La Taranto onesta

Post N° 78


La sinistra tarantina è sempre sprofondata nel suo sofà fracchiano e non riesce a levarsi più, oppure si giuggiola e si compiace della sua morbidezza e non vuole più lasciarlo. Ma di cosa discutono? Del niente e credono di farlo passare per politica; sono ancora convinti della dabbenaggine della gente, sonnecchiano sicuri del patrimonio elettorale che detengono per ragioni storiche, perché lo hanno ereditato: ma essi cos’hanno meritato? Mentre scriviamo abbiamo per le mani un antico numero della rivista Rinascita(aprile 1959); nel sommario si annunciavano i temi trattati: “Un dibattito sulla crisi della Democrazia cristiana e l’unità dei cattolici”, “La sinistra europea,…”. Non sembra essere cambiato molto dopo cinquant’anni. Oggi siamo punto e daccapo. Il centro non c’è più, diviso e frammentato com’è fra professori e segugi, messi del Vaticano e pseudo- progressisti, ma chi sono i teo-con? I cattolici sono sommersi dai marosi dei casi di coscienza (vedi cellule staminali, D.I.C.O., eutanasia). E la sinistra? Europea non ci sembra, piuttosto molto italiana e quindi ossessionata dal senso del peccato comunista: come uscirne? Quella che era l’anomalia della sinistra italiana, e la rendeva veramente democratica rispetto alle consorelle del continente, oggi si è trasformata in una patologia cronica che inibisce la sua crescita e la condanna a turbe evolutive. In poche parole, i progressisti italiani non sanno come crescere, e se crescere vuol dire mutare, allora non sanno proprio dove andare a parare mancando in essi non solo un ricambio generazionale, ma anche una giostra delle idee; insomma non sanno più riconoscere i propri valori di riferimento. E’ di questi che bisogna discutere, ponendosi allo specchio e guardandosi onestamente sperando di vedere qualcuno o qualcosa. Noi nutriamo molti seri dubbi che lo specchio rifletta e dia un responso, siamo piuttosto pessimisti, a meno di una svolta epocale. E a Taranto cosa fanno? Discutono fra di loro, riunioni su riunioni, battibecchi, strizzatine giornalistiche, tradimenti, pentimenti, mentre qualche migliaio di lavoratori sbarca il lunario aspettandosi di ricevere uno stipendio dovuto. Mineo con chi sta? E Carrozzo? Florido: ma non era democristiano? Attenti che potrebbe spostarsi a destra… e allora sarebbero guai per il solito schifoso computo elettorale ottusamente matematico. Accidenti, siamo cascati nell’inghippo qualunquista di dare addosso a tutti questi bravi ragazzi; cercheremo di fidarci ancora di loro, d’altronde chi al loro posto?