Parole in confusione

La scelta


Prima ParteLa sveglia del sabato mattina me la sarei immaginata più traumatica e invece sono stranamente più acceso del solito. La mancanza delle solite code di compagnia per arrivare a lavoro mi fanno sentire solo un po’ diverso, anche se in un modo che non mi fa proprio piacere. Mi aspettano 4 ore con Daniele e la voglia di spingere le lancette dell’orologio non fa altro che trascinare pesante ogni istante. Dalla porta a vetri che fa filtrare un bel sole, in prossimità anche del nostro week-end, accorgendomi di un camioncino bianco avvicinarsi minaccioso al cancello regalo suono al mio pensiero: - “No ti prego, tira dritto.” che ho scoperto non essere una bella cosa da dire con il capo-filiale a 20cm. di distanza. L’argomento di discussione è innestato e ovviamente mi piace proseguire il ragionamento come in una sorta di competizione agonistica basata sul botta e risposta. Considerando che non tutte le filiali hanno la fortuna di poter tenere aperto il sabato mattina mi è sembrato lecito esprimere il desiderio di essere un po’ sfortunato almeno in questa specifica situazione. Insomma, la Cambielli tira avanti lo stesso senza dedicarle 4 ore al sabato mattina. La controparte ha messo in evidenza i guadagni relativi a questo straordinario organizzato e al pensiero che dovrei fare a proposito del mio posto di lavoro, reso possibile anche grazie a queste entrate ulteriori da fine settimana interrotto. Concluso il dovere potevo dedicarmi liberamente alla rincorsa del dovere sottoforma di pranzo, palestra e doccia con il treno da prendere in partenza alle 15.50 e in arrivo alla stazione di Padova (PD) alle 18.28. Dopo aver messo in atto il mio sciopero da consumatore per protestare silenziosamente contro quegli Intercity con cui cercano di imboccarti ad ogni costo, visto il sensibile aumento dei prezzi rispetto ad un comune interregionale che non è possibile giustificare con 15min di risparmio sulla tratta. Il sonno perduto è arrivato a farmi compagnia e sono riuscito a chiudere gli occhi, disperando ancora una volta di riuscire ad addormentarmi come si deve, ma conquistando comunque un bel po’ di freschezza in vista dell’abbraccio con Giulia. La squisita puntualità mi porta a ritrovare la mia Stupenda e il rito della cena in famiglia (la sua). Una brutta parentesi a tavola, col sorriso di sua madre pieno di tensione, offerto insieme alla fatidica frase “…abbiamo ospiti…”, in cui sono riuscito ad avvertire quel po’ imbarazzo a cui non sono avvezzo. Poi il letto del riposo, vicino a mezzanotte, dopo quello dell’intimità. La mattina arriva e mi regala i suoi occhi segnati che invocano ancora tanti sogni, ma c’è già una splendida giornata fuori ad attenderci, con il cielo blu che si rivela dalle tapparelle alzate, con il giallo della casa di fronte reso così intenso dai raggi del sole. Decido per l’ulteriore trasferta veneziana, in compagnia della famiglia, in occasione del carnevale più famoso. Giulia si fa la doccia mentre io cerco qualche Jazz Club a cui fare visita nella città lagunare. L’ultima e unica volta che ci sono stato avrò avuto intorno agli 8 anni e la raggiungemmo in treno. Ne fui talmente, innocentemente affascinato da consumare tre rullini da 36 della macchina fotografica in dotazione alla famiglia. Senza sospettare minimamente a quale investimento avrebbe portato, per i miei genitori, il loro sviluppo, una volta tornati a casa. Sull’autostrada ci mettiamo appena un’ora per raggiungere questo gioiello sull’acqua ma il problema parcheggio aspetta sempre di essere risolto. Ripariamo sul parcheggio coperto del Tronchetto e quindi approfittiamo del vaporetto che ferma a Rialto. Con Giulia mi sistemo a poppa, col vento tra i capelli, il sole in faccia e il rombo imponente del motore, sotto di noi, che spinge l’autobus sull’acqua. Il Canal Grande inizia a riempirsi di quella suggestiva Venezia che iniziamo a scoprire lasciandocela onda dopo onda alle spalle. Sbarchiamo a Ponte Rialto e definire la situazione affollata non rende bene l’idea. La madre di Giulia si mette in testa alla spedizione puntando la casa della sorella e cercando un po’ di respiro attraverso le stradine strette che si può permettere, in alternativa alle rotte commerciali. Dopo una decina di minuti posso finalmente dare una forma e un colore a tutte quelle supposizioni da inguaribile curioso. continua...