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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 17 Settembre 2007 da naracauli80
Foto di naracauli80

Victor Jara

Víctor Jara si formò come regista presso la Scuola di Teatro dell'Università del Cile dove ottenne la laurea in direzione teatrale nel 1962, dopo alcuni anni di esperienza come direttore artistico del gruppo Cucumen, sia in Cile sia in occasione di alcune tournée all'estero. Nel 1957 conobbe Violeta Parra che lo incoraggiò a proseguire anche l'attività musicale (in questo campo Víctor Jara era un autodidatta avendo semplicemente imparato a suonare la chitarra dalla madre). Negli anni che seguono Victor associò l'attività teatrale a quella di cantante. Nel 1966 incise il suo primo LP come solista, dal titolo "Víctor Jara", a questo fecero seguito "Canzoni popolari d'America" (1967), "Pongo en tus manos abiertas" (1968), "Canto libre" (1969), "El derecho de vivir en paz" (1971) e "La Población" (1972). Dal 1966 al 1969 fu direttore artistico del gruppo musicale Quilapayún. Come regista la sua attività spaziò da Brecht a Sofocle. Attivo nell'ambito del movimento detto Nueva Canción Chilena appoggiò politicamente il presidente cileno Salvador Allende. L'11 settembre 1973 durante il colpo di stato militare che pose fine, per molti anni, alla democrazia in Cile, venne catturato e condotto nello stadio di Santiago del Cile, trasformato in campo di concentramento, dove prima venne torturato (gli furono spezzate le mani) e poi ucciso. Siamo saliti al secondo piano, dove erano gli uffici amministrativi e, in un lungo corridoio, ho trovato il corpo di Vìctor in una fila di una settantina di cadaveri. La maggior parte erano giovani e tutti mostravano segni di violenze e di ferite da proiettile. Quello di Victor era il più contorto. Aveva i pantaloni attorcigliati alle caviglie, la camicia rimboccata, le mutande ridotte a strisce dalle coltellate, il petto nudo pieno di piccoli fori, con un’enorme ferita, una cavità, sul lato destro dell’addome, sul fianco. Le mani pendevano con una strana angolatura e distorte; la testa era piena di sangue e di ematomi. Aveva un’espressione di enorme forza, di sfida, gli occhi aperti. (racconto della moglie Joan) Dopo averlo ucciso, i militari cileni non solo proibirono la vendita dei suoi dischi, ma ordinarono la distruzione delle matrici. Fra le sue canzoni più famose "Plegaria a un labrador" (Preghiera ad un lavoratore), "Te recuerdo Amanda" (Ti ricordo Amanda) e "Manifiesto" (Manifesto). ¡Canto que mal me sales cuando tengo que cantar espanto! Espanto como el que vivo como el que muero, espanto, de verme entre tanto y tantos momentos del infinito en que el silencio y el grito son las metas de este canto. Lo que veo nunca vi. Lo que he sentido y lo que siento hará brotar el momento... Estadio Chile (1973) (Canto, che cattivo sapore hai Quando devo cantar la paura!' Paura come quella che vivo, Come quella che muoio, paura. Di vedermi fra tanti e tanti momenti di infinito in cui il silenzio e il grido sono i fini di questo canto. Ciò che ho sentito e che sento Farà sbocciare il momento.) (Testo scritto nello stadio di Santiago del Cile poco prima di essere ucciso)

 
 
 
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Un blog di: naracauli80
Data di creazione: 12/09/2007
 

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