TORINO E' QUI!!!

Eccoci qui. La lunga rincorsa è finita. A voltarsi indietro, fa impressione. Otto anni della nostra vita: certo, in questi otto anni ciascuno di noi ha avuto la sua storia personale, è vissuto, ha fatto cose, ha visto gioie e dolori, amori e distacchi, figli che crescono e genitori che se ne vanno, farse e tragedie, lavori che si trovano e lavori che si perdono. Però, pur persi nelle nostre vite, abbiamo intanto spartito un pensiero comune: le Olimpiadi.

Un pensiero in positivo o in negativo, una speranza o una paura o un’avversione, non importa: comunque quel pensiero è stato lì, ben presente, un pensiero collettivo, condiviso. Ognuno di noi - mentre gli anni trascorrevano fra stagioni e cantieri - s’è immaginato, s’è domandato, quale sarebbe stato il suo destino, la sua condizione, dove sarebbe stato, e con chi, in questi giorni. Ecco, adesso ci siamo. Fra sette giorni esatti, il nostro comune destino si realizzerà. Saremo - tutti, anche quelli che mai avrebbero voluto - Torino 2006, la città dei Giochi. Qualcosa che potremo raccontare. Noi c’eravamo, insomma. Una storia speciale.

Saranno due settimane uniche, come mai prima, come mai più dopo. In queste due settimane vivremo una lunga avventura, una festa mobile che non sarà soltanto sport: Torino e le altre città sedi delle gare ospiteranno il mondo, e saranno al centro del mondo. Ogni strada, ogni piazza, ogni teatro e locale pubblico e museo, saranno un palcoscenico, un set, un posto dove le cose accadranno, dove saremo tutti spettatori e protagonisti. Non conta se delle Olimpiadi non ve ne importa nulla, o se addirittura le detestate. Non potrete starne fuori. Ci piaccia o no, siamo tutti coinvolti. E a questo punto, tanto vale stare al gioco dei Giochi.

Chissà: in fondo in fondo, rischiamo persino di divertirci.

(La settimana di Gabriele Ferraris - La Stampa 03/02/06)