28 Dicembre 2008
Liberiamo la Rai dai partiti
Per giorni e giorni Re Silvio Berlusconiha brandito la questione morale contro i suoi avversari, invitando tutti a fare pulizia e a mettere fuori dal cesto le mele marce.
”Elezioni, elezioni” ha tuonato invitando gli amministatori napoletani
del centro sinistra a lasciare il posto. Come si fa a non condividere
questo appello e magari ad estenderlo anche a Marcello Dell’Utri?
Per qualche istante ci eravamo davvero illusi che il vecchio sire
avesse deciso di concludere la carriera con una improvvisa quanto
commovente conversione.
L’illusione si è dissolta durante la conferenza stampa di sabato dove è
tornato alla ribalta il vecchio ingiustizialista di sempre.
La giornalista Natalia Lombardo,
del quotidiano l’Unità, gli ha chiesto notizie sul sottosegretario
Casentino accusato da 5 attendibilissimi pentiti di essere vicino al clan dei Casalesi. Allo stesso modo ha sollecitato una sua riflessione sulla questione morale e sulle ipotesi di soluzione.
Il Sire, con il consueto garbo, ha definito provocatoria la domanda
e provocatrice la giornalista. Non contento il sovrano ha anche
aggiunto che sulla questione morale decide lui. Dei giudici e delle
sentenze non gliene frega un bel nulla!
Quando uno dei suoi fedelissimi è inquisito o addirittura condannato per associazione mafiosa
spetta a Lui e a Lui solo convocare il condannato e accertare la
verità, secondo criteri che non vogliamo neppure immaginare. L’unto dal
Signore ha potere di vita e di morte sui sudditi.
In questo contesto la funzione delle opposizioni, dei magistati, di quei giornalisti che ancora vorrebbero fare il loro mestiere è davvero superflua.
Il sovrano sogna una bella repubblica presidenziale a reti unificate. A
nessuno, proprio a nessuno è neppure venuto in mente di ricordargli il conflitto di interessi,
dal momento che non esiste al mondo una repubblica presidenziale nella
quale il presidente potrebbe aspirare a mettere insieme potere, affari
e media e, contestualmente, annunciare l’intenzione di ridurre il ruolo
e l’autonomia dei poteri di controllo.
Berlusconi lo ha fatto, nella medesima conferenza stampa, con chiarezza esemplare.
Alla domanda sulle sorti di Riccardo Villari,
eletto presidente della vigilanza dalle truppe del medesimo Berlusconi,
il signore di Arcore ha risposto che questa situazione comincia a
infastidirlo perché è davvero giunto il momento di mettere le mani
sulla Rai e ripulire l’azienda da quelle brutte trasmissioni che gli
fanno venire l’ansia, tra queste il posto d’onore spetta a "Annozero" dove Santoro e Travaglio si ostinano a non obbedire ai voleri del presidente editore.
Nelle prossime settimane, dunque, la destra liberale si dedicherà non a
risolvere il caso Villari, come qualche anima bella si illude, ma assai
più concretamente tenterà di convincere il centro sinistra a
compartecipare alle spartizioni future, riservando qualche strapuntino
in sala mensa o nelle cantine di viale Mazzini.
Invece di continuare a fare appelli a Villari e soci, sarebbe forse il
caso di lanciare una vera e propria offensiva politica capace di
schiacciare la destra sul fronte della peggiore partitocrazia e della
conservazione di ogni conflitto di interesse. Villari o non Villari le
opposizioni unite potrebbero chiedere una nuova legge capace di
allontanare governi e partiti dal consiglio di amministrazione.
Qualora la maggioranza dovesse impedire qualsiasi riforma, sarà doveroso raccogliere la proposta di Giovanni Valentini
che dalle colonne di Repubblica, ha invitato i segretari dei partiti
del centro sinistra a riunirsi e a indicare per il consiglio di
amministrazione una rosa di nomi di prestigio assoluto, donne e uomini
immediatamente riconoscibili per le loro biografie e per le le loro
competenze e magari anche per il loro impegno civile.
Di nomi simili ne esistono dentro e fuori la Rai, dentro e fuori gli attuali gruppi dirigenti.
Nei giorni scorsi Veltroni ha chiesto a Roberto Saviano
di partecipare e magari dirigere la scuola di formazione del Pd. Perchè
non chiedergli di portare la sua forza morale, il suo coraggio, la sua
creatività dentro il servizio pubblico? Sarebbe un segnale forte,
darebbe un messaggio di speranza a milioni di persone, sarebbe un colpo
di piccone alla società chiuse, ai clan consolidati. Forse Saviano non
accetterà, ma la ricerca dovrà continuare in questa direzione.
Potremmo citare Sandra Bonsanti, coraggiosa giornalista e animatrice di
Giustizia e Libertà, Tana De Zulueta, Miriam Mafai, Don Luigi Ciotti,
Dacia Maraini, una scrittrice come Margherita Mazzantini, una grand
artista come Carla Fracci, giornalisti coraggiosi quali Lirio Abbate,
Rosaria Capacchione, Peter Gomez, Massimo Fini, Oliviero Beha, Marco
Travaglio, Giovanni Valentini, Curzio Maltese, Michele Serra, Antonio
Padellaro, autori senza padrini come Diego Cugia, imprenditori capaci e
combattivi come Ivan Lo Bello e Tano Grasso, giuristi stimati in sede
internazionale e nazionale come Alessandro Pace, Stefano Rodotà,
Giuseppe Tesauro, Domenico d’Amati, Antonio Cassese, Nicola Lipari,
Lorenza Carlassare... Questi sono solo alcuni esempi.
Li abbiamo scelti scelti anziani e giovani, donne e uomini, moderati e
radicali, cristiani e non credenti, ma tutti uniti da una biografia
caratterizzata dal grande amore per la qualità della comunicazione e da
una forte passione civile. Sicuramente esistono centinaia di
candidature simili, ma allora perché non aprire una discussione
pubblica? Perche non promuovere delle primarie on line? Perchè non
proporre e non utilizzare un metodo nuovo, davvero innovativo, capace
di segnare quella discontinuità tanto invocata e assai poco praticata?
Si poterbbe cominciare dalla Rai e poi proseguire con le aziende
sanitarie e con tutti gli enti e le associazioni dove i partiti possono
esercitare un diritto di nomina.
Non sarà la panacea, ma segnerà uno spartiacque tra diverse concezioni della politica e dell’etica.
Il nostro impegno sarà quello di animare la discussione, di raccogliere
le indicazioni, di consegnarle ai responsabili delle forze politiche e
di promuovere una campagna nazionale affinché non prevalgano le logge
di ogni tipo e i signori degli appalti, veri e incontrastati dominatori
di questa stagione politica e mediatica.