Dopo le letture di vari (e a volte noiosi) saggi storici, mi sono voluto concedere finalmente un romanzo storico. Questo "Centomila gavette di ghiaccio" mi ha preso e mi ha stupito, mi ha angosciato e infine indignato.
L'autore, Giulio Bedeschi, è un alpino che ha partecipato alla campagna di Russia durante la Seconda guerra mondiale, e in questo libro ci fa rivivere attraverso il suo alter ego Italo Serri, sottotenente medico della Julia, l'intera vicenda partendo dal fronte greco-albanese per poi arrivare alla tragica disfatta russa.
Se la prima parte del libro (quella riguardo il fronte greco albanese) serve al lettore per prendere confidenza con i personaggi, i termini tecnici ed il periodo storico, è da metà libro che la storia diviene più incalzante: dapprima la spedizione alpina verso il Don, la stenua resistenza e poi la tragica ritirata. Proprio le pagine della ritirata sono quelle più belle e toccanti perché riescono a descrivere lo sforzo e le sofferenze bestiali del corpo di armata Alpino, come nessun film, documentario o saggio storico mi ha saputo regalare. Dopo l'atroce ritirata fino in Italia, il libro si chiude in modo ancora più amaro...
Lo stile di Bedeschi è abbastanza asciutto e semplice ma tremendamente efficace; la politica e l'ideologia sono completamente assenti (cosa che ho molto apprezzato), e vengono posti in primo piano gli Alpini e i loro combattimenti, la neve, il freddo, la fame, il loro senso del dovere più forte di ogni altra cosa, il loro cameratismo...e la loro morte.

Inviato da: GiacomoGalgani
il 16/10/2010 alle 08:26
Inviato da: Cane_nero
il 04/08/2010 alle 19:51
Inviato da: Nappolomeo
il 13/01/2010 alle 20:22
Inviato da: Bestiolina4
il 11/01/2010 alle 20:05
Inviato da: Cane_nero
il 10/12/2009 alle 20:58