Un blog creato da NavigatoreDelSeveso il 14/08/2012

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IL FARO DEL MISTERO - IV PUNTATA

Post n°4 pubblicato il 21 Agosto 2012 da NavigatoreDelSeveso
 
Foto di NavigatoreDelSeveso

Il 15 dicembre del 1900, il capitano Holman, comandante del battello Archtor, nave a vapore inglese, costruita in acciaio, a Sunderland, nel 1895 e registrata presso il porto di Londra col numero ufficiale 106402, lunga 106 metri, larga 14 metri, con una profondità della stiva di  7,5 metri, si accorse che la luce del faro era spenta ma non segnalò il fatto alle autorità competenti.

 
 
 

IL FARO DEL MISTERO - V PUNTATA

Post n°5 pubblicato il 22 Agosto 2012 da NavigatoreDelSeveso
 
Foto di NavigatoreDelSeveso

Il 21 dicembre 1900, come previsto dal protocollo, la nave di servizio ai fari Hesperus, agli ordini del comandante Harvey, ritornò ad Eilan Mor per l’avvicendamento degli uomini e per l’approvvigionamento, con a bordo Joseph Moore sovrintendente della Northern Lightouse Board, ente responsabile dei fari in Scozia, ma era in corso un fortunale che durava dal 16 dicembre , il tempo era troppo brutto e minaccioso per poter raggiungere il faro spento, nonostante ci fossero due possibili accessi, contrapposti fra loro per evitare il vento prevalente, che consentivano di raggiungere la costruzione. Mentre la nave effettuava ripetuti tentativi di avvicinarsi all’isola, Moore venne preso da un senso di estrema inquietudine quando, osservando dal ponte, lo sguardo gli si era posato sul faro. Un bel mistero: era impossibile che i tre guardiani del faro di Eilean More si fossero ammalati tutti insieme contemporaneamente ed evidentemente il faro non era stato distrutto dalla violenza della tempesta.

 
 
 

IL FARO DEL MISTERO - VI PUNTATA

Post n°6 pubblicato il 23 Agosto 2012 da NavigatoreDelSeveso
 
Foto di NavigatoreDelSeveso

Il giorno di santo Stefano del 1900, dopo cinque giorni di burrasca, l'alba si presentava chiara e limpida e il mare si era finalmente placato. L’imbarcazione poteva così lasciare il porto alle prime luci. L’ispettore Moore era così ansioso e agitato da rifiutare persine la colazione pur di puntare senza esitazione verso l'isola. Quell'enigma davvero incomprensibile lo tormentava e non vedeva l'ora di poterlo risolvere. Nel pomeriggio quando la Hesperus giunse in prossimità  di Eilean Mor gli uomini erano in coperta e scrutavano attentamente alla ricerca dei tre custodi del faro, ma, contrariamente alle abitudini, nessuno dei tre era presente verso riva e la cosa era assolutamente strana.  Il comandante Harvey fece lanciare un razzo di segnalazione al quale non si era alzata alcuna bandiera di risposta, fece suonare più volte la sirena, non un segno di vita, Nessuna risposta ai suoi richiami. il mare era ancora grosso e ci vollero ben tre tentativi prima di poter attraccare al molo orientale.

 
 
 

IL FARO DEL MISTERO - VII PUNTATA

Post n°7 pubblicato il 24 Agosto 2012 da NavigatoreDelSeveso
 
Foto di NavigatoreDelSeveso

Joseph Moore scese di corsa dalla nave, gli imballaggi solitamente lasciati sul punto di scarico del piccolo porto di Eilean Mòr erano assenti dalla banchina e nella scalinata che conduceva alla torre non v’era nulla di rotto o fuori dal comune, fu il primo a raggiungere l'inferriata che delimitava il recinto del faro,  fatto imbuto con le mani aveva chiamato a gran voce, con la chiave di riserva aprì il cancello d’ingresso e la porta del faro che erano entrambi chiusi a chiave, affannosamente salì la scala in muratura situata all’interno del faro, chiamò ancora ma prima di entrare nell’abitazione si fermò, venne assalito dalla paura di trovare chissà quale terribile spettacolo e decise di tornare alla banchina. Riferito quanto aveva visto al capitano Harvey, ritornò sui suoi passi con MacDonald Boxhall  il primo ufficiale della Hesperus ed i  marinai Lamont e Campbell, i 4 risalirono all’interno della costruzione, gli orologi erano fermi, il fuoco era spento, la cucina era stata riassettata, c’era solo una sedia rovesciata sul pavimento, che era pulito, ai piani alti, dove c'erano le stanze da letto, tutto era in ordine, a posto, i letti curati e rifatti, nello scantinato trovarono  le torce ad olio. La lanterna era stata ripulita e messa in  ordine per essere riaccesa, tutto faceva pensare che il faro fosse abbandonato da almeno una settimana. Sempre più perplessi,gli uomini guardarono anche all’interno di un armadio in cui ogni custode del faro aveva l’equipaggiamento di ordinanza,più stivaletti e mantelline per ripararsi dal mare in tempesta o dalla pioggia, trovarono una sola cerata ed un solo paio di stivali, quelli di Donald Mc Arthur, segno che due degli uomini dovevano essere usciti durante il maltempo. Moore e i tre uomini dell’”Hesperus”, si fermarono provvisoriamente sull’isola per riattivare il faro che era stato spento dal 15 al 26 Dicembre,  poiché ancora prima di poter pensare ad investigare a fondo, la Northern Lightouse Board prese rapidamente misure per rimetterlo in funzione. 

 
 
 

IL FARO DEL MISTERO - VIII PUNTATA

Post n°8 pubblicato il 27 Agosto 2012 da NavigatoreDelSeveso
 
Foto di NavigatoreDelSeveso

A tutti sembrava impossibile che tre esperti guardiani di un faro in una zona disagiata come quella fossero usciti insieme all’aperto durante una tempesta, il 29 Dicembre il sovrintendente Robert Muirhead andò sull’isola, con un suo collaboratore  per investigare, ed il suo dettagliato rapporto, datato 8 gennaio 1901, è ancora conservato negli Archivi Nazionali di Scozia.  Da questo risulta che ogni possibile ricerca era stata fatta sia all’interno del faro che per tutta l’isola,  nell'attracco occidentale, erano evidentissimi i segni distruttivi di una tempesta. Una grande gru che sovrastava le rocce, aveva tutte le funi avvoltolate in un groviglio inestricabile. Una dozzina di metri sotto, in un crepaccio, venne trovata una grande cassa di attrezzi, scaraventata laggiù da una qualche violenta forza, le onde avevano divelto un parapetto e mancava parte dell'equipaggiamento di due marinai e cioè le cerate e gli stivali, e che niente  altro mancava, all’infuori di un salvagente che doveva trovarsi legato vicino all’imbarcadero per i casi di emergenza.  La conclusione fu che il salvagente era stato strappato dalla sua posizione da un'ondata gigantesca di trenta metri e più che  all'improvviso si era abbattuta sull'isola spazzando via ogni cosa, compresi i tre uomini, ipotesi suffragata dal fatto che gli indumenti protettivi che erano soliti indossare nei sopralluoghi agli attracchi, erano spariti, insomma, l'ipotesi immediatamente intessuta dagli investigatori era piuttosto plausibile. I due uomini, resisi conto che la tempesta stava irreparabilmente danneggiando la gru, indossati i teli impermeabili, erano andati al molo, ma solo per essere investiti da un'ondata gigantesca che li aveva trascinati in mare... Ma che ne era stato del terzo uomo? Aveva forse tentato di aiutare i compagni e pure lui era stato spazzato via dalla cieca furia delle onde?

Il Sovrintendente si occupò anche di avvisare personalmente le tre vedove, James Ducat, Capo Guardiano lasciò anche due bambini orfani, così come Thomas Marshall secondo assistente.

 
 
 
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