Creato da napoli.cult il 28/05/2008
oltre i facili luoghi comuni...

Area personale

 

Ultime visite al Blog

dora.doristommasodipaolaadippearmando221040giannidea1rosaria.iololimongelligiuseppebarone.gisellajumpinlaradiegoniggaz80fenice_2015yamantakalamberti2009Marquez36marianna.estate
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

 

« San Gennaro e il suo miracolo.

La grande arte del teatro: Eduardo De Filippo.

Post n°12 pubblicato il 28 Novembre 2008 da napoli.cult
 
Tag: Eduardo

Da bambino, le festività natalizie, ho imparato a considerarle fin dall’8 dicembre, quando mio padre, in un angolo della stanza da pranzo, si ricavava gli spazi necessari per allestire il tradizionale presepe. Era un momento tanto ricco di significati e di magia e, nell’aria, si iniziava già a respirare il profumo dei dolci che, intanto, cominciavano a "riempire" la casa: gli struffoli, i roccocò, i taralli, i mustaccioli, i raffioli,  cioè i tipici dolci natalizi che si preparavano e si preparano per quelle giornate, da trascorrere in casa coi parenti. 

Intanto, per le strade si ascoltavano gli zampognari con le loro litanie. Quindi, quasi a scandire un rituale non meno sacro degli altri, non mancava mai, tra un giro di tombola o di tornei di scopone scientifico, una serata in cui, prima o poi, le famiglie napoletane avrebbero riso e riflettuto vedendo o rivedendo "Natale in casa Cupiello", l’esilarante e veritiera commedia di Eduardo De Filippo.

"Te piace 'o presepe?". Il tormentone della commedia è paragonabile a quelle frasi un po' a effetto di cui abbiamo già parlato in altre circostanze. Mi riferisco a quelle frasi che basta pronunciarle per fare immediatamente ricordare qualcosa e, questo, abbiamo visto che avviene spesso con Napoli. "Te piace 'o presepe?", ad esempio, porta subito con la mente a quel grande commediografo italiano, nonché regista, autore e attore di fama internazionale. Stiamo parlando di un altro grande figlio di Napoli: Eduardo De Filippo.

"Natale in casa Cupiello" non è più nemmeno considerata una semplice commedia ma una icona del teatro italiano, napoletano in particolare. I suoi personaggi sono presi ad esempio se si vogliono rappresentare determinate caratteristiche comportamentali, a carattere generale, dei napoletani e il loro rapporto con tutto ciò che riguarda il periodo natalizio, le usanze, il modo di ritrovarsi, di stare insieme, il valore della famiglia, i ruoli all'interno di essa.

Ma è dell'autore che parleremo.

Eduardo - basta il nome in quanto il cognome col tempo diventerà superfluo - nasce a Napoli il 24 maggio del 1900 da Luisa De Filippo e Eduardo Scarpetta, altro grandissimo commediografo napoletano autore, fra le altre opere, di "Miseria e Nobiltà".

Una scena del film "Miseria e nobiltà"

Eduardo, giovanissimo, all'età di 4 anni, già debutta come giapponesino al Teatro Valle di Roma ne "La geisha" il cui autore è lo stesso Scarpetta, per poi continuare a prendere parte come comparsa in altre rappresentazioni.

A soli 11 anni, viene mandato nel collegio Chierchia di Napoli al fine di cercare di recuperare un po' di propensione allo studio che il piccolo Eduardo sembra non possedere. Ma solo due anni dopo, interrompe gli studi e continua la sua formazione sotto l'egida del padre che lo costringe, per oltre due ore al giorno, a leggere e ricopiare testi teatrali.

A 14 anni Eduardo entra stabilmente nella compagnia teatrale del fratellastro Vincenzo Scarpetta. Qui fa di tutto: servo di scena, attrezzista, suggeritore, trovarobe e vi rimane fino a quando viene chiamato per svolgere il servizio militare, dal 1920 al 1922, ma non prima di pubblicare la sua prima fatica "Farmacia di turno". E la passione era tanta che anche durante l'impegno di leva, trovava il tempo per andare in teatro a recitare.

Dopo il militare, lascia la compagnia di Vincenzo Scarpetta per passare a quella di Francesco Corbinci. Con il nuovo impresario, Eduardo debutta, per la prima volta in una regia impegnata, al Teatro Partenope di via Foria a Napoli nella commedia "Surriento Gentile" di Enzo Lucio Murolo.

Nel 1922 scrive e dirige il suo primo grande lavoro teatrale "Uomo e galantuomo". 

Eduardo, in questo periodo decide di abbandonare Francesco Corbinci per tornare nella compagnia del fratellastro Vincenzo e per rimanervi fino al 1930. Conosce in questi anni Doroty Pennington, un'americana in vacanza in Italia. Recita inoltre, sempre in questo periodo, anche in altre compagnie come quelle di Michele Galdieri e Cariniù Falconi.

Nel 1929, usa uno pseudonimo, Tricot, per scrivere l'atto unico "Sik Sik l'artefice magico" arrivando così al 1931, anno in cui fonda insieme ai fratelli Titina e Peppino la compagnia del "Teatro Umoristico I De Filippo". Ed è in questo periodo che nascono "Natale in casa Cupiello" e "Chi è cchiù felice 'e me?" ed inizia anche una buona attività cinematografica con i film "Tre uomini in frack", "Il cappello a tre punte" e "Quei due".

Nel 1945, Eduardo compone un altro capolavoro "Napoli milionaria" ma, intanto, rompe definitivamente il rapporto artistico con il fratello Peppino e la compagnia si scioglie. Dopo poco, infatti, nasce la "Compagnia di Eduardo" che darà vita in poco tempo ad opere del livello di "Questi Fantasmi" ed un'altra dagli esiti trionfali "Filumena Marturano", personaggio che Titina proporrà come il suo cavallo di battaglia.

Immagine tratta da "Filumena Marturano"

Da qui c'è un crescendo di grandi successi: "Le bugie con le gambe lunghe", "La grande magia", "Le voci di dentro", "La paura numero uno" e nel cinema riesce a portare sul grande schermo produzioni come: "Assunta Spina", "Napoli milionaria", "Filumena Marturano", "L'oro di Napoli", "Fantasmi a Roma". Ma, la più grande soddisfazione a livello internazionale, Eduardo la ottiene con la rappresentazione a Mosca, nel 1958, di "Filumena Marturano" e nel 1962 de "Il sindaco del rione Sanità".

Il 1973 è un altro anno pieno di successi con "Gli esami non finiscono mai" e "Sabato, domenica e lunedì" e, a coronare la sua immensa carriera arrivano, nel 1980 il conferimento della laurea "honoris causa" dall'università di Roma e, nel 1981, la nomina a senatore a vita.

Eduardo spegne la sua esistenza il 31 ottobre 1984 nella clinica Villa Stuart di Roma città nella quale è sepolto.

Napoli non lo dimenticherà mai per tutto quello che è riuscito a rappresentare nella difficile arte teatrale e soprattutto, per come è riuscito a rappresentarla. Ad un certo punto della sua carriera, tutti, dagli attori, ai registi, agli autori, si rivolgevano a lui chiamandolo "maestro". Era l'esatta denominazione per un uomo che ha saputo insegnare a tanti l'importanza di un messaggio trasmesso attraverso la recitazione, un messaggio fatto di espressioni inconfondibili, di mimiche, di gestualità, di smorfie impareggiabili che saranno ancora per tanto tempo esempio di straordinaria comunicatività, grazie alle quali Eduardo è riuscito a spiegare al mondo intero l'essenza della "napoletanità".

Come scrive Maurizio Giammusso, «Eduardo non è stato solo un gigante del teatro e un protagonista della cultura italiana del Novecento, è stato un uomo importante anche per il costume di un’epoca perché è entrato come pochi altri personaggi (Totò, Anna Magnani, Fausto Coppi, Federico Fellini, Enzo Ferrari) negli affetti familiari e nell’immaginario di tanti italiani».

Claudio Galderisi

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963