Creato da kooskon il 31/10/2012
Allegra gioia

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

svaiquaaallegra.gioiachiarasanyLEXU2LA_PIOVRA_NERAgiostradivitakooskon
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Ministro Clini minaccia ...Sandy, Wall Street riapr... »

Big Money: dalle azioni all'oro, cosa comprare e cosa evitare

Post n°4 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da kooskon
 

Dopo tre anni di ottimi rendimenti, le azioni statunitensi iniziano a non essere più tanto attraenti agli occhi dei money manager che sempre in numero minore si dichiarano ottimisti sul futuro dell’azionario 2013. Nei (SNP: - ) sondaggi, infatti, i tori stanno diminuendo a favore degli orsi e non a torto: gli utili delle societ stanno rallentando, e tra default in Europa e minacce che arrivano dal Medio Oriente, Elezioni e Fiscal Cliff che rendono insicure anche le coste degli States gi flagellate dall’uragano Sandy. Eppure nonostante ciò, l’inguaribile ottimismo dei tori si manifesta anche in queste occasioni con un’aspettativa che gli analisti di Big Money vedono, per quanto riguarda il Dow Jones Industrial Average a 14.400 per l’anno prossimo.

Evidentemente le attrattive del mercato ci sono ancora, forse perchè l'economia degli Stati Uniti e del mercato azionario non sembrano così male rispetto ad altre nazioni. Tra Europa in crisi, Cina in rallentamento e Giappone che ancora deve decidere cosa fare per ritornare anche solo sui binari, allora il gioco è anche più facile, i competitor non sono poi così minacciosi. Da queste basi parte la considerazione del 40% dei money manager che ritengono gli Stati Uniti i futuri protagonisti della migliore performance di mercato in tutto il mondo nei prossimi 6-12 mesi. Solo il 16% pensa che i mercati emergenti faranno meglio, mentre il 15% punta all’Europa (vista ancora compatta e orfana colo per il 44% degli intervistati della Grecia) che nel giro di 5, massimo 10 anni potrebbe tornare ad essere competitiva, e solo il 12% sulla Cina. Ma i numeri continuano a favore dello zio Sam (Euronext: - ) con il 68% degli intervistati che prevede un rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro e dello yen (ma in questo caso la percentuale scende al 60%).

, Ma allora, vedendo sull’azionario, cosa si può preferire? Gli intervistati si sono equamente divisi tra AIG, Apple (NasdaqGS: - ) , Amazon.com (NasdaqGS: - ) , Bank of America (NYSE: - ) e Citigroup (NYSEArca: - ) , ma i riscontri maggiori si sono avuti per General Electric (NYSE: - ) , IBM (NYSE: - ) , JPMorgan Chase (NYSEArca: - ) e Microsoft (Hannover: - ) .

Pollice verso, invece, per Facebook e Salesforce.com. Il peggiore di tutti, invece, Sears Holdings (NasdaqGS: - ) che l’88% degli esperti ritiene in ribasso nel prossimo futuro.

Byron Snider, presidente della West Oak Capitale, a Westlake Village, California, non è d'accordo con i fan di Apple. "Sarei sorpreso se Apple rimanesse ancora a lungo su una crescita ancora forte senza steve Jobs. Innegabilmente, ciò di cui sta beneficiando è l’eredit delle sue idee. ma una volta terminata quella, gi agli sgoccioli, non potr andare oltre", sottolineando di non avere il titolo in portafoglio. Negativo anche su Bank of America. "Si sta andando ad essere impantanata in cause per il resto della mia vita", dice.

In generale, i nostri partecipanti un sacco di soldi, come la tecnologia e settori finanziari della maggior parte, con energia che arriva al terzo posto. I settori che credono far il peggio nei prossimi sei a 12 mesi sono programmi di utilit , beni di consumo ciclici e finanziari.

Jason Brady, money manager per Investment Management Thornburg a Santa Fe, Nuovo Messico è tra i dirigenti che amano titoli del settore energetico, in particolare, e 'un fan di ENI (EUREX: - ) che, pur facendo parte della squadra italiana quindi ultimamente poco stimata, ritiene particolarmente interessante sia per il dividend yield del 6% sia per i progetti di ristrutturazione a favore delle energie rinnovabili. Come il resto degli intervistati, Brady (NYSE: - ) non è entusiasta delle utility degli Stati Uniti: non c’è più un buon rapporto rischio-beneficio in considerazione dei prezzi attuali.

, Secondo il report di Big Money, a proposito dell’oro le speranze ci sono e anche particolarmente forti: in previsione di una crescita del 9% a 1.877 dollari l'oncia per il prossimo anno, non bisogna però nascondere una certa soglia di oscillazione tra i 1.821 dollari e un massimo di 1.932 dollari. Una metafora di tutto il mercato, caratterizzato da investitori nervosi proprio a causa della prolungata incertezza e della stasi dalla quale su molti fronti non si riesce ad uscire. Proprio per questo, ultimo dato da sottolineare, quasi un terzo dei CEO intervistati dal Conference Board ha riferito un ridimensionamento dei loro piani di spesa per investimenti da gennaio, mentre meno del 10% ha intenzione di aumentarli.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/nalganas/trackback.php?msg=11682502

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963