La pattumiera

Post N° 14


Il problema non è aver vissuto tanti, troppi Ferragosti, ma averne di meno da vivere. Ecco perché rattrista archiviarne un altro né migliore né peggiore dei tanti accatastati nella memoria dove regna la confusione. I nostalgici sono una categoria in crescita. Nelle discussioni rimpiangono i bei tempi andati, quando d’estate era caldo e d’inverno era freddo, i giovani non si drogavano, erano più rispettosi e si vestivano con cura, leggevano molto e non andavano in discoteca; le famiglie villeggiavano e i bambini, ah i bambini, trascorrevano un mese in colonia che un po’ di disciplina mica gli faceva male. E gli ideali? Esauriti. Dagli anni di piombo siamo passati agli anni di merda. Se i brigatisti l’avessero saputo, invece di Moro avrebbero ucciso Berlusconi anche se nel 1978 era pressoché sconosciuto. La politica era una cosa alta, adesso il livello è sceso a Brunetta, popolare perché se la prende coi lavoratori sfruttati. Le case editrici fanno schifo perché sono finite nelle mani del Cavaliere, perfino la Einaudi. In certi ambienti chic la minaccia ricorrente è: dobbiamo espatriare, l’Italia è infrequentabile. E in effetti parecchi sono di parola: si tolgono dai piedi agli inizi di agosto; il guaio è che in settembre rientrano e quatti quatti si accucciano nei loro posticini a rendita sicura. Giovanni Sartori, insigne professore (...) (...) e assiduo frequentatore della prima pagina del Corriere della Sera, a furia di collezionare Ferragosti su Ferragosti si è talmente immalinconito da preoccuparsi del futuro, come non bastasse il presente. Entro il secolo, prevede, il surriscaldamento della Terra avrà ridotto l’Italia (e il resto) a un deserto immenso. Lo ha scritto in un articolo menagramante proprio venerdì; così, tanto per tenerci giù di morale. Per il momento dalle mie parti non fa che piovere e la collina sulla quale ho casa è a rischio frane. Ma può darsi abbia ragione Sartori. Nel qual caso si spiegherebbe come mai gli italiani comprano giganteschi “fuoristrada”: si portano avanti consapevoli che queste automobili sono attrezzate a percorsi tortuosi fra le dune. Siamo un popolo lungimirante. Anche se di umor nero. (V.Feltri)