذا العَرْضَعِدَّةَ مَرَّاتٍ، لِحاجَتِها الشَّديدَةِ إِلى المالِ.

فَأَشْفَقَ عَلَيْها جُحا، وراحَ يُفَكِّرُ لَها في طَريقَةٍ لِبَيْعِ الجَدْيِ بِثَمَن

يَسُدُّ حاجَتَها.   

في اليَوْمِ التَّالي، جاءَ جُحا إِلى العَجوزِ وقالَ: "غَدًا اذْهَبي إَلى السُّوقِ، واِحْمِلي مَعَكِ الجَدْيَ لِبَيْعِهِ".

 قالَتْ لَهُ العَجوزُ: "وهَلْ لَدَيْكَ مُشْتَرٌ لَهُ؟"

قالَ جُحا: "أَنا سَوْفَ أَحْضُرُ في السُّوقِ، أُساوِمُكِ على شِرائِهِ، فَلا تَقْبَلي فيهِ ثَمَنًا أَقَلَّ مِنْ مِائَةِ دينارٍ

 و . . . إيَّاكِ أَنْ لاتَتَرَدَّدي حتَّى يَتِمَّ بَيْعُهُ".

تَعَجَّبَتِ العَجوزُ مِنْ قَوْلِهِ، وبادَرَتْهُ قائِلَةً: "مِائَةُ دينارٍ يا جُحا؟ يا لَهُ مِنْ مِبْلَغٍ ضَخْمٍ! لَمْ تَحْصُلْ عَلَيْهِ يَدي مُنْدُ سَنَواتٍ وسَنَواتٍ، و لَكِنْ قُلْ لي: لِماذا تُريدُ أنْ تَشْتَرِيهِ بِمِائَةِ دينارٍ في السُّوقِ و أَنْ

 أَبِيعَهُ لَكَ هُنا بِأَقَلَّ مِنْ ذَلِكَ الثَمَنِ بِكَثيرٍ؟"

قالَ جُحا: "افْعَلِي ما طَلَبْتُهُ مِنْكَ، ولا  تَتَرَدَّدي َحَتَّى يُمْكِنَكِ أَنْ تَبيعِي الجَدْيَ". قالَتِ العَجوزُ في سُرورٍ و رِضًا:

 "مَوْعِدُنا غَدًا بِالسُّوقِ يا جُحا".

في اليَوْمِ التَّالي ذَهَبَتِ العَجوزُ إِلى السُّوقِ، حَمَلَتْ مَعَها الجَدْيَ و نَفَّذَتْ ما اتَّفَقَتْ عَلَيْهِ مَعَ جُحا، عَرَضَتِ الجَدْيَ لِلْبَيعِ، فَلَمْ يُقْبِلُ على شِرائِهِ أَحَدٌ.

بَعْدَ قَليلٍ حَضَرَ جُحا، َرَأَتْهُ العَجوزُ قادِمًا مِنْ بَعِيدٍ، و مَعَهُ عصا لِلْقِياسِ.

كانَ جُحا يَطوفُ بَيْنَ البَائِعِينَ وَمَعَهُ عصا يَقيسُ بِها، ثُمَّ أَقْبَلَ عَلى العَجوزِ كأَنََهُ لا يَعْرِفُها و سأَلَها: "أ هَذا الجَدْيُ لِلْبَيْعِ؟" قالَتِ العَجوزُ:" نَعَمْ يا سَيِّدي".

أخذ جُحا يَقيسُ طولَ الجَدْيِ، وعَرْضَهُ، وارْتِفاعَهُ مَرَّاتٍ  عديدةٍ حَتَّى يَلْفِتَ أَنْظارَ النَّاسِ.

اسْتَغْرَبَ النَّاسُ وَ تَجَمَّعوا حَوْلَ جُحا والجَدْيِ. ثُمَّ بَدَأَ جُحا يُساوِمُ العَجوزَ في ثَمَنِ الجَدْيِ، بَدْءًا مِنْ دينارٍ، بَيْنَما كانَتِ العَجوزُ تَطْلُبُ مِنْهُ أَنْ يَزيدَ في الثَّمّنِ. فَأَخَذَ جُحا يَزيدُ في ثَمَنِهِ.

عِنْدَئِذٍ شارَكَ النَّاسُ جُحا في رَفْعِ ثَمَنِ الجَدْيِ حَتَّى وَصَلَ ثَمَنُهُ إِلى ثَلاثينَ دينارًا. َقالَتِ العَجوزُ: "لَنْ أَبيعَهُ فَهُوَ يُساوِى أَكْثَر مِنْ ذَلِكَ بِكَثيرٍ" 

راحَ جُحا يَزيدُ في الثَّمَنِ، والنَّاسُ كَذَلِكَ، حَتَّى وَصَلَ جُحا إِلى تِسْعينَ دينارًا، وَلَكِنَّ العَجوزَ قالَتْ: "لَنْ أَبيعَهُ بِأَقَلَّ مِنْ مِائَةِ دينار"ٍ.

هُنا أَبْدى جُحا أَسَفَهُ وقالَ: "لَيْتَ مَعَي هَذا المَبْلَغَ، و لَوْ كانَ مَعَي لاشْتَرَيْتُهُ فَوْرًا ودونَ تَرَدُّدٍ". ثُمَّ تَركَها مُظْهِرًا

أَسَفَهُ و مَشى في السُّوقِ.

رأَى أَحَدُ التُّجَّارِ و سَمِعَ ما حَدَثَ، فحَسَبَ أَنَّ في الجَدْيِ سِرًّا عَظيمًا، فاشْتَرَاهُ بِمِائَةِ دينارٍ.

أَسْرَعَ التَّاجِرُ خَلْفَ جُحا، اِسْتَوْقَفَهُ وقالَ لَهُ: "أَرْجوكَ أَنْ تُعَرِّفَني سِرَّ إِقْبالِكَ على شِراءِ هذا الجَدْيِ و اَلْفائِدَةَ الَّتي

كُنْتَ تَرْجوها مِنْ شِرائِهِ".

أَمْسَكَ جُحا الجَدْيَ وأَخَذَ يَقيسُهُ طولاً وعَرْضًا، ثُمَّ قالَ: "لَوْ كانَ طولُهُ يَزيدُ إِصْبَعَيْنِ وعَرْضُهُ يَزيدُ إَصْبَعًا،

لَصَلَحَ جِلْدُهُ أَنْ يَكونَ طَبْلَةً لِحَفْلِ عُرْسِ ابْنَتِي".

ثُمَّ وَدَّعَ الرَّجُلَ مُبْتَسِمًا فاِنْصَرَفَ.

                                                                  جُحا والجَدْيُ الثَّمينُ    

 
 
 

il silenzio

Post n°7 pubblicato il 01 Settembre 2007 da najim
 

Di ciò che è passato
non devi far parola alcuna.

Di ciò che dovrà avvenire
non devi far domanda alcuna.

Sul passato e sul futuro
non costruir castello alcuno.

Dell'istante approfitta
e la vita non sprecare mai.

 

 

Da "il silenzio" di Mohsen Makhmalbaf

titolo originale "sokout"

 

 

 


 
 
 

Mille splendidi soli inizia così..........

Post n°6 pubblicato il 24 Agosto 2007 da najim
 

Mariam aveva cinque anni la prima volta che sentì la parola harami.

Accadde di giovedì. Doveva essere per forza giovedì, perché ricordava di essersi sentita inquieta e pensierosa tutto il giorno, come le capitava di sentirsi soltanto il giorno in cui Jalil veniva a trovarla alla kolba.

Per far passare il tempo sino al momento del suo arrivo, quando finalmente l’avrebbe visto salutare con la mano mentre attraversava la radura con l’erba alta sino al ginocchio, Mariam era salita su una sedia e aveva tirato giù il servizio da tè cinese della madre, Nana.

Il servizio da tè era la sola reliquia che Nana conservasse della propria madre, morta quando lei aveva due anni. Custodiva con venerazione ciascuno dei pezzi di porcellana bianca e azzurra: la teiera dal becco elegantemente ricurvo,i fringuelli e i crisantemi dipinti a mano, sulla zuccheriera il drago che doveva allontanare il malocchio. Fu quest’ultimo pezzo che scivolò dalle dita di Mariam andando in frantumi sulle assi di legno del pavimento della kolba.

Quando Nana vide la zuccheriera, si fece rossa in viso, il labbro superiore ebbe un tremito e gli occhi, sia quello buono che quello guasto, fissarono Mariam con uno sguardo inespressivo, immobile. Era così fuori di sé da far temere a Mariam che il jinn sarebbe entrato nuovamente nel corpo della madre. Ma il jinn non si presentò, no quella volta almeno. Nana, invece, afferrò Mariam per i polsi, se la tirò vicina e a denti stretti le disse:”sei una piccola , goffa harami. Questa è la ricompensa per tutti i sacrifici che ho fatto per te. Rompere l’unica mia eredità, piccola goffa harami”.................

 
 
 
 
 

Le quattro mogli

Post n°3 pubblicato il 17 Agosto 2007 da najim
 

C’era un ricco commerciante che aveva quattro mogli

La moglie che amava di più era la quarta. La vestiva con vestiti lussuosi e gli concedeva ogni delicatezza. Si occupava di lei con la massima cura e non gli negava le cose migliori

Amava molto anche la terza moglie. Era molto orgoglioso di lei e cercava sempre di mostrarla ai suoi amici. Eppure il mercante aveva molta paura che potesse fuggire con qualche altro uomo.

Amava molto la sua seconda moglie. Si trattava di una persona molto paziente ed egli la considerava la sua confidente. Ogni qualvolta che si trovava a dover affrontare qualche problema si rivolgeva alla sua seconda moglie ed essa lo aiutava a superare il momento difficile

La prima moglie infine era una compagna molto fedele e aveva dato un grande contributo alla sua fortuna commerciale e alla cura della famiglia. Tuttavia il commerciante non l’amava e ben difficilmente seguiva il suo consiglio.

Un giorno il commerciante si ammalò e si rese conto che non avrebbe avuto più molto da vivere. Pensando alla sua vita lussuosa diceva a se stesso: “E’ vero che ho quattro mogli, ma quando muoio sarò solo. Ah quanto sarò solo!”

Disse alla quarta moglie: “ Ti ho amato più, ti ho rivestito degli abiti più raffinati e non ho trascurato per te nessuna cura. Ora sto morendo, vuoi seguirmi e continuare a farmi compagnia?” “Certo che no!” esclamò la quarta moglie e si allontanò senza dire altro. La risposta trafisse il cuore del mercante come un coltello affilato

Triste, il mercante disse allora alla terza moglie: “Ti ho amato tanto per il tutto il corso nella mia vita. Ora sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?” “No, rispose la terza moglie, la vita è davvero buona qui, e mi risposerò quando tu morirai!” Il cuore del mercante divenne freddo come ghiaccio.

Disse allora alla seconda moglie: “ Mi sono sempre rivolto a te e tu mi hai sempre aiutato. Adesso ti chiedo di aiutarmi ancora. Sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?”. “Mi dispiace, questa volta non posso aiutarti, disse la seconda moglie, al massimo posso farti seppellire”. Questa risposta colpì il mercante come un fulmine e ne fu devastato.

Sentì un grido: “Io verrò con te, ti seguirò ovunque tu andrai”. Il mercante guardò su e vide la sua prima moglie. Era così magra da sembrare denutrita. Molto dispiaciuto il mercante disse: “Avrei dovuto occuparmi meglio di te”.

Ebbene ognuno di noi prende quattro mogli nella sua vita

La quarta moglie è il tuo corpo. Non importa lo sforzo con il quale lo curi, dovrai lasciarlo.

La tua terza moglie è ciò che possiedi, la tua condizione, la tua ricchezza. Quando muori tutto va agli altri.

La seconda moglie sono la tua famiglia e i tuoi amici. Per quanto ci stiano vicini nella vita non possono stare con te nella morte..

La prima moglie è invece la tua anima. Tanto trascurata e negletta nella ricerca dei beni materiali e dei piaceri sensuali. E’ davvero l’unica cosa che ti segue ovunque tu vada.

 

 

 

rif: www.sufi.it

http://home.fonline.de/fo1345/index_en.html

 
 
 

PROVERBI ARABI

Post n°2 pubblicato il 15 Agosto 2007 da najim
 
Foto di najim

Il vuoto da' la strada al pieno

الفاضي يخلّي للمليان

Fai del bene e gettalo nel mare

إعمل معروف وارمي في البحر

Chi scava un fosso con cattiveria, ci finisce dentro

يا حافر جورة السوء يا واقع فيها

Il vicino che ti e' prossimo e' preferibile al fratello lontano

جارك القريب ولا أخوك لبعيد

La casa è di nostro padre e lo straniero ce ne scaccia

الدار دار أبونا وجوا الغرب يطحونا  

Verrà il giorno in cui i furbi saranno schiacciati come l'aglio

للثعالب يوم مثل دق الثوم

Non gettare la pietra nel pozzo dopo averci bevuto

لا تشرب من البير وترمي فيه حجر

Una sola mano non può applaudire

يد وحدها ما بتصفق

Nessuno taglierà la testa, se non Colui che l' ha fatta

ما بقطع الراس الا اللي ركبه

Bussa alla porta prima di entrare

دق الباب قبل ما تدخل

 L' ignorante e' nemico di se stesso

الجاهل عدو نفسه

L'amico si riconosce nel bisogno

الصديق وقت الضديق

Ogni occhio ha il suo sguardo

كل عين ولها ناظورها

 L'occhio non e' mai al di sopra del sopracciglio

العين مابتعلاش على الحاجب

Tutto ciò che e' scritto sulla fronte, viene sempre visto

المكتوب على الجبين لازم تشوفو العين

Non osare maltrattare il volto che vedi di mattina

الوجه اللي بتصابحو كيق الك عين اتقبحو

L' occhio e' quello che mangia

العين اللي بتوكل

Se nutri la bocca, l'occhio diventa timido

اطعم الثم تستحي العين

L'occhio vede, ma la mano non puo' raggiungerlo

العين باصيرة واليد قاصيرة

Anche il pulcino dell'oca galleggia

فرخ البط عوام

Allunga il passo secondo la grandezza del tuo tappeto

مد رجليك على قد الحافك

Ogni scimmia, agli occhi di suo padre, e' una gazzella

القرد في عين امه غزال

Se il tuo vicino ti odia, sposta la porta della tua casa

Una mela non cade mai troppo lontano dal suo albero

Metti abiti della tua misura

Non puoi cavare farina da un sacco di carbone

 

 
 
 
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