Night of love

Racconto erotico: Lavori di manutezione


Lavoravo da quasi un anno in quell'azienda e mi facevaimmenso piacere che la prima responabile mi avessepreso a cuore praticamente da subito. Da qualche mese poi eravamo pureuscite insieme fuori dall'orario di lavoro e ho avuto mododi conoscerla meglio specialmente per quanto riguarda laua vita privata. Che era una separata in casa lo sapevopraticamente da subito, ma che aveva una casa tutta sua ne erovenuta a consoscenza da poco."Sono anni che sono a digiuno" mi ha detto una sera a cena,"ma di uomini interessanti non v'è manco l'ombra ..." Forse nonha tutti i torti, pensavo mentre mi parlava e onestamente ritenevoche questo digiuno non è che poi le pesasse granchè. Tornando acasa dopo tutta una serie di confidenze un po' hard, ad un certopunto mi sono sentita mettere la mano sul ginocchio,lo ha fatto come se fosse praticamente un uomo, senza lasciare dubbi,e quando ho fermato l'auto sotto casa, quella solo sua, prima si è avvicinataper baciarmi e poi mi ha chiesto di salire. Non è la prima volta che ricevoda una donna una avancè, ma lei è stata senzaa dubbio la più decisa."Sia chiaro, non sei una brutta donna, ma onestamente non mi sento attratta dal miostesso sesso" le ho detto convinta e sicura che sarebbe terminato tutto lì.Lei invece se ne è uscita con una serie di frasi che praticamente spaziavano dal"ma per cosa credi che ti abbia presa in considerazione sino ad ora ..."al più odioso ma efficace "dicevi d'aver bisogno di lavorare, ma dubito sia così"Non potevo crederci! Ero rimasta sconvolta dai suoi modi, dal suo parlaree ragionare, avrei pure voluto sperare scherzasse, che scoppiasse aridere da un minuto all'altro e sentirmi dire "Elsa stavo scherzando". MaAnna non scherzava affatto. Per togliermi ogni dubbio, prese la mia manoe se la mise sotto la camicetta,"senti come sono duri i miei capezzoli, ho voglia che tu salga e me li mastichicon dolcezza e decisione". Ho ritratto d'istinto la mano, ma lei non ascoltavaragione e mi ha così lanciato un messaggio più che chiaro. "Se vuoi continuarea lavorare, ti consiglio di assecondarmi mia cara! Non fare la stupida, spegnila macchina e sali!" - "Ma non posso, ho persino l'uomo, come puoi chiedermiuna cosa simile? NON PUOI OBBLIGARMI!!! Ricattarmiiiii"Mentre scendeva dall'auto mi disse un secco "fai come vuoi", chiuse lo sportelloe raggiunse il portone. La guardai cercare le chiavi in borsa, chiudereil portone. Misi in moto la macchina, feci il giro dell'isolato, ma avevo bisognodi quei soldi, di lavorare, ero consapevole che la crisi non mi avrebbe aiutata enemmeno la mia età. Non sapevo cosa pensare, chiamai allora il mio uomoraccontando a lui ogni cosa. Sdramattizzò dicendo che se fosse accaduto a lui sisarebbe sacrificato, senza esitare. Poi ritornò serio e mi chiese di pensarci bene."Bene? beneeee, ma che cazzo vuol dire pensaci bene?"fermai l'auto in mezzo alla strada, ero infuriata col mondo, non capivo più cosadovevo fare o forselo sapevo e capivo che non avevo alternative.Girai l'auto, mi fermai sotto al portone di Anna e suonai.Nemmeno chiese chi fosse, mi diede il tiro. Trovai Anna sorridente davantialla porta di casa avvolta da un asciugamano. Mentre varcavo la soglia mi disseche era contenta avvessi deciso di voler lavorare ancora da lei e che se avessiatteso ancora un'altro pò a salire sarebbe stato tardi perchè aveva già presofuori i suoi vibratori. Mi spogliò baciandomi sul collo, toccandomi i seni, dicendomiche mi sarebbe piaciuto e che dovevo solo fare a lei quel che avrei voluto un uomofacesse a me.Avevo bisogno di qualcosa di forte e così le chiesi:"Posso bere qualcosa Anna?" mi offrì una vodka ghiacciata, mentre continuavaa lisciarmi e ripetermi che dovevo solo lasciarmi andare. Mi versai la secondavodka. Poi pensai alla mia prima volta con un uomo, ero tonta, inespertama poi piano piano avevo capito come funzionava e pensai che forse anchecon una donna non era poi così diverso.Presi a baciarla sul collo mentre con le mani sfioravano i suoi seni, i suoi capezzolieran duri come pietre, eran scurissimi, granulosi.Ricordai che voleva li masticassi mentre eravamo in autoe presi così a sfiorarli con la lingua e poi piano piano a tiracchiarli tra i denti,mentre lo facevo le sue dita eran già corse tra le sue cosce e assatanata si sfioravail pelo mentre mi diceva di non fermarmi. Sapevo che non potevo restare lì super sempre, dovevo quindi passare oltre, scendere. Scesi con la lingua sul suocorpo sino a raggiungere il pelo, leccai l'inguine sfiorandolo con le dita, facendolainarcare per il troppo piacere.A quel punto Anna si portò nuovamente verso il divano del salone, aprì le gambee il mio viso si trovò davanti a qualcosa di familiare ma mai visto così da vicino.Il suo sapore non era male, era simile al mio forse solo un po' più acre.Non mi dava però fastidio e perciò iniziai a far scorrere la mia lingua primasulle grandi labbra, poi su quelle più piccole sino ad iniziare a penetrarla.Le sue mani premevano sulla mia testa, lo faceva come fa ogni volta il mio luiquando  gli faccio un pompino. Pensai allora che era meglio se oltre alla linguaavessi usato un dito, iniziai quindi a penetrarla con l'indice, poi aggiunsi ilmedio e poco dopo mi ritrovai a leccare là dove quattro delle mie ditauscivano ed entravano come se nulla fosse. Finalmente Anna raggiunsel'orgasmo. Tirai un sospiro, ma Anna non era un uomo, eragià praticamente pronta a ripartire. "Se continui così domani ti concedoun giorno di ferie" mi disse rimettendo la mia faccia tra le gambe. Ripresia toccare, leccare, lei aprì ancora più le sue gambe e nel farlo mi disseche se quattro dita stavan comode la quinta ci sarebbe stata perfetta.Comprese che non sapevo da dove iniziare, mi disse "vai tranquilla, bagnala tua mano di me e continua sino a che è dentro tutta" Mi faceva senso, piùle dita entravano e più lei ansimava, e lei non contenta mi incitava ad entraresempre più. Ad un certo punto in me scattò qualcosa, mi ero rotta di subirei desideri di lei.Presi a bagnare la mano con la saliva ed i suoi orgasmi, presi ad entrare sempre piùsino a vedere la mia mano scomparire dentro lei sino al polso. La giravo comese nulla fosse. Il suo viso era trasformato, era quello di una vera trxxx, insaziabile.Continuava a dirmi che ero brava,che le piaceva come stavo scopandola. Pur se mi vergognavo un po',mi rendevo conto che la cosa stava ecciatandomi moltissimo, e cosìmentre roteavo una mano dentro lei con l'altra passavo dal clitorideai suoi capezzoli, poi ad un tratto guardai sul tavolino che avevo a fiancoproprio vicino al bicchiere vuoto della vodka, c'era un candelabro con una candelarosso fuoco di quelle lavorate, la presi senza uscire con la mano da dentrolei e dopo averla bagnata con la saliva presi a impuntarle la candela dietro."Mi stai stupendo Elsa, continua così, sei favolosa" Non avevo voglia difermarmi, desideravo incularxx e basta. Non so quante volte ha godutodel mio possederla davantii e dietro e finalmente ad un certo punto mi hachiesto di fermarmi e lasciarla respirare. Lenta sfilai la candela, lentissimala mano. Il suo viso era soddisfatto, sfatto, esausto."Elsa, di solito faccio andare via le donne a questo punto, ma stasera faròuna eccezione" mi prese per mano, mi portò in cucina e spinse sul tavolo,iniziò a divorarmi i seni, poi scese tra  le gambe e nel sentire che ero fradiciaperse il controllo completamente. Non erorimasta perchè avevo timore di perdere il lavoro, ero andata lì per paura diesser licenziata è vero, ma rimasta perchè mi piaceva. Non potevo dirle che non eracosì, non lo nascosi nemmeno quando la punta della sua lingua mi schiusele labbra del peccato e prese a leccarmi con foia. Ci amammo tutta la nottee rimasi a dormire da lei senza pretendere la giornata di ferie, e al mattinopassammo da casa mia, dovevo cambiarmi. Salì con me nel mio piccoloappartamento, anche lì ci scambiammo qualche carezza sino a godere equando arrivammo al lavoro tutte le colleghe ci domandarono cosaavessimo combinato per essere così esuste. "Siam state al mare e sveglietutta la notte e visto che non siamo più giovincelle siamo a pezzi" rispondevaa tutte, poi entrammo in ufficio dal capo, propose per me un'aumento di salarioed il trasferimento nel suo ufficio. Il capo sorrise malizioso, lo fece allentandosila cravatta e sfiorandosi la patta dei pantaloni. Non posso dire che non fossiinizailmente a disagio, ma avevo capito come funzionava, mi alzai in piedi eguardai Anna dritta negli occhi per poi domandarle come mai era riuscitaa fare carriera così velocemente, entrambi mi sorrisero con un ghigno, a quelpunto andai verso la poltrona del capo, la girai, mi inginnocchiai e dopo averaperto i suoi pantaloni mi misi al lavoro su di lui, Anna ci guardava per primacompiaciuta, poi  seduta sul ciglio della scrivania aveva scostato il perizomae iniziato a toccarsi.Era davvero inaziabile Anna, affamata di sesso e carriera o forse non era lacarriera quella che le interessava davvero ma il suo essere porca e insaziabilel'aveva portata al livello che era perchè era quello il lavoro che al nostro capopiaceva più di ogni cosa e in lei aveva trovato totale appagamento.Da allora io e Anna andiamo spesso nel ufficio del capo, lo facciamo ogni voltache ci chiama, certe volte capita che vuole me, altre volte lei e altre voltesi eccita e tocca mentre guarda noi due, puntualmente ripete ad entrambeche nella prossima busta troveremo una cifra consistente per via dei straordinariche abbiam fatto. Non credo ci vorrà molto per me a salire di livello, forse nonarriverò a quelli di Anna, ma di sicuro il licenziamento pare sia qualcosadi lontano e questo è quello che mi fa tornare a casa serena e vivere il mioprivato con tranquillità. Certe volte il mio lui mi chiede come è finita con Anna,puntualemente dico che stava scherzando e l'avevo presa troppo sul serio,qualche volta mi dice che non la racconto tutta e che se vogliamo è dispostoa sacrificarsi pure lui, ci rido sopra e sorvolo ... non mi va che pensi che se raggiungouna buona posizione lavorativa è per il merito che pure lui conosce, non voglionemmeno speri che si realizzi un suo sogno, però se mai un giorno dovesseservire non escludo che lo terrò in considerzione.