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Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 22 Giugno 2007 da nature.alive
 

Buone notizie per tigri ed elefanti15/6/2007 - Gli stati membri della CITES hanno rigettato la proposta cinese di allevare tigri in cattività per il commercio di parti o prodotti di tigre, e introducono una moratoria per il commercio dell'avorio

Gli stati membri della CITES hanno rigettato la proposta di allevare felini in cattività per il commercio di tigri e la Cina è stata esortata a chiudere i suoi allevamenti: per il WWF si tratta di una grande vittoria per la tutela delle tigri allo stato selvatico. Tre dei Paesi in cui vivono le tigri, ovvero India, Nepal e Buthan, si sono uniti agli Usa per convincere la Cina a sopprimere gli allevamenti, che ospitano circa 5.000 tigri, e che incoraggiano il governo a permettere il commercio legale di prodotti provenienti da questi animali. Sotto la guida di questi stati, i 171 membri della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie a rischio) hanno preso la loro decisione all’unanimità.

Il direttore del programma Global Species del WWF, Susan Liebermann, sottolinea come l’India, con Buthan e Nepal, ha denunciato coraggiosamente ciò che sta accadendo. La Cina ha affermato di non voler revocare il divieto sul commercio se non dopo aver ascoltato i pareri scientifici di tutto il mondo. La comunità mondiale si è oggi espressa, e ha chiesto alla Cina di non riaprire gli scambi commerciali ai danni delle tigri ma al contrario di sostenerne la difesa.

I proprietari degli allevamenti di tigri hanno fatto pressione sul governo affinché si revochi il divieto che incombe da 14 anni su questo commercio, per vendere legalmente prodotti di tigre come il vino a base di ossa e le carni. Questa possibilità ha confermato che le carcasse vengono conservate con la speranza che il divieto sul commercio venga cancellato.

Il direttore esecutivo di Traffic International, Steven Board, ha affermato che in Cina un commercio legale di prodotti a base di tigri allevate aumenterebbe la domanda e permetterebbe a persone senza scrupoli di rilanciare sul mercato i prodotti provenienti da tigri allo stato selvatico vittime dei bracconieri. Inoltre il numero delle tigri è talmente precario da non permettere che si rischi ulteriormente. WWF e Traffic, alleate con altre organizzazioni, hanno offerto alla Cina il loro supporto, e non solo tecnico, perché chiuda gli allevamenti e aumenti gli sforzi a livello legale per reprimere il commercio illecito.

Nell’editoriale della rivista Bioscience di questo mese, gli esperti del WWF e dei gruppi impegnati per la salvaguardia della specie avvertono che i governi dovranno fermare tutti i tipi di commercio, sia delle tigri allo stato selvatico che di quelle in cattività e dovranno impegnarsi per salvare non solo le specie ma anche i loro habitat. L’articolo, intitolato “Il destino delle tigri selvagge”, parla della diminuzione del numero delle tigri come definito "catastrofico" e raccomanda la cooperazione internazionale per assicurarne la protezione. La perdita dell’habitat e la caccia di frodo ai danni delle tigri e delle loro prede, non fronteggiati da sforzi adeguatri delle autorità per conservarne la popolazione, hanno portato ad una spropositata diminuzione delle tigri. Secondo Bioscience, questi felini al momento raggiungono solo il 7 % del loro minimo storico. E le autorità concordano che se la Cina riaprisse il commercio attraverso gli allevamenti, ciò rappresenterebbe una nuova minaccia. (traduzione di Alessandra Lamberti)

Risultati positivi anche per la conservazione dell'elefante africano: in Olanda, al meeting della CITES, le nazioni africane hanno infatti deciso una moratoria di 9 anni. Fino al 2016 non sarà possibile vendere avorio legalmente. "Un risultato importante, per la prima volta in 18 anni si raggiunge un accordo e si superano le divisioni" ha detto Susan Liebermann. Resta la piaga del bracconaggio e del commercio illegale, che il WWF è impegnato a fronteggiare supportando le autorità con il proprio Ufficio Traffic.

 
 
 
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Data di creazione: 14/11/2006
 
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