CREPUSCOLARE MA…

IL BLOG DEGLI “ ANTA”, OVVERO UNA STAGIONE DA VIVERE INTENSAMENTE??

 

KUSH

 

SURR.2

 

L'AMMATTONATO

L'AMMATTONATO...OVVERO

...SINDROME DI CHI SI TROVA...DI MEZZO


Chissà come reagiresti se, un bel
mattino, senza segni premonitori, ti accorgessi che la vita si è
ripreso tutto quello che di buono ti aveva donato...lasciandoti un ben
misero ma pesante fardello di pensieri, paure, incertezze, rimpianti e
amarezze? E allora...? Tutto diventa più difficile...non hai certo le
stesse energie e risorse di qualche lustro fa...magari possiedi un
briciolo di saggezza in più..ma a cosa serve se fragilità, più o meno
nuove, l'accompagnano...Comincia così il sempre più accidentato, pur se
consapevole, percorso degli " Anta ", di quella difficile età di " mezzo
", quando ti ritrovi con le parti intime delicate, appiattellate tra
due mattoni: i figli che premono e i genitori che incombono, a cui per
ragioni diverse...non puoi dire di no..

 
 

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IL TRAMONTO


… il tramonto è l’immagine perfetta dell’infinito; è un momento in cui ti senti libera: libera di amare, di piangere, libera di ridere e sorridere. Solo al tramonto le emozioni prendono il volo: si è come rondini che vanno verso una nuova vita…



 
Citazioni nei Blog Amici: 23
 

DE CHIRICO

 

SARA 23 ANNI...RAZZA EUROPEA

Sara, 23 anni, razza europea, occhi verdi...avevano rilevato i suoi dati, al pronto soccorso, dalla carta di identità che teneva nella tasca dei jeans...già perchè era in stato di incoscienza...solo adesso da pochi minuti, si rendeva conto che, per un certo periodo ( chissà minuti, ore, giorni..) non era stata in sé. Si sentiva svuotata, abbandonata dalle forze e con un senso di nausea e di vertigine, che sembrava la facessero ripiombare nell'oblio...chissà..forse era meglio.. pensava tra sé e sé. Ma cosa mai era successo...quando era stato...boh..non aveva nemmeno voglia e forza di pensare...Sara 23 anni, razza europea, occhi verdi...le rimbombava ancora la voce del paramedico che rilevava i suoi dati all'accettazione...beh non se l'aspettava...ed ora? Chi mai se la sentiva di avvertire i suoi genitori??...altre discussioni, altre urla..altro dolore..no, no decisamente meglio non dire niente a nessuno...E pensare che due anni prima Sara, mascherava bene il suo disagio interiore...era l'amicona di tutti, la confidente che molti cercavano...e lei sempre pronta a sorridere, ad ascoltare, a consolare. Poi...? già poi...era successo tutto così all'improvviso e inaspettatamente...tutti e tutto ti venivano a noia, non sopportavi più niente, avevi solo una gran voglia di stare da sola...Sara l'amicona, Sara 69 chilogrammi di tenerezze...eh già..forse era quello il problema?tutti la cercano..ma nessuno la piglia...E Sara da quel giorno aveva avvertito come un blocco su, al centro del petto...non le andava piu' di mangiare...Cominciò così il suo calvario nutrizionale, riducendo e poi eliminando con progressione scientifica prima carboidrati, poi dolci e in successione salumi, carne, pesce, formaggi...certo in famiglia aveva sempre pronta una scusa a giustificare quando disertava gli appuntamenti conviviali quotidiani oppure, se costretta, assaggiava qualcosina che forse bastava ad alimentare un pettirosso..mangiava si...molte insalate scondite e verdura cruda che riempivano lo stomaco ma non portavano calorie, solo forti coliche...Cosi' nel giro di quasi due anni, Sara, aveva perso 31 chili..adesso ne pesava 38, per un'altezza di 170 centimetri...Papà e Mamma quasi le morivano dietro. L'avevano implorata, supplicata di smetterla, poi, costretta a frequentare una psicoterapeuta ma...non capivano...a lei non fregava niente...di nessuno, a partire da se stessa. Si rimirava allo specchio, con nonchalance, il viso smunto, gli zigomi pronunciati, braccia e spalle scarnificate...si guardava come se di fronte avesse un'altra persona...osservava le sue mani, si accarezzava il viso, ma, che strano,..come se ad accarezzare fosse un'altra...non aveva più il senso del tatto...Sara 23 anni, razza europea, occhi verdi...l'avevano portata in rianimazione ed avevano collegato il suo corpo con tanti fili ad una macchina che ritmava il suo battito cardiaco, mentre al naso le avevano inserito, per narice, due cannule da cui fuoriusciva ossigeno...Doveva proprio star male, le avevano attaccato anche una flebo al braccio...Sara si chiedeva perché...perché si affannavano a curarla, quando sarebbe stato cosi' bello lasciarsi andare, abbandonarsi a questo languido torpore che le risaliva su, dalle gambe. E intanto attorno a sé era un continuo via vai di camici bianchi, ognuno dei quali interveniva su di lei...per lei...Sara...Sara...non chiudere gli occhi, le chiedevano decisi, dandole dei buffetti sulle guance....Sara 23 anni, razza europea, occhi verdi... combatteva la sua lotta per la vita come una delle migliaia di vite umane affette da anoressia, che quotidianamente lottano per sopravvivere ai loro disagi affettivi, cui il problema nutrizionale non è che la punta dell'iceberg...
 
 

SONIA OCCHI VERDI E....

Sonia piangeva...silenziosamente ..i suoi occhioni verdi tiravano giù grossi lacrimoni che le rigavano il viso. Si sentiva sola..ormai da due anni quasi, faceva questa sporca vita senza alternative...maledetta la miseria e il bisogno...si..aveva imparato presto a imprecare come gli italiani..lei una slanciata biondina brasiliana, venuta in Italia con il classico specchietto per le allodole della solita agenzia che, per la modica somma di 5000 dollari, le aveva promesso una scrittura nel mondo dello spettacolo, lei che era una provetta ballerina di samba...e invece c'erano due polacchi,un  uomo e una  donna che l'aspettavano all'aereoporto in Italia...doveva consegnare loro i soldi..ne aveva solo metà..e loro se li erano presi e le avevano ritirato anche il passaporto...tanto, a debito tacitato, glielo avrebbero restituito....e tacitato come??  non doveva peoccuparsi Sonia, pensavano a tutto, loro. Eccome ci avevano pensato...La sera stessa l'avevano rinchiusa in un fatiscente monolocale, al piano terra di un vecchio palazzo  del centro storico..Un ambiente cosi' tetro e sporco che Sonia neanche nelle favelas del suo Paese, aveva mai visto. Una specie di latrina sporca da millenni con un puzzo e un lercio nuseabondi...eppure che doveva fare...si era distesa su una specie di giaciglio che non vedeva lenzuola pulite da secoli..L'indomani erano venuti a prelevarla altri due uomini che le spiegavano  che per la scrittura sarebbe passato del tempo e nell'attesa occorreva che lei facesse qualcosa per guadagnarsi da vivere..bastava che intrattenesse dei ricchi italiani facoltosi durante le loro riunioni...E Sonia aveva avuto modo di rendersi conto di che riunioni si trattava...Il termine piu' appropriato sarebbe stato orge ma lei si sottometteva a fatica, si,  ma lo faceva.Al suo paesello, 1000 chilometri a nord di Rio, un'intera famiglia sperava in lei,lamadre con i reni in disuso i suoi tre fratellini e il padre disoccupato e ammalato di cirrosi...se lei non mandava soldi   a casa..era la fine. E Sonia passava da un  pattume all'altro... subiva violenza dalle sette alle otto volte per sera. Poi, in quel letamaio, cercava di ripulirsi alla meglio il corpo devastato e infestato.  Piangeva Sonia..ma adesso aveva deciso di ribellarsi...il suo debito l'aveva ripagato con interessi da strozzini..eppure niente passaporto e niente scrittura per spettacoli...Cosi' quando il pomeriggio vennero, come facevano abitualmente, a prenderla, si rifiutò di salire in macchina...Non l'avesse mai fatto..Uno dei due energumeni scese dall'auto, l'afferrò per i capelli e senza complimenti la trascinò sin dentro l'auto. Nessuno dei tanti presenti alla scena mosse un dito per aiutarla. Sonia gridava per il dolore non solo dei capelli, ma per i due pugni che le avevano assestato all'occhio destro e all'addome...sanguinava anche dal naso...Non si rese conto dove la portavano,ma capi' che era in pericolo..In un anfratto periferico, la macchina si fermò e la trascinarono fuori...erano nei pressi di un cascinale abbandonato. Uno dei due l'afferrò alle spalle, mentre l'altro la comincio' a colpire con un tondino di ferro, che aveva raccattato nei pressi. Sonia urlava ma ciò non dissuadeva i suoi carnefici dal provare un minimo di pietà.Perse sicuramente conoscenza..perchè ad un tratto, un colpo di ferro l'aveva presa alla nuca...Sonia brasiliana diciannovenne, esalava l'ultimo respiro in un fetido prato alla periferia della solita lercia grande città italiana, dove continua alla luce del sole l'ignobile mercimonio di queste giovani vite, marcate dal bisogno..Vergogniamoci...
 

 

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E crescendo impari...

Post n°98 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da nemo510

E crescendo impari che la felicità non é quella delle grandi cose.
Non é quella che si insegue a vent'anni,
quando, come gladiatori si combatte il mondo per
uscirne vittoriosi...
La felicità non é quella che affanosamente si insegue
credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non é quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e
che esplodono fuori con
tuoni spettacolari...,
la felicità non é quella di grattacieli da scalare,
di sfide da vincere mettendosi
continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità é fatta di cose piccole
ma preziose....
...e impari che il profumo del caffé al mattino
é un piccolo rituale di felicità,
che bastano le note di una canzone,
le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,
che bastano gli aromi di una cucina,
la poesia dei pittori della felicità,
che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una
felicità lieve.
E impari che la felicità é fatta di emozioni in punta di piedi,
di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,
che le stelle ti possono commuovere e il sole far
brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,
che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e
che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e
libera i pensieri.
E impari che l'amore é fatto di sensazioni delicate,
di piccole scintille allo stomaco,
di presenze vicine anche se lontane,
e impari che il tempo si dilata e che quei 5
minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi,
sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un
libro o guardare una foto per annullare il tempo e
le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere
un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli
ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo é una deliziosa
felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano
delle persone che ami...
E impari che c'é felicità anche in quella urgenza
di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'é qualcosa di
amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'é nel cuore
un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa
la semplicità.

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Commenti al Post:
magicaregina1967
magicaregina1967 il 04/01/10 alle 21:23 via WEB
bellisime parole grande..ciao magica
 
genetica02
genetica02 il 04/01/10 alle 22:38 via WEB
....e in punta di piedi impari che la felicità è anche una voce amica alla quale ti affidi, senza conoscerne il volto, per per prendere anche uno solo dei magnifici colori dell'arcobaleno....che ti servirà per illuminare i tuoi occhi....
 
elly19700
elly19700 il 08/01/10 alle 10:37 via WEB
forse è così..ma quanta grandezza nelle cose piccole e semplici....
 
heart63
heart63 il 08/01/10 alle 22:42 via WEB
Ciao, passavo per lasciarti un saluto....vorrei fare tesoro di quello che hai scritto, svegliarmi con quelle belle sensazioni, quando invece il mio cuore ora come ora è dolente.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 10/01/10 alle 14:09 via WEB
buona domenica!!! un bacio e una carezza sul cuore
 
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Un blog di: nemo510
Data di creazione: 10/08/2008
 

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VLADIMIR KUSH

 

SURREALE 1

 

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...è cominciata... così...un bacio

 

 

UNA VITA DI..SECONDA MANO

Racconto semiserio di mezza estate


Renzo non era di certo un adone...e lui ne era ben conscio...Gli anni erano passati inesorabili e adesso si ritrovava con cinquanta primavere sulle spalle e in imperfetta solitudine. Rimpianti? Rimorsi ? Beh, come tutti, tanti...ed uno, forse, così grande, da non riuscire a contenerlo dentro di se...anzi gli causava dolorosissime fitte allo stomaco e al petto..Quanti medici l'avevano visitato, quante analisi e radiografie...e il responso? sempre lo stesso...coliche di natura psicosomatica...Ma lui sapeva..si che sapeva...questo vuoto doloroso che sentiva " alla bocca dello stomaco " questo vuoto d'amore..amore da donare, da ricevere...da coltivare..niente...le aveva tentate tutte ma nessuna l'aveva mai degnato di un'attenzione, le sue profferte affettuose erano cadute nel vano...Usciva spesso, di notte, in auto e, altrettanto spesso, si ritrovava a girare per i viali, abituale ritrovo delle " lucciole", ma non si era mai intrattenuto con qualcuna di loro...per lui, l'amore, andava vissuto con una donna, da amare prima col cuore, con la testa e poi con i sensi...Anzi da un pò di tempo, per alleviare un poco le fitte all'addome, si era inventato una sorta di...surrogato d'amore..Nel cortile di casa, affacciandosi dal balcone, aveva modo, nelle  giornate di caldo, di intrufolare il suo sguardo nelle case di chi lasciava le imposte aperte...Aveva così modo di rubare uno sguardo, una carezza, una lacrima, un'emozione...e per lui non era poco...si sentiva quasi narcotizzare le fitte e un dolce languore s'impadroniva di lui...Si era scoperto questa sua capacità di immedesimarsi negli altri e, forse più degli altri, riusciva a carpire nel più profondo ...un alito d'amore...Era riuscito ad affinare le sue tecniche a tal punto, da trasporre la sua immagine al volto del protagonista di un film d'amore e così era più semplice intrappolare in una sorta di sogno ad occhi aperti...coccole, baci, carezze...Eh si povero Renzo, alla fine restava impietrito perchè...l'emozione non ha voce...lui così dolce, cosi' sensibile e romantico eppure così sfigato, per sopravvivere all'amore, si era inventato una vita di seconda mano...

 

GIORGIO DE CHIRICO

 

GLI " ANTA" CHE BELLA STAGIONE...

Già...quando si oltrepassa il limite di questa " stagione border line ", ci si sente come in   una sorta di territorio di frontiera. Il bello è che ognuno affronta questo periodo della propria esistenza con diversi atteggiamenti: chi si deprime, chi si fa prendere dal panico e ridicolizza se stesso, riassumendo modi di fare giovanili che non gli sono più congeniali e chi, più semplicemente, senza perdere la bussola, si accinge serenamente a fare un bilancio della propria esistenza  e a porre rimedio a qualche defaillance, registrata lungo il percorso...L'obiettivo...ma è chiaro..cercare di proseguire lungo l'itinerario , il cosiddetto transito terrestre, facendo ammenda degli errori compiuti e traendo utili indicazioni per risultare meno fragili, meno vulnerabili, senza perdere sensibilità, voglia di emozionarsi...di sentirsi vivi...Gli "anta ", la stagione  dei " diversamentegiovani ", ...un invito, a chi anagraficamente ha raggiunto questa magica soglia, a utilizzare questo spazio in un utile confronto di esperienze.... 

 

PENSIERI SULLA VITA DI KRISMCLANE

 

BIG KAHUNA MOVIE -DA ASCOLTARE

 

CS

 

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MIRELLA, SENSITIVA E...

Messaggio N°6
29-08-2008 - 13:06
 

All'altro lato del tavolo tondo, lei, splendida mora mediterranea, coi suoi lunghi capelli corvini, sciolti sulle spalle. Neri anche gli occhi, che sembravano dardeggiare lingue di fuoco quando indirizzavano lo sguardo sull'interlocutore, seduto di fronte a lei. Mirella, sensitiva, astrologa e...cartomante, era divenuta con il tempo, un appuntamento fisso per svariate persone: uomini d'affari che la consultavano per la propria attività, donne e uomini in sofferenza d'amore, politici in disgrazia, giovani in cerca di lavoro, anziani con problemi di salute...E lei con il suo enigmatico linguaggio, pronta a sciogliere ogni quesito, a dissolvere ogni dubbio ad elargire qualche certezza. Ma quel mattino, quel mercoledì mattino, non sembrava uguale agli altri. Di fronte a lei la solita anonima cliente, bionda, occhi azzurri, formosetta, che si gigioneggiava, ma non veniva al dunque...chissà cosa voleva...Nell'altra stanza stanza, altri due clienti in attesa... e lì...la bionda a cincischiare. Ma adesso la metto all'angolo, pensava tra sé e sé Mirella, senza vie di fuga, e quasi cadenzando le disse " Ma lei Signora, cosa vuole da me ?? " E qui viene il bello...La bionda Signora senza batter ciglio ribattè: " Suo marito..." Per poco alla Mirella non le si era bloccato il cuore, per la forte emozione provata...Ma non ebbe il tempo di riaversi che la bionda continuò a martellarla: " Si..suo marito...Ci frequentiamo ormai da due anni... e non ci và di nasconderci più" Stavolta la nera Mirella, divenne rossa paonazza, in viso. Stava quasi per urlare un perentorio " Fuori di qui..." ma si trattenne, anzi si impose la calma. Eh si...rabbia, stupore, orgoglio ferito, sino ad un certo punto. Quello che più le bruciava era che, se la notizia fosse trapelata, cosa avrebbe potuto pensare di lei la sua vasta clientela? Che vergogna, un'astrologa, sensitiva e cartomante che non sa neanche prevedere le corna in casa propria...

 

SORELLA SOLITUDINE

Messaggio N°8
05-09-2008 - 15:10
 
SORELLA SOLITUDINE....

Niente raccontino, stavolta. Nessuna Sara, Sonia, Renzo...stop alla fantasia ma tanta, tanta realtà che scaturisce dalle centinaia di meravigliosi messaggi che ricevo settimanalmente e tutti, con un comune denominatore: la solitudine, mista naturalmente a tanta rabbia, forse disperazione e comunque ad un senso pervaso di autoisolamento, che mi permetto di definire masochistico, per quanti/e insistono a rimanere bloccati/e nella riproposizione quotidiana del proprio dolore, fine a se stesso- Che un rapporto venga meno, fiisiologicamente o patologicamente, fa parte del gioco...Che ognuno di noi, a strenua difesa delle proprie posizioni e con scarsa autocritica, incolpi sempre il patner del naufragio, ci può anche stare...Ma che si perpetui quotidianamenteil rito cosciente della lacerazione delle vesti, intendendo per esse una rivisitazioone del dolore nel proprio intimo con metodica auodistruttiva impressionante, beh...non serve affatto a tacitarlo, né a far si che la " ferita" possa rimarginare. Anche se in verità questo grido di dolore, assomiglia vieppiù ad una vera e propria richiesta di aiuto, di conforto, di condivisione. Solitudine quindi come malattia endemica del nuovo secolo, che miete in senso metaforico, forse più vittime che l'alcool e il fumo, nel senso che si tratta di tanti esseri umani che, senza un aiuto certo, sprofondano nella depressione e nella disperazione, piu' nere. Sforziamoci quindi di fare della condivisione e dell'amicizia un utile baluardo per arginarne gli effetti più devastanti. Apriamoci a chi ci offre una mano, un sostegno, senza indugio o remora alcuna e ne trarremo sicuramente beneficio. Non è affatto vero che il nostro prossimo è come il destino: cinico e baro...

 

LA CURA DI BATTIATO

 

Simbolo di libertà,

cavallo scalpitante,

indisciplinato,

a volte selvaggio e affascinante,

elegante il tuo portamento,

ti lasci trascinare dal vento.
veloce la tua corsa


fino a perdere il fiato,

cavalcata senza tregua,

per sentire le tue membra in perfetta sintonia

e armonia

con l'anima mia,
così rimango senza alcun pensiero


nessuna traccia, ormai

nessun sintomo di debolezza

solo quella voglia irrefrenabile

di un corsa senza tempo

 
 

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