Steve è il mio pusher.
Quando mi serve una dose lo raggiungo dove lavora, vicino all'ipermercato; prima però gli faccio uno squillo sul cellulare, tanto per fargli sapere che sto arrivando, per far si che si faccia trovare pronto.
Ci sono giorni che quasi non mi ricordo che esiste, Steve: in quei giorni ho talmente tante cose da fare che non ho tempo per farmi della sua roba. Altri giorni invece, soprattutto se sono triste o depresso ci penso quasi costantemente, mi manca quel senso di relax e di estraneazione che mi prende quando mi faccio.
Certo non è facile trovare il tempo per doparmi, perchè, se tutto va bene, una dose dura almeno un'ora, e se mi prende bene, a volte me ne faccio due di fila, e allora se ne partono anche tre ore.
Capita che sia a casa da solo prima di cena, e allora mi accuccio sulla poltrona della mia camera e mi faccio, e dimentico tutti gli impegni e i pensieri e mi sento beato.
Non è facile far accettare al cervello quel carosello di visioni, di immagini, rapide e fuggevoli, di quei suoni coinvolgenti, di quei mondi nuovi di cui non sono protagonista ma che mi coinvolgono come se ci fossi realmente dentro..
Poi quando tutto finisce sento come un vuoto dentro, perchè mi ritrovo catapultato nella realtà bigia di sempre.
Ora sono più esperto di quando ho cominciato: solo guardando la mia dose attraverso la trasparenza del sacchettino, capisco già se mi piacerà oppure no.
Da un paio di settimane mi faccio con un amico. Sempre con la roba di Steve. Andiamo da Elrond (il mio amico) perchè è più tranquillo. L'ho iniziato io, Elrond. E ora è forse più goloso di me. Siamo d'accordo che stasera passiamo da Steve. Avrà pronto il sacchettino per me. Poi subito a casa di Elrond, divano. Apriremo il sacchettino e prenderemo con bramosia il DVD che Steve avrà deciso di farci provare questa settimana, lo infileremo nel lettore e ci godremo la nostra dose, per sognare un po' e non pensare per un paio d'ore a niente di importante.
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