Era un pomeriggio d'estate e camminavo sotto i portici di Bolognacon alcune amiche, come sempre si guardava le vetrine, si parlava di noie si commentava chi e cosa si incorociava.Ad un tratto tra via Ugo Bassi e via Rizzoli, vicino allaStanda o forse l'Upim notai un uomo chinato davanti ad una vetrina,interessato a delle maglie, era un bel uomo e senza rendermi contoche stavo parlando ad alta voce dissi alle mie amiche:"ammappate quello sì che è un bel uomo!"Lui alzò la testa, mi osservò da cima a fondo facendomi quasi sentire nuda,poi mi sorrise e fece l'occhiolino.Non m'imparazzò il suo modo anzi, e ogni tanto così mi giravo per vedere semai ci stesse seguendo. All'inizio fu così, ma poi all'improvviso quel uomosembrò svanire nel nulla. Continuai a camminare con la mia amica perVia Marconi, ma proprio quando inziai a smettere di pensarlo eccolodi nuovo davanti a me. Accompagnai le mie amiche alla fermata dell'autobus,sperando non si allontanasse troppo, visto che a minuti avrei ripreso a camminareda sola per via dei Mille e chissà ... forse saremmo persino riusciti aconoscerci. Le amiche salirono tutte sul mezzo pubblico, ci salutammo e io ripresi acamminare mi accesi sigaretta, mi sbirciai attorno ma era di nuovoo sparito.Pazienza penso e questa volta riprendo a camminare decisa, tra poco mi troveròdavanti alla Piazzola e farò l'ultimo giro tra le bancarelle prima di rientrare a casa.Ad un tratto rieccolo al mio fianco, mi dice che quel sandalo di sicuro mi starebbe benissimo, si comporta come uno che è uscito di casa con me e continua a parlarmie a dirmi le sue opinioni, poi mi chiede se ho voglia di prendere un caffè insieme.Perchè dovrei rifiutare? Certo che mi va!lo prendo sotto braccio e ci incamminiamo verso quei portici che anche a tarda notteson pieni di persone che parlano. Mentre prendiamo il caffè mi scrive il numero del suoufficio su un tovagliolino, e mi confida che ormai è troppo tardi e deve rientrare a casapechè sua moglie è troppo gelosa e non vuole rovinarsi il sabato sera a daremiriadi di spiegazioni.Non male come motivazione, ha infatti trovato il modo per dirmi rivediamoci e farmisapere che è sposato, fatto sta che è un bel tipo e credo ne valga la penarincontrarlo.Mi domanda cosa farò alla sera, e si complimenta per il mio nome. In realtà non michiamo Elsa però è un nome che mi piace e allora ogni tanto mi diverte farlo mio.Andrò all'Hobby One da Willy e Tommy e ci andrò con Patricia la francese, ci vadospesso, ma sempre tardissimo. Chiamo il taxi e mentre salgo su Lodi 15 lo vedoallontanarsi a piedi verso Via Irnerio, penso che lo richiamerò lunedì e poivedremo insieme quando incontrarci di nuovo.Non mi aspetto minimamente che sarà la stessa sera, eppure quando scendedalle scalinate del locale dove sono è come se avverto la sua presenza.La cosa mi piace da impazzire, lui cammina a testa alta sbirciando tra le persone,è palese che sta cercando qualcuna, penso e spero stia cercando me.Ordino al banco qualcosa da bere e poi parto verso lui.Ecco, mi ha vista, ora cammina a passo sicuro verso me.Eccoci uno davanti all'altro. "Contenta di vedermi?" mi dice mentre si avvicina perdarmi un bacio, poi guarda i bicchieri e si blocca, ne ho due in mano e quindiè logico dedurre io possa essere già in compagnia e non necessariamente l'altrobicchiere è per la mia amica francese.Ho forse scelto la serata sbagliata o il bicchiere è per la tua amica? mi domanda."purtroppo la mia amica è andata al Byblos" rispondo sorridentel'espressione sul suo viso cambia, sono certa che è quella di uno che tra pochi attimisvanirà tra la folla e poi se ne andrà. Potrei giocarci su un'altro po', ma preferiscodirgli che l'vevo visto mentre scendeva la scalinata e l'ho preso per noi due,sorseggiamo veloci il wisky, come chi sa benissimo che non è là dove vogliamorimanere e infatti poco dopo siamo fuori dal locale e stiamo chiamando un taxi perandare dove è giusto che sia ... il taxi si ferma a destiazione, saliamo al secondopiano, la stanza che ci han dato è un numero dispari, la finestra si affaccia sullastrada vicino alle due torri, vicina a San Petronio ...Mi dondola addosso, scivolano i nostri vestiti a terra e .......
.... e dopo qualche ora, non essendo possibile dormire insieme lui esce dalla stanzamentre io decido di restare un'altro po', o forse sino alle prime ore del mattino.mi conosco e lo so che sciverò prima di uscire da lì, so benissimo che scriverò unracconto che non sarà ne una storia d'amore, ne un racconto erotico, saran soloparole e immagini rubate là dove non tutti posson vedere, sarà saper giocare edriblare verso pensieri nostalgici o sogni lasciati in fondo a dei cassetti, giustoforse per dare un senso più profondo al mio nome.Già, lo firmerò con Elsa, tanto lui lo sa che non è il mio vero nome, ma cosaimporta come mi chiamo, quel che conta è che io sia io sempre e comunque quelche mi piace essere, tra sogno e realtà, tra ricordi e nuovi pensieri da lasciareappesi nel vuoto.