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"Passiamo tutti tanto tempo senza dire cosa vogliamo perchè sappiamo di non poterlo avere. E perchè sembrano robe rozze, o ingrate, o sleali o infantili, o stupide. O anche perchè siamo talmente disperati da fingere che le cose siano come devono essere, e sembra una mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Su, forza, sputa cosa vuoi. Magari non ad alta voce, se c’è il rischio di finire in un casino. << Vorrei non averlo mai sposato. >> << Vorrei che fosse ancora viva. >> << Vorrei non avere mai fatto dei figli con lei. >> << Vorrei avere una barcata di soldi. >> << Vorrei che tutti gli albanesi tornassero nella loro Albania di merda. >> Qualunque cosa sia, dilla a te stesso. La verità ti renderà libero. Oppure ti beccherai un pugno sul muso. Sopravvivere a qualsiasi vita tu stia vivendo significa mentire, e l’inganno corrode l’anima: quindi, almeno per un minuto, molla le bugie..."
(Nick Hornby, ''Non buttiamoci giù'')
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This is the end
beautiful friend
this is the end
my only friend, the end
of our elaborate plans, the end
of everything that stands, the end
no safety or surprise, the end
I'll never look into your eyes...again
can you picture what will be
so limitless and free
desperately in need...of some...stranger's hand
in a...desperate land
lost in a Roman...wilderness of pain
and all the children are insane
all the children are insane
waiting for the summer rain, yeah
there's danger on the edge of town
ride the King's highway, baby
weird scenes inside the gold mine
ride the highway west, baby
ride the snake, ride the snake
to the lake, the ancient lake, baby
the snake is long, seven miles
ride the snake...he's old, and his skin is cold
the west is the best
the west is the best
get here, and we'll do the rest
the blue bus is callin' us
the blue bus is callin' us
driver, where you taken' us
the killer awoke before dawn, he put his boots on
he took a face from the ancient gallery
and he walked on down the hall
he went into the room where his sister lived, and...then he
paid a visit to his brother, and then he
he walked on down the hall, and
and he came to a door...and he looked inside
father, yes son, I want to kill you
mother...I want to...fuck you
c'mon baby, take a chance with us
c'mon baby, take a chance with us
c'mon baby, take a chance with us
and meet me at the back of the blue bus
doin' a blue rock
on a blue bus
doin' a blue rock
c'mon, yeah
kill, kill, kill, kill, kill, kill
this is the end
beautiful friend
this is the end
my only friend, the end
it hurts to set you free
but you'll never follow me
the end of laughter and soft lies
the end of nights we tried to die
this is the end
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eccola lì
la puoi scrutare nell'abisso della malinconia
sta raggomitolata in un angolo umido
in quel suo pigiamino sgualcito
le gambe fiacche
attorcigliate
ingamburgliate
non la reggono più
i piedi gelidi
le braccia inermi lungo l'esile corpo
pallido
di un bianco candido
sulle unghie smalto rosso scheggiato
la testa pendola
sulla spalla sinistra
i capelli arruffati
le coprono il volto
segnato da lacrime antiche
che hanno prosciugato gli occhi felini
un tempo pieno di luce
e ora opachi
spalancati
fissi
nel vuoto
mentre dietro a loro
la mente vaga
in un mondo ultraterreno
fantastico
dove ama rifugiarsi
perchè solo lì si sente sicura
scappa via
da questa fredda e grigia realtà indifferente
che le ha saputo regalare
solo sofferenza e malvagità
l'anima vittima di una prigione di illusioni
grida dall'oscurità
ma nessuno la sente
o forse sì, ma fa solo finta di non sentirla
rimane e rimarrà sempre incompresa
cosciente di questo è ancora più abbattuta
nei momenti più difficili
il suo animo fragile ha dovuto
trovare le forze di reagire
mentre la coscienza quasi si arrendeva
ora trova sfogo solo nelle ferite sui polsi
di una lama che occulta la pelle pallida dei deboli polsi
e nei fiotti purpurei della vita inutile
di cui è prigioniera
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<<Ascoltami>> disse il Demonio, posandomi la mano sulla testa. <<Il luogo di cui ti parlo è una lugubre regione della Libia, sulle rive del fiume Zaira, e non conosce riposo, nè silenzio.
Le acque del fiume sono d'un malato color zafferano; e non scorrono verso il mare ma in eterno si muovono sotto l'occhio rosso del sole, in un tumultuoso, convulso gorgoglio. Su entrambi i lati di questo fiume, dal profondo melmoso, si estendono miglia e miglia d'un pallido deserto di gigantesche ninfee. Sospirano queste ninfee, in tanta solitudine, ed alzano al cielo i loro esili colli di spettri, scuotendo di qua e di là le teste sempiterne. Fanno un confuso mormorio che sembra quello di un torrente sotterraneo. E l'una sospira verso l'altra.
Ma c'è un limite dove il loro regno finisce, e un'orrida foresta comincia, alta e oscura. Come le onde intorno alle Ebridi, gli arboscelli sono, là, perennemente sconvolti. Eppure non soffia vento nel cielo. E gli immensi alberi primordiali oscillano senza tregua con uno scroscio possente. E dalle loro eccelse cime viene giù, goccia a goccia, una perenne rugiada. Strani fiori velenosi si torcono in un sonno inquieto alle loro radici. E le nuvole passano grige con un sordo fragore sopra le loro cime, correndo verso ovest a scaricarsi in caterrata dietro l'igneo orizzonte. Non soffia vento nel cielo. Ma sulle rive dello Zaira non c'è riposo nè silenzio.
Era notte, e la pioggia cadeva. Una pioggia che mentre cadeva era pioggia, ma quand'era caduta era sangue. Mi trovavo in quella palude fra le alte ninfee, e la pioggia cadeva su di me, e le ninfee sospiravano l'una verso l'altra, solenni nella loro desolazione.
D'un tratto, traverso al velo sinistro della nebbia, apparve la luna, ed era cremisi di colore. E i miei occhi si posarono su un'enorme roccia grigiastra che sorgeva in riva al fiume, illuminata dalla luna. Era grigia ed altissima, sinistra. Su di essa c'erano incise delle lettere; e attraverso la palude delle ninfee mi avanzai sino alla riva per leggere le lettere incise sulla pietra. Ma non potei decifrarle. Ritornai allora sui miei passi, attraverso il pantano, e tutto a un tratto la luna brillò di un rossopiù vivo; e, voltomi indietro a guardare di nuovo la roccia coi suoi caratteri incisi, lessi: DESOLAZIONE.
Alzai gli occhi a guardare in alto e vidi che c'era un uomo sulla sommità della roccia; mi nascosi tra le ninfee a spiare quel che facesse. Egli era grande, di maestosa statura, e avviluppato, dalle spalle ai piedi, in toga d'antico romano. Il profilo della sua faccia riusciva indistinto, ma aveva i lineamenti di una divinità, i quali splendevan di luce, nonostante la notte e la nebbia, la luna, la rugiada... Aveva una fronte alta e pensosa, l'occhio preoccupato, e le guance solcate di rughe, che narravano dolore, fatica, disgusto degli uomini, e una grande aspirazione alla solitudine.
L'uomo sedeva sulla roccia, teneva il capo reclino sulla mano, e con lo sguardo percorreva tutta quella desolazione. Guardava gli arboscelli irrequieti e gli altri alberi primordiali, poi, più in alto, il cielo frusciante di nubi, e la luna cremisi. E io me ne stavo appiattato tra le ninfee, ad osservarlo. Egli tremava nella solitudine e frattanto la notte inoltrava, nè lui si muoveva dalla roccia.
Distolse lo sguardo dal cielo e lo portò sul lugubre fiume, lo Zaira, sulle sue sinistre acque gialle, sulle pallide falangi delle ninfee. Ascoltava i sospiri delle ninfee, e il loro mormorio. E io me ne stavo appiattato tra le ninfee, ad osservarlo. Egli tremava nella solitudine, e frattanto la notte inoltrava, nè lui si muoveva dalla roccia.
Mi addentrai allora nelle lontananze della palude, attraverso la distesa selvaggia delle ninfee, e chiamai a me gli ippopotami dagli estremi acquitrini. Mi sentirono quelli e vennero, con la gran bestia, appiè della roccia, e levarono spaventosi ruggiti, sotto la luna. Ed io ripresi dal mio nascondiglio ad osservar l'uomo. Tremava egli nella solitudine, ma, per quanto la notte inoltrasse, non si muoveva dalla roccia.
Allora maledissi gli elementi, con la maledizione del furore; e una tempesta spaventosa s'adunò nel cielo dove pur dianzi non spirava un soffio. Il cielo si fece livido per la violenza della tempesta, e la pioggia si abbattè sull'uomo, e le onde del fiume strariparono e tutto il fiume ribollì di schiuma, stridettero le ninfee, scoppiò la folgore, e la roccia fu scossa nelle sue fondamenta. Io appiattato nel mio nascondiglio spiavo l'uomo, che tremava nella solitudine ma, per quanto la notte inoltrasse, non si muoveva dalla roccia.
Allora mi adirai e maledissi con la maledizione del silenzio il fiume, il vento, la foresta e il cielo, il tuono e i sospiri delle ninfee. E tutto fu colpito dalla maledizione e divenne muto. La luna si fermò, nel suo penoso avanzare nel cielo; si spense il tuono, nè più lampeggiò la folgore, e le nuvole restaron sospese, immobili, le acque rientrarono nelle rive e vi stagnarono, gli alberi smisero di oscillare, le ninfee non mandarono più sospiri, nè più si udì il minimo mormorio, l'ombra di un suono per lo sterminato deserto. E io guardai i caratteri incisi sulla roccia, e vidi che formavano una nuova parola: SILENZIO.
Gli occhi mi caddero sulla faccia dell'uomo, che era sbiancata dal terrore. Con furia improvvisa egli sollevò la testa dalla mano, e si levò in piedi e tese l'orecchio. Ma non c'era voce alcuna per tutto o sterminato deserto, e le lettere incise da un fremito, e voltatosi scappò via, lontano, a precipizio, nè io lo vidi più.>>
Ci sono dei bei racconti nei libri dei magi, nei melanconici libri, dalle rilegature in ferro, dei magi. Ci sono, dico, gloriose storie del cielo, e della terra, e del mare possente, nonchè dei genii che hanno dominato in mare e in terra, e nell'eccelso cielo. E le parole pronunciate dalle sibille erano piene di scienza; e sante, sante cose furono udite dall foglie oscure che frusciavano attorno a Dodonax; ma, com'è vero che Allah è Allah, codesta favole che il Demonio mi narrò sedendomi accanto nell'ombra della tomba, io la trovo la più straordinaria fra tutte. Come egli ebbe finito di raccontarla si buttò giù nel cavo della tomba e rise. E io seppi ridere con lui. E la lince, abitatrice in eterno dei sepolcri, venne fuori di là, e si stese ai piedi del Demonio, a guardarlo fermamente nel viso.
(dai ''Racconti del terrore'' di Edgar Allan Poe)
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Rows and flows of angel hair and ice cream castles in the air and feather canyons everywhere I've looked at clouds that way but now they only block the sun they rain and they snow on everyone so many things I would have done but clouds got in my way I've looked at clouds from both sides now from up and down, and still somehow It's cloud illusions I recall I really don't know clouds at all Moon and Junes and Ferris wheels the dizzy dancing way that you feel as every fairy tale comes real I've looked at love that way but now it's just another show and you leave'em laughing when you go and if you care, don't let them know don't give yourself away I've looked at love from both sides now from give and take, and still somehow it's love's illusions that I recall I really don't know love really don't know love at all tear and fears and felling proud to say ''I love you'' right out loud dreams and schemes and circus crowds I've looked at life that way oh but now old friends they're acting strange and they shake their heads and they tell me that I've changed well seomthing's lost but something's gained in living every day I've looked at life from both sides now from win and lose and still somehow it's life's illusions I recall I really don't know life at all it's life's illusions that I recall I really don't know life I really don't know life at all (Joni Mitchell, ''Both sides now'')
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Ti sto pensando
in questo momento
e ti parlo
solo per dirti che
non ci può essere abitudine
nel nostro modo di comunicare
questa è una scelta da difendere
non ci dobbiamo scordare...
che noi siamo vicini anche in questo momento
noi siamo come le onde del mare
in continuo movimento
ti sto pensando
in questo momento e ti parlo
solo per dirti che
noi siamo vicini anche in questo momento
noi siamo come le onde del mare
in continuo movimento... come le onde del mare...
(Tiromancino, ''Le onde'')
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ciò che chiamiamo vita non lo è... il nostro mondo è un sogno... infinitamente falso... un incubo
(Chuck Palahniuk, ''Cavie'') ... leggetelooo!
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non mi convince molto l'idea di farmi un blog...anche perchè chiunque potrà leggere i miei pensieri... che poi mi sento anche un pò spaesata in questo immenso mondo interattivo... bu... intanto sono qui...
saluto tutti e nessuno....
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Inviato da: niemamnie
il 11/11/2006 alle 21:04
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il 11/11/2006 alle 04:35
Inviato da: niemamnie
il 21/10/2006 alle 22:18
Inviato da: Sir_George
il 18/10/2006 alle 13:03
Inviato da: niemamnie
il 17/10/2006 alle 22:02